Elezioni, Ferrandelli difende Cuffaro e attacca il Pd: noi trasparenti, altri si "ammucciano"
Il leader dei "Coraggiosi" presenta "Palermo al centro", la sua quarta lista (in totale sono 7). "Con Miccichè tutto chiarito, non faccio dietrologie". E sull'ex governatore: "Non nego che mi abbia aiutato". Affondo ai dem: "Non fanno rinnovare la tessera a chi mi sostiene"
Salgono a sette le liste a sostegno della candidatura a sindaco di Fabrizio Ferrandelli. Oggi è stata presentata la quarta direttamente riconducibile al leader dei "Coraggiosi": si chiama "Palermo al centro" e nel simbolo viene rappresentato uno scorcio della città Arabo-Normanna.
L'occasione è servita a Ferrandelli per tornare sulle fibrillazioni dei giorni scorsi con il commissario siciliano di Forza Italia, Gianfranco Miccichè. Ed ora che è stata evitata ogni ipotesi di rottura - anche grazie alla mediazione di Totò Cuffaro e Saverio Romano - ricostruisce quanto accaduto. "Senza dietrologie" spiega, perché non crede che ci siano state manovre create ad arte o suggeritori che abbiano tramato per rompere "un'intesa già siglata. Nella sostanza - aggiunge - la querelle si è chiarita: è stata riconosciuta la mia autonomia e io ho rispettato le identità di chi ha scelto di stare con me. D'altronde non ho mai messo veti ai simboli; però la forma è sostanza". Il riferimento è alla fuga in avanti di Forza Italia, con i manifesti di Antonio Purpura (ex capo di gabinetto di Miccichè ai tempi dell'Ars). Come dire: io sono il candidato sindaco ed è giusto che si passi da me prima di prendere decisioni importanti.
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Ferrandelli non ha nascosto il ruolo di Cuffaro, vero e proprio collante della sua coalizione: "La simpatia nei confronti della mia candidatura è cosa nota. Mi sono dimesso dall'Ars a luglio 2015, basta la ricostruzione temporale della mia scelta e del mio movimento dei 'Coraggiosi' per capire se sono condizionato e condizionabile oppure no. Non posso negare che Cuffaro mi abbia aiutato dicendomi che le identità non vanno mortificate, ma vanno ben distinte e che le forze politiche non devono rinunciare alla propria storia. Mi è sembrato un ragionamento convincente. I palermitani meritano la verità e chi si candida a governare questa bellissima città ha il dovere della trasparenza".
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Ferrandelli di ammucciarsi, come lui stesso dice, non ha proprio intenzione: "Sono contento di non essere coautore di quella grande mistificazione che sta avvenendo nel campo avverso". Quindi la stoccata al Pd: "Il mio ex partito si sta camuffando assieme agli alfaniani e, dopo cinque anni di opposizione all'amministrazione Orlando, ha fatto una scelta di convenienza. Cosa ancora più grave sta impedendo ai militanti che mi vogliono sostenere di rinnovare la tessera". Adesso però c'è da fare i conti con un avversario, Leoluca Orlando, che secondo Ferrandelli "è più forte dei grillini. Rispetto la proposta politica del M5S ma non è preponderante all'interno della città. La partita è con Orlando e si gioca sulla soglia del 40%, come ci dicono i nostri sondaggi".
Ed eccolo passare all'attacco del suo principale avversario. "Dobbiamo metterci alle spalle 25 anni di amministrazione Orlando e per vincere serve una coalizione più ampia possibile". Nel mirino c'è anche Crocetta: "Le forze che lo sostengono alla Regione sono con Orlando e, con un'operazione ipocrita, si stanno nascondendo dietro un simbolo senza identità". Dalla sua invece ci sono quelle che Ferrandelli definisce "forze di centro". Sì perché, aggiunge, "la destra è rappresentata da Fratelli d'Italia e Lega, che hanno scelto un altro candidato. Con me ci sono le forze che si riconoscono nel Ppe e che stanno dando una connotazione territoriale all'allenza. Non è casuale infatti la scelta del nome 'Forza Italia Palermo' per la lista di Fi".
Lista che sosterrà Ferrandelli assieme a quella del Cantiere popolare di Romano e quella che raggruppa gli ex Udc di Cesa (rappresentati da Ester Bonafede), i Comitati civici e Rete Civica Nazionale. Mentre il candidato sindaco - che ha già lanciato le liste dei "Coraggiosi", "Per Palermo con Fabrizio" e "Palermo prima di tutto" - può adesso contare su "Palermo al centro" e forse un'ottava lista. "In 'Palermo al centro' - afferma Ferrandelli - ci sono cittadini normali che vogliono misurarsi e metterci la faccia. Ci sono commercianti, imprenditori, professionisti, addirittura persone che avevano cariche istituzioni in altri paesi del mondo e che sono tornate qui per dare il proprio contributo al cambiamento".
Come Fabio Niosi, 52enne perito chimico industriale, ex assessore di due municipi peruviani: Alto Nanay e Indiana, iIn Amazzonia, dove nasce il Rio delle Amazzoni. "Sono stato assessore ai progetti di cooperazione internazionale. Mi sono occupato di salute ed energia. Con il fotovoltaico ho portato la luce in sei villaggi". Niosi, che in passato ha militato nel Pci e più recentemente è stato membro del Comites, è ritornato a Palermo. E non nasconde l'amarezza per la situazione che si è trovato davanti. "Quando lavori fuori ti premiano, lo hanno fatto sia Crocetta che Orlando, poi però quando sei qui non ti calcolano. Ecco cosa mi ha spinto a candidarmi con Ferradelli che, rispetto agli altri, mi ha aperto le porte".
Daniela Blandi, ristoratrice, è un'altra dei 40 candidati della lista "Palermo al centro": "Mi ribello a questo sistema - dice - e voglio dare voce a chi per troppe volte è rimasto zitto. Come i commercianti, che hanno tanti problemi. Io rappresento questa categoria, vessata da troppe autorizzazioni irragionevoli e che deve fare i conti con lo scarso servizio offerto dai vigili urbani".