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La candidatura di Faraone allontana Tamajo e Italia viva, caos al centro nella corsa per Palermo

Il deputato regionale parla di "frattura insanabile" e propone l'azzeramento di tutte le candidature. Ma i coordinatori cittadini di IV lo attaccano: "Mister caos, non si capisce in quale coalizione si collochi"

“Una frattura insanabile, questo non è rispetto, è mancato del tutto il bon ton istituzionale”. Non si tiene Edy Tamajo dopo la discesa in campo di Davide Faraone per la carica di sindaco di Palermo. “Non è ammissibile – dice a PalermoToday - che il gruppo parlamentare siciliano apprenda questa notizia alla Leopolda, senza alcuna condivisione prima”. In un momento in cui il centrodestra è alle prese con un numero ancora spropositato di candidati per Palazzo delle Aquile, la mossa a sorpresa di Matteo Renzi di candidare il suo "delfino" siciliano rischia di fratturare ancora di più la coalizione, con i sovranisti che ora scalpitano per questo eccessivo spostamento del baricentro a sinistra. Lega e Fratelli d’Italia, d’altronde, avevano già fatto fatica a digerire l’accordo di Forza Italia con il gruppo di Sicilia futura-Italia Viva voluto da Gianfranco Micciché all’indomani delle ultime elezioni amministrative in Sicilia. "Dalla padella alla brace: dopo il trentennio orlandiano, adesso Palermo rischia di finire in mano a un… Faraone qualsiasi", ironizza Sabrina Figuccia, consigliere comunale della Lega.  

“Ma se Italia viva non è d’accordo con questa federazione col centrodestra, lo dica chiaramente: Sicilia futura la farà ugualmente”, precisa Tamajo, che lancia anche una sfida: “Azzeriamo tutte le candidature finora avanzate e ripartiamo da un programma per ‘Salvare Palermo’. Non ho ancora sentito quasi nessuno parlare di programmi, di proposte, di idee, di cultura, di ambiente, di servizi, di infrastrutture, di aziende partecipate. La politica sta dando uno spettacolo indegno in un momento gravissimo per la nostra città”.

Netta, però, la censura da parte dei coordinatori di Italia Viva Palermo, Marcello Caruso, Giulia Noera e Tony Costumati: “L’onorevole Tamajo è una sorta di ‘Mister caos’, un uomo in totale ed imbarazzante confusione. E lo è talmente tanto che quando interviene non si capisce a quale partito aderisca e in quale coalizione si collochi. Partecipa al tavolo della coalizione di centrodestra per la scelta del candidato a sindaco con Lega e Fratelli d’Italia ma mantiene nell’amministrazione comunale di centrosinistra due suoi uomini, il presidente dell’Amat e il vice all’Amg". "A che titolo - proseguono - fa appello ai candidati sindaci di fare un passo indietro? E poi, ciliegina sulla torta, ci resta male se Faraone non lo chiama per concordare la sua discesa in campo. Crediamo che se il presidente dei senatori di Italia Viva avesse voluto ascoltare il parere di Tamajo sulla sua candidatura l’avrebbe certamente incontrato. Se non l’ha fatto, Mister caos dovrebbe darsi una risposta”.

Il primo tra i candidati che risponde alla provocazione di Tamajo è Roberto Lagalla, assessore regionale all'istruzione: "Non sono mai entrato in campo, non vedo perché dovrei uscirne per poi rientrarvi. Siamo tutti a bordo campo, aspettiamo un allenatore che possa dare un assetto alla squadra".

Articolo aggiornato il 22 novembre 2021 alle ore 17.36 // inserita dichiarazione di Roberto Lagalla

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