Il Pd prova a ricompattare il centrosinistra, Filoramo: "Per vincere le Comunali stop a veti e divisioni"
Il segretario provinciale dei democratici lancia l'operazione "reset", chiamando a raccolta progressisti, moderati, M5S, forze civiche e di sinistra per costruire programma e coalizione in vista delle Amministrative. Lagalla? "E' di destra, impossibile sostenerlo". Il matrimonio con Orlando? "E' stata una cosa buona, ma basta uomini soli al comando"
Archiviare la stagione delle divisioni e dei veti per ricompattare il centrosinistra in vista delle elezioni Comunali e restare alla guida di Palazzo delle Aquile anche nel dopo-Orlando. Rosario Filoramo, segretario provinciale del Partito democratico, lancia l'operazione "reset" e chiama a raccolta "tutte le forze progressiste, di sinistra, riformiste e moderate, insieme alle esperienze civiche e al M5S per progettare programma e alleanze". Un confronto "largo e aperto", nel quale "il Pd metterà a disposizione di tutti le idee e le proposte elaborate dai nostri dipartimenti tematici nel corso dell’ultima Festa dell’Unità".
Pochi giorni fa si è conclusa la prima Festa dell'Unità dell'era post Covid. Qual è il bilancio che traccia da segretario provinciale del Pd?
"Un grande successo di partecipazione. Oltre 10 mila presenze in sei giorni di Festa, 21 dibattiti con 150 relatori. Palermo ha bisogno di buona politica e il Pd ha risposto nonostante il Covid".
Vero è che c’è il Covid, ma un tempo la festa dell'Unità era più pop. Non è che l'elettorato del Pd si è un po' troppo imborghesito? Quanti sono e chi sono oggi i tesserati del Pd?
"Assolutamente no. Organizzare la Festa, il primo grande evento politico in presenza in fase di Covid è stato un grande rischio che abbiamo voluto correre. Ricordo infatti che per responsabilità della Giunta Musumeci, la Sicilia è ancora in zona gialla. La gente ha partecipato per la politica, ma anche per gli eventi di intrattenimento, per i quali ringrazio gli amici del parco Villa Filippina. Questa è stata la prima Festa organizzata da quando è stato abolito il finanziamento pubblico ai partiti. La prima senza funzionari e dipendenti di partito. Il nostro capitale sociale sono i 2.197 iscritti al Pd palermitano, che ci hanno consentito di realizzare qualcosa di completamente nuovo rispetto al passato, la festa che si è retta sulla disponibilità del nostro vasto gruppo dirigente che l'ha progettata, organizzata e gestita. Mi lasci dire che sono orgoglioso del nuovo Pd palermitano".
Cosa risponde a chi ha definito la presenza di Miccichè alla Festa dell'Unità "una cosa imbarazzante"?
"Quando si fa politica alla luce del sole e non si fanno accordi con personaggi di dubbia reputazione, come è successo nel recente passato anche in alcuni Comuni del Palermitano che sono stati sciolti per mafia, credo che non ci debba essere alcun imbarazzo. Abbiamo invitato alla Festa insieme al presidente dell’Ars anche Claudio Fava, Mariella Maggio e Giancarlo Cancelleri per parlare del futuro della Sicilia. Nessuno mi è parso imbarazzato".
Proprio con Miccichè si è parlato di un campo largo: il dialogo con i moderati però non piace a M5S e Sinistra Comune... Quale potrebbe essere allora il perimetro della coalizione di centrosinistra alle prossime Comunali? Italia Viva sta dentro o fuori?
"Gli elettori delle grandi città italiane che hanno votato il 3 e 4 ottobre ci hanno detto che è possibile sconfiggere nettamente le forze di destra e sovraniste, quando i partiti di centrosinistra mettono da parte veti e contro-veti e si alleano su un programma comune. A Napoli e a Bologna si vince nettamente al primo turno con coalizioni larghe che vedono attorno al Pd aggregarsi Sinistra e M5S da una parte e forze moderate e riformiste quali Azione, +Europa e Italia Viva dall’altra. Stessa aggregazione dovrà ragionevolmente nascere anche in quelle città, come Torino e Roma, dove i candidati del Pd andranno al ballottaggio contro i candidati della destra. Si tratta di una scelta ineluttabile. Una scelta dettata dal fatto che la destra populista si batte con la sobrietà, la serietà ed il buon senso, ma soprattutto con la coesione. Va definitivamente archiviata la stagione delle divisioni e dei veti, per vincere si deve marciare uniti. E’ chiaro che tutto ciò dovrà valere ancora di più a Palermo e in Sicilia. Alimentare artificiose divisioni e spaccature all’interno del Pd e tra le forze di sinistra, moderate e riformiste è un atto autolesionistico di chi gode delle liti e confida di potere spartirsi le misere spoglie che resterebbero in campo. L’ho già detto e lo riaffermo, a Palermo occorre resettare tutte le posizioni assunte in questi ultimi anni, bisogna mettere alle spalle le divisioni ed i contrasti che ormai non servono più. A nessuno chiedo di abiurare le posizioni assunte, ma bisogna derubricarle in una stagione che ormai si chiude. Apriamone una nuova: da un confronto largo e aperto potremo far decollare la Palermo del 2030".
Orlando ha detto che Lagalla è espressione della destra estrema, Lagalla invece si definisce un moderato. E' fantapolitica l'ipotesi di un sostegno a Lagalla anche da parte di "pezzi" del centrosinistra?
"Impossibile sostenere un uomo che siede nella Giunta Musumeci e lo è stato anche con Cuffaro. Lagalla è un politico di destra".
Il vostro candidato sindaco di Palermo passerà dalle primarie oppure no?
"La coalizione sceglierà insieme la modalità di selezione del candidato sindaco, l’importante è condividere il progetto per Palermo 2022".
Fino al recente ingresso di Orlando nel Pd quello tra il Professore e i dem è stato un rapporto tormentato. Spesso il sindaco ha bistrattato il Pd, salvo poi "rifugiarsi" in un partito che ha una dimensione nazionale in un momento abbastanza critico per il Comune. E' stato un matrimonio d'amore o di interesse?
"E' stata una cosa buona. La stagione degli uomini soli al comando è ormai terminata, la politica si svolge dentro i partiti, per fortuna il Pd è ‘il partito’".
Che apporto potrà dare un Orlando non candidato alle prossime Comunali? E alle Regionali come vedrebbe una sua candidatura?
"Sono certo che non verrà meno il contributo di un uomo che ha caratterizzato positivamente la storia degli ultimi 35 anni della nostra città. Dicevo prima che il Pd è un partito, certamente il nostro segretario regionale opererà affinché si possa individuare la migliore candidatura per sconfiggere Musumeci e restituire la Sicilia all'Italia ed all'Europa".