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La corsa a Palazzo d'Orleans

De Luca contro tutti: "Salvini perde voti, Miccichè poco lucido e Musumeci inclassificabile"

Per il sindaco dimissionario di Messina e candidato governatore in Sicilia "l'abbraccio" con la Lega si rivelerà "mortale" per i forzisti. E sul modello Draghi: "Sempre gli stessi uomini che passano da un partito all'altro"

"Sono rimasto talmente basito che ancora mi devo riprendere...". Scherza Cateno De Luca, sindaco dimissionario di Messina e candidato governatore in Sicilia. La lista 'Prima l'Italia' lanciata nei giorni scorsi da Matteo Salvini come primo esperimento di federazione del centrodestra in vista dei prossimi appuntamenti elettorali nell'Isola non lo entusiasma. "Un'operazione camaleontica a tutti gli effetti", dice. Anche perché, sottolinea, "ormai Salvini perde sempre più consensi". Di più: quel progetto è "un modo per evitare il confronto con la Meloni, un confronto che lo vede perdente" a ogni match.

Le distanze con il leader del Carroccio sembrano profonde: "Non lo sento da oltre un mese. Non abbiamo niente da dirci. Dopo la mia ultima assoluzione perché 'il fatto non sussiste' mi sarei aspettato delle scuse da lui, che all'epoca del mio arresto mi aveva indicato come un 'delinquente seriale', dicendo che avevo bussato alle porte della Lega nell'ottobre del 2017 per candidarmi nel partito e che lui, uomo saggio, aveva detto 'no'". Le questioni personali, però, sono archiviate. Il ragionamento è politico e per De Luca la mossa del leader del Carroccio non è altro che "un tentativo, a mio avviso vano, di 'aggredire' un'area di centro".

"A destra ormai non ha più spazio, anzi perde sempre più terreno - è la tesi dell'ex sindaco -, così cerca di conquistare terreno al centro, con la sponda di una parte di Forza Italia che forse ormai non ha più storia dentro quel partito". Proprio il leader degli azzurri in Sicilia, Gianfranco Miccichè, ha rivendicato la paternità dell'idea. "Abbiamo spinto noi Matteo Salvini a compiere questa scelta" ha detto ieri il presidente dell'Ars, per il quale la mossa del 'capitano' è "un gesto di grande generosità e coraggio". "Miccichè? Ultimamente non ho visto grande lucidità nelle sue strategie", taglia corto De Luca, per il quale "l'abbraccio" con il Carroccio si rivelerà "mortale" per i forzisti. "Il primo esperimento sarà in Sicilia, che dovrà fare da laboratorio o forse da cavia...".  

Per l'ex sindaco da tempo in campo per la corsa a Palazzo d'Orleans la scelta di Miccichè punta a creare "un polo che possa mettere in discussione la ricandidatura di Musumeci. Io invece tifo per lui: è il mio migliore avversario. Sto facendo di tutto perché venga ricandidato... per poterlo battere". Proprio sul bis di Musumeci la leader di FdI sembra intenzionata a tirare dritto. "Meloni ha fatto una scelta di campo: non vuole governare ma diventare l'unica padrona dell'opposizione, magari anche raggiungendo il 30 per cento. Cosa provocherà questa scelta? Ci ritroveremo di nuovo con un governo di centrosinistra". Nessuna possibilità, dunque, che il centrodestra ritrovi l'unità e un candidato unico alla Presidenza della Regione? "Assolutamente no, ci sono troppi nani della politica", spiega De Luca, che boccia senza appello anche l'ipotesi di un modello Draghi in Sicilia. "Una grande minc... utile solo a nascondere un'azione gattopardesca. Chi sono i protagonisti di questa operazione? Settantenni che non vogliono andare via e tentano improbabili maquillage per rifarsi una verginità. Sempre gli stessi uomini che passano da un partito all'altro. Questi 70enni non possono pensare di continuare a governare la Sicilia, a essere i padroni di ogni dinamica".

L'ipotesi di un passo indietro per De Luca non è assolutamente all'ordine del giorno. "Ho rifiutato il massimo che mi avevano offerto: la vice presidenza della Regione con la delega al Bilancio. Non mi sono dimesso da sindaco per fare il secondo a qualcuno. Ho le mani libere, non ho fatto compromessi al ribasso, sono un uomo dell'amministrazione più che della politica e questo mi rende totalmente diverso dagli altri. Ho competenza ed esperienza amministrativa e la coerenza delle mie scelte". Come l'ultima: correre da solo, senza l'appoggio degli apparati di partito. "Meglio solo che male accompagnato", dice spiegando che il suo obiettivo è "farli fuori tutti politicamente in un colpo solo, replicare la formula Messina. Sono l'unico che può dare dei colpi di accetta per risistemare il sistema Sicilia". Nella corsa alla Presidenza della Regione non lo spaventa né l'eventuale sfida con il leghista Nino Minardo, che "non ha mai amministrato niente, neppure un condominio", né quella con il governatore uscente. "Sbaglia chi dice che Musumeci in questi 4 anni e mezzo ha commesso errori. Non ne ha fatti semplicemente perché in tutta la legislatura non c'è una sola riforma che può essere attribuita a questo governo. Non ha commesso errori perché non ha fatto nulla e il suo immobilismo ha aggravato il quadro ereditato, dai rifiuti all'acqua. Un voto a Musumeci? Inclassificabile".

fonte: Adnkronos

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