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Elezioni comunali 2012

Verso il voto, Alessandro Aricò: "Bisogna ridare decoro alla città"

Intervista di PalermoToday al candidato sindaco di Fli, Mpa, Mps e Palermo Avvenire. Tra i punti del programma: riorganizzazione delle partecipate, soluzione al problema rifiuti e un'idea nuova sui trasporti

Una candidatura “politica”, mirata a garantire un segnale forte di discontinuità con la precedente amministrazione. Alessandro Aricò, deputato regionale di Fli, giovane ma al tempo stesso con diversi anni di esperienza politica alle spalle, nel corso di un’intervista rilasciata a PalermoToday presenta così la sua candidatura a sindaco, illustrando anche alcuni aspetti del suo programma elettorale.

Le circostanze che l’hanno portata a scendere in campo in prima persona si può dire che sono state particolari. Aveva mai pensato prima di candidarsi a sindaco?
“Non era nei programmi, si era parlato circa un anno fa di una mia possibile candidatura ma gli scenari politici erano leggermente diversi. Poi si scelse di sostenere un candidato che andava al di là degli schieramenti politici convenzionali, che non avesse mai svolto attività politica”.

Inizialmente, con il suo partito avevate deciso di sostenere la candidatura di Massimo Costa. Poi avete fatto un’altra scelta.
“Avevamo chiesto una discontinuità politica col passato, con un percorso prestabilito per quanto riguarda le alleanze. Abbiamo ritenuto la sua apertura al Pdl, con tanto di appello ad alcuni dirigenti politici, come una presa di posizione fortemente in contrasto rispetto alle decisioni che avevamo assunto. Da qui l’idea repentina di scendere in campo personalmente, proposta dai miei amici di partito e della coalizione, per dare un inversione di tendenza. La mia è una candidatura politica, di sintesi tra le liste che mi aiuteranno”.

Quali sono le liste che la sostengono, ad oggi?
“Futuro e libertà, l’Mpa, Mps e Palermo Avvenire. Nelle prossime ore si aggiungeranno altre liste”.

Garantire un segnale di discontinuità politica con la precedente amministrazione è uno dei punti fermi della sua candidatura. Però per un certo periodo lei ha fatto parte della giunta Cammarata.
“Ci sono dati e delibere che parlano chiaro: prima che diventassi assessore alle aziende partecipate, queste si comportavano come soggetti privati quando si trattava di fare assunzioni e come enti pubblici quando bisognava richiedere fondi. Non andava bene e feci una delibera in cui bloccavo consulenze e assunzioni esterne oltre che le promozioni scellerate. Tutto questo, per esempio, ha permesso alla Gesip di chiudere il bilancio in attivo, oggi inimmaginabile. C’era da dedicarsi tanto a quell’assessorato ed io l’ho fatto. E i risultati allora si erano visti. Poi nel febbraio del 2008 mi sono dimesso a  causa di forti contrasti con l’amministrazione e dopo di me quell’assessorato venne chiuso. Dal 2008 la città non è più stata amministrata: gli ultimi quattro anni sono stati un disastro. Per questo vogliamo dare un senso di discontinuità col passato. E sottolineo che sono tutti fatti facilmente riscontrabili”.

Ma è consapevole delle difficoltà cui andrà incontro il prossimo primo cittadino?
“Assolutamente si. A tal proposito rivolgo anche un appello a tutti gli altri candidati sindaco, affinchè siano consapevoli prima di essere eletti - ma mi auguro che sarò io -  di ciò che andranno a trovare. Io ho già fissato per giovedì un incontro con il Commissario straordinario del Comune, Luisa Latella , per capire soprattutto lo stato del bilancio. Che nessuno dica di non sapere come stavano realmente le cose o si lamenti per come ha trovato i conti”.

Ha già pensato a qualche nome per la giunta?
“Prima di rinunciare alla carica di segretario politico del mio partito per candidarmi, avevo individuato il nome di Sebastiano Tusa da proporre all’eventuale sindaco. Un archeologo di fama internazionale e che oggi è schierato con noi e sarà anche candidato. Al di là di politici e tecnici, al giorno d’oggi c’è bisogno di competenza”.

Una cosa che è mancata in passato è stata una programmazione chiara da parte dell’amministrazione. Lei come pensa di agire in proposito?
“L’ideale sarebbe quello di fare due step: negli ultimi anni abbiamo assistito ad assessori che cambiavano deleghe ogni due settimane. La mia idea sarebbe quella di fare una programmazione di almeno metà consiliatura per fare poi un punto della situazione su come spendersi per gli ultimi due anni e mezzo. Questo è un obiettivo che ci dobbiamo fissare”.

Uno dei suoi maggiori alleati è il governatore Lombardo. Cosa vi siete detti?
“Mi ha dato ampia disponibilità per sostenere il Comune di Palermo. La Regione sarà al nostro fianco, questo è molto importante”.

Quali sono i principali punti del suo programma?
“Innanzitutto la ristrutturazione delle aziende: quasi tutti i servizi che rendono vivibile la città fanno capo alle partecipate. Bisogna creare una holding, pubblica,  che accorpi le società, razionalizzando i costi e dando vita a un prepensionamento di circa 1.800 dipendenti che potrà consentire al Comune un risparmio di circa 70 milioni di euro annui alla voce stipendi. Senza tagliare nemmeno un posto di lavoro. Poi uno dei miei eventuali assessorati sarà quello al Decoro urbano, per controllare a livello capillare il territorio. Ci sono degli angoli di Palermo molto belli ma con a fianco fognature rotte o discariche a cielo aperto. E’ necessario ridare decoro alla città”.

Quella dei rifiuti è un’emergenza quasi costante in città. Come intende intervenire?
“Molti non valutano che c’è un costo di smaltimento in discarica che è di circa 140 euro a tonnellata. Questo costo serve per ripagare i danni ambientali provocati dagli oneri di discarica. Se il cittadino comincia a capire che il peso del rifiuto consegnato nelle isole ecologiche ha un valore che verrà detratto dalla successiva Tarsu – che poi sarà trasformata in Tia – avrà tutto l’interesse a fare la differenziata, perché l’anno successivo pagherà molto meno. Nelle isole ecologiche rilasceranno uno scontrino in base al peso della raccolta e, attraverso una tessera magnetica, verrà fatto il calcolo esatto dell’importo da decurtare”.

Invece riguardo la mobilità?
“Abbiamo la possibilità di attingere ai fondi europei per l’acquisto di vetture elettriche, quanto meno per il centro storico. E poi avrei un’idea pazza, ma fino ad un certo punto: fare un collegamento via mare. Non ne ha parlato nessuno. Noi abbiamo delle fermate naturali che possono essere il porto o la Bandita fino ad arrivare a Sferracavallo e Isola passando per Mondello, Vergine Maria e l’Arenella. Basterebbero due o tre aliscafi. E potrebbe costare veramente poco. I mezzi non si dovrebbero comprare nuovi ma si potrebbe appaltare l’idea a dei privati. Sarebbe attuabile in circa un anno, quindi neanche troppo avanti nel tempo”.

Un’ultima domanda di rito: in caso di elezione, quale sarebbe il suo primo intervento concreto?
“La riapertura di Palazzo delle Aquile ai cittadini. E non soltanto sulla carta”.
 

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