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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Consiglio a passo di bradipo, uffici al palo e assessori in affanno: le elezioni bloccano la città

La campagna elettorale in vista del voto di domenica ha "ingessato" Sala delle Lapidi: solo due delibere a febbraio e inizio d'anno da dimenticare. Comune al rallentatore tra mancanza di personale tecnico e "impegni" del sindaco. L'annunciato rimpasto di Giunta darà una svolta?

Un mese di sostanziale stallo. Un 2018 a passo di bradipo. Poco, pochissimo si è fatto a Sala delle Lapidi nei primi due mesi dell'anno. Il Consiglio comunale ha preferito, di volta in volta, di rinviare gli atti importanti. Insomma si è deciso di non decidere, "igessando" di fatto l'attività consiliare. Il motivo? Semplice: la campagna elettorale in vista del voto di domenica. Come dicevano i latini ubi maior minor cessat, ovvero "in presenza di quel che possiede più potere o importanza, chi ne ha meno perde la propria rilevanza". Dove in questo caso chi possiede più potere è la politica (leggasi partiti) e chi ne ha meno è la città, con tutto il suo carico di problemi.

Solo nel mese appena trascorso, la produttività del Consiglio si è limitata a due delibere: il 2 febbraio è stata votata la proroga fino al 30 aprile dei dehors che si trovano su strade di tipo E ed F; mentre il 26 febbraio sono stati apportati i correttivi al bilancio consuntivo 2014 e al preventivo 2015 chiesti dalla Corte dei conti. Null'altro. Non si è più discusso del nuovo regolamento Tari con la proposta della Giunta di dilazionare il tributo in quattro rate anziché due (provvedimento praticamente uscito dalle priorità d'agenda della stessa Giunta), non si è affrontato il "nodo" Sispi e il necessario rinnovo della convenzione per scongiurare il rischio d'annullamento di multe pari a 65 milioni di euro e si è rinviato pure l'adeguanento degli statuti delle ex municipalizzate al testo unico sulle società partecipate (decreto legislativo numero 175 del 2016).

Tutto rinviato dopo le elezioni, quando Sala delle Lapidi si troverà sul groppone anche il rinnovo del regolamento dehors, il regolamento dei mercati generali, il bilancio consolidato 2016 (che ha già avuto l'ok dalla Giunta), il piano della pubblicità, atto quest'ultimo fortemente sollecitato dalle minoranze. L'ordine del giorno, che nello scorso Consiglio comunale veniva smaltito con buona celerità, adesso si "ingrossa" in modo preoccupante. L'organizzazione dei lavori d'Aula deve fare i conti con diversi ostacoli. Il presidente del Consiglio comunale, Totò Orlando, ha tirato un po' il freno a mano dopo il rinvio a giudizio chiesto dalla Procura per tentata concussione nell'ambito di un processo che vede coinvolto anche il dirigente comunale Antonino Rera (per lui l'accusa è di favoreggiamento personale).

La gestione operativa del Consiglio è divenuta di fatto appannaggio del vicepresidente Giulio Tantillo, deputato uscente alla Camera, candidato con Forza Italia in questa tornata elettorale per le Nazionali. Tantillo è l'unico consigliere candidato. A Sala delle Lapidi, però, sono parecchi i consiglieri comunali impegnati a sostegno di vari uomini di partito. La campagna elettorale ha assorbito anche le energie del sindaco Leoluca Orlando, in campo al fianco di Fabio Giambrone dopo l'ingresso nel Pd e l'ok alla candidatura del suo braccio destro. E così accanto alle uscite ufficiali, su tutte la "vetrina" di Palermo capitale italiana della cultura, Orlando ha intensificato la sua attività politica. Non disdegnando incontri ufficiosi (lontano da taccuini, microfoni e telecamere) ad esempio all'interno delle aziende partecipate, piuttosto che in altri consessi. 

Tutto legittimo, per carità. Resta adesso l'auspicio, formulato da più parti, che queste elezioni vengano archiviate in fretta e il sindaco ritorni ad affrontare - riservando il 100% di energie e tempo - alle emergenze della città. Che non si riducono soltanto all'emergenza idrica, ma toccano pure l'economia di Palermo. Due uffici del Comune strategici per le imprese, il Suap e l'Edilizia privata (ora Polo tecnico), soffrono l'ormai cronica carenza di dirigenti tecnici. Il concorso bandito dall'amministrazione per coprire 14 posti vacanti procede, anche qui, a passo di bradipo.

La mancanza di personale tecnico ha una ricaduta negativa, che si tocca con mano, sulle imprese e sull'attività di progettazione di opere pubbliche già finanziate con fondi nazionali ed europei. Bisogna quindi rimboccarsi le maniche e fare in fretta perché senza dirigenti tecnici tutto si complica. Un esempio? Proprio ieri il Cipe ha assegnato a Palermo 90 milioni di euro per interventi nel centro storico cittadino. Senza progetti esecutivi però sarà difficile portare a compimento interventi di manutenzione straordinaria del patrimonio culturale (a partire dai grandi teatri), di riqualificazione urbana di recupero del patrimonio edilizio pubblico e privato. E che dire delle opere previste nel Patto per Palermo? La strada appare in salita.

Lo sprint in questa sindacatura - la quinta di Leoluca Orlando - ancora non si è visto, non solo nel funzionamento della macchina burocratica ma anche nell'attività d'indirizzo politico. Per affrontare la salita servono "muscoli". Il sindaco, che ha sempre trainato la squadra degli assessori, ha da tempo chiesto ai suoi di incrementare il tasso politico. Il cambio di passo finora non c'è stato, anzi alcuni assessori sono già in affanno. Non è un mistero che dopo le elezioni ci sarà un rimpasto di Giunta con l'ingresso dei partiti: a dettare i tempi sarà sempre e solo il sindaco Orlando, che dovrà anche scegliere i nuovi vertici delle società partecipate. Alla Città metropolitana, con la nomina di Antonio Tomaselli ad amministratore unico di Palermo Energia, è iniziato il valzer. Una ventata di novità è all'orizzonte: riuscirà il sindaco ad imprimere una svolta alla Giunta e al Consiglio comunale? La città aspetta con ansia.

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