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Giovedì, 21 Settembre 2023
Elezioni comunali 2022

Consiglio, oltre 200 voti ai candidati arrestati per i patti coi boss e più di 4.100 agli "impresentabili"

Una parte dell'elettorato non ha rinunciato a dare la preferenza a Francesco Lombardo di Fratelli d'Italia (160) finito in cella col mafioso Vincenzo Vella qualche giorno fa e neppure a Pietro Polizzi di Forza Italia (55) che dialogava con Agostino Sansone e si era pure ritirato dalla competizione. Eletti a Sala delle Lapidi due politici con problemi giudiziari

Sarà stato l'appello della figlia a votarlo lo stesso, lanciato a poche ore dal suo arresto, ma Francesco Lombardo, candidato al Consiglio con Fratelli d'Italia e finito in carcere venerdì scorso per voto di scambio politico-mafioso, è riuscito ad ottenere comunque ben 160 voti (quando lo spoglio si è concluso in oltre 570 seggi su 600). Neanche quindi la grave accusa e il fatto che si trovi al momento dietro le sbarre ha spinto gli elettori a fare una scelta diversa. L'altro candidato, arrestato per lo stesso motivo, Pietro Polizzi (Forza Italia) ne ha presi "solo" 55, anche se - attraverso il suo partito - aveva fatto sapere che, alla luce dell'inchiesta, si ritirava dalla competizione elettorale.

Eletti due "impresentabili"

Una parte dei votanti, poi, ha deciso di concedere la propria preferenza anche ai così detti "impresentabili". Primo tra tutti Giuseppe Milazzo (Fratelli d'Italia), sotto processo per concussione, che ha ottenuto 1.786 voti ed entra dunque in Consiglio, così come Giuseppe Lupo (Pd), sotto processo per corruzione, con 1.361 voti. Totò Lentini (capolista di Alleanza per Palermo sotto processo anche lui per concussione) ha conquistato 740 preferenze e Francesco La Mantia (in corsa con la lista "Noi con l'Italia", condannato in primo e in secondo grado per riciclaggio) ne ha avuti 233 voti.

Gli arresti per voto di scambio politico-mafioso

Polizzi e Lombardo sono stati arrestati proprio alla vigilia del voto perché, nell'ambito di indagini più vaste, la Dda guidata dal procuratore aggiunto Paolo Guido ha intercettato in queste settimane alcune conversazioni dei due politici con altrettanti mafiosi. Polizzi discuteva con uno storico boss dell'Uditore, Agostino Sansone (finito in carcere assieme ad un suo collaboratore, Gaetano Manlio Porretto) e gli diceva, tra l'altro: "Se sono potente io siete potenti anche voialtri!" e faceva poi riferimento anche ad un cantiere (i Sansone sono imprenditori edili). Per questo gli inquirenti sostengono che ci sarebbe stato un accordo per avere voti in cambio di favori. Accuse che i due indagati hanno integralmente respinto durante gli interrogatori.

"Una ventina di voti me li fai avere?"

Nel caso di Lombardo, invece, i dialoghi captati erano molto più espliciti, perché si parlava concretamente di voti. Il politico discuteva con il boss di corso dei Mille, Vincenzo Vella: "Una ventina di voti me li fai avere?" e il mafioso garantiva di sì. Quando Lombardo gli ricordava di essere un geometra e che, a suo dire, sarebbe andato in commissione Urbanistica, Vella gli chiedeva: "Il suolo pubblico te lo puoi sbrigare?". 

Gli interrogatori

Lombardo e Vella sono stati interrogati questa mattina dal gip e hanno deciso di rispondere alle domande per respingere ogni accusa. In estrema sintesi, i due avrebbero spiegato di conoscersi da tempo e che avrebbero discusso di questioni personali. Secondo la loro versione, quindi, nessun accordo tra il politico e il boss per ottenere i voti dei clan in cambio di favori.

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