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Elezioni, Faraone: "Non è tempo delle polemiche... lavoriamo per governare il Paese"

Il sottosegretario ha fatto il punto sulle candidature del Pd: "Mi aspetto impegno pieno da parte di tutti e un'assunzione di responsabilità, anche da chi ha criticato queste liste". In merito alle parole di Crocetta taglia corto: "Mi fischiavano le orecchie..."

"Le candidature, lo ricordo, sono state votate durante la direzione nazionale cui hanno partecipato tutte le aree del partito. Non mi interessa la polemica con Rosario Crocetta, bisogna lavorare per la vittoria del partito e del centrosinistra". Sono le parole del sottosegretario Davide Faraone, che oggi ha incontrato la stampa per fare il punto sulle liste presentate dal Pd per le prossime elezioni politiche. Una conferenza a distanza di 24 ore rispetto a quella dell'ex governatore siciliano che, rimasto fuori dalla competizione, non ha risparmiato critiche al partito democratico, a Matteo Renzi e allo stesso Faraone definito "'genio rampante' della politica che ha distrutto il partito in Sicilia facendo perdere le regionali".

Ai cronisti che hanno fatto notare l'assenza del segretario regionale Fausto Raciti, Faraone replica secco: "Già in passato ho fatto diverse conferenze stampa per fare il punto sulla politica del Pd. Io non ho alcun incarico di partito, sono un esponente di governo e ieri mi fischiavano le orecchie...".

Il filo conduttore dell'incontro è "niente polemiche"- nonostante i malumori e le palesi spaccature nel partito - e Faraone ribadisce: "Ci sono mille momenti per discutere del gruppo dirigente del Pd, ma non quello delle elezioni e della campagna elettorale. La sfida non è all'interno del Pd o contro Renzi, è con i Cinquestelle, contro il qualunquismo e con un centrodestra di cui fanno parte Salvini e Meloni e che è preoccupante per i valori che esprime. Scambiare le elezioni per un congresso è un danno per tutto il centrosinistra. Mi aspetto impegno pieno da parte di tutti e una assunzione di responsabilità, anche da chi ha criticato queste liste. La sfida non è per chi sarà eletto ma per il governo del Paese". 

"Eleggeremo solo parlamentari siciliani - sottolinea Faraone - non paracadutati da fuori. E' stata data la massima possibilità di rappresentanza delle province. Una rappresentanza eterogenea: dai dirigenti di partito, compreso il segretario regionale, a figure della società civile come il rettore di Messina Pietro Navarra, che ci ha messo la faccia insieme ad altri due rettori in Italia, a sindaci e amministratori. Siamo orgogliosi di queste liste, sarà una sfida a testa alta poichè siamo competitivi". Esplicito poi il riferimento alla candidatura del sindaco di Troina Fabio Venezia, in prima linea contro la mafia dei pascoli, a quella del premier Paolo Gentiloni a Catania, "dove si esprime il massimo del buon governo in Sicilia"; a quella dell'imprenditrice antiracket Valeria Grasso, testimone di giustizia. E di Fabio Giambrone, presidente della Gesap, società di gestione dell'aeroporto di Palermo, fedelissimo di Leoluca Orlando che ha recentemente aderito al Pd: "Un'adesione importante - sottolinea Faraone - che rafforza il progetto del nostro partito":

Le reazioni

Magda Culotta - "Davide Faraone con la sua voglia di apparire come il Matteo Renzi di Sicilia fa solo danno al Partito Democratico. Farebbe bene a tacere e nascondersi dietro la sua capolistatura bloccata essendosi tenuto ben lontano dalle sfide uninominali, probabilmente per mancanza di coraggio". Così Magda Culotta sindaco di Pollina e dirigente del Pd in Sicilia. "Faraone . aggiunge - non si rende conto di aver perso credibilità agli occhi del popolo del Pd. Il malessere che c'è in Sicilia è frutto non solo di alcune candidature sbagliate ma anche del modo a cui ci si è arrivati, con il solo scopo di esercitare il suo ruolo da fedelissimo. Infine - conclude Magda Culotta - eviti di parlarci di senso di responsabilità e di unità perchè anche qua, oltre a non essere credibile, rischia di apparire persino comico".

Fabio Teresi - "Faraone parla dei Democratici di Sinistra facendo intendere che la sua presenza in lista è rappresentativa di quella storia. Per tantissimi di noi, sappia, che non è più degno di parlare di quel partito". Così Fabio Teresi presidente della V circoscrizione e componente della direzione regionale del Pd. "La pericolosità del modello faraoniano era ben presente anche allora e infatti era opportunamente tenuto a bada - aggiunge - La sua fedeltà a Matteo Renzi lo ha portato ad assumere dei ruoli ma, ne stia certo, per noi il giudizio su di lui resta uguale a prescindere dai partiti e dalle appartenenze". "A proposito di partiti caserma dico: il modello che combatteremo è quello dei signor si oggi - conclude - impersonificato proprio da Faraone. Stia sereno".

Maggio - “Stupiscono le parole dell’onorevole Faraone rispetto ai risultati concreti, ottenuti in questi anni, che intende presentare ai cittadini siciliani. Lo dica alle migliaia di docenti della scuola che sono stati costretti a emigrare al Nord per essere stabilizzati a causa della legge 107. Una riforma varanta dal governo Renzi proprio quando Faraone ricopriva la carica di sottosegretario all’istruzione. Di quali risultati parla Faraone? Da allora la situazione della scuola nel nostro Paese non è di certo migliorata”. Lo dice l’ex deputata regionale di Mdp, Mariella Maggio, candidata di Liberi e Uguali al Senato.

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