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Giovedì, 18 Aprile 2024
Elezioni comunali 2022

Rita Barbera e la sua corsa a sindaco senza partiti: "Palermo prigioniera delle emergenze, va liberata"

L'ex direttrice di Ucciardone e Pagliarelli, in campo con due liste indipendenti, punta il dito contro l'amministrazione Orlando: "Lascia un disastro, mancano i servizi minimi". Critiche alle forze politiche: "Irrispettoso il loro ritardo nei confronti degli elettori". Dialogo col centrosinistra? "Vedremo in caso di ballottaggio"

Domenica, al parco di Villa Tasca, è prevista la sua prima uscita pubblica da candidato sindaco. Già da diversi mesi però Rita Barbera - ex direttrice delle carceri Pagliarelli e Ucciardone, ma anche della casa circondariale Cavallacci di Termini Imerese - è scesa in campo. Da sola. Senza partiti alle spalle. Una scelta ponderata, voluta. Anche se non esclude il dialogo con l'area di centrosinistra, quella che più si avvicina al suo credo politico. "Attenzione però - ammonisce - io non sono una candidata di centrosinistra. Il mio è un progetto per la città: metto a disposizione dei palermitani la mia esperienza professionale per liberare Palermo dalle emergenze croniche di cui è prigioniera". 

Carlo Ramo, suo uomo comunicazione, annuisce. Il pubblicitario, autore dello slogan "Il sindaco lo sa fare" - tormentone che ha contrassegnato nel 2012 il ritorno di Leoluca Orlando a Palazzo delle Aquile - e di molte altre campagne di comunicazione politica, la segue passo dopo passo: dagli incontri in giro per la città al quartier generale stabilito in un ufficio di via Notarbartolo, proprio dove c'è l'albero Falcone. Un luogo simbolo per chi come Rita Barbera ha vissuto l'epoca del maxiprocesso e delle stragi. Ma anche del post stragi, "periodo in cui - ricorda - ho gestito quasi tutti i mafiosi al 41 bis tornati in Sicilia per l'appello del maxiprocesso, dopo essere stati reclusi nelle carceri speciali delle isole minori italiane". Tre anni fa il pensionamento, oggi l'avventura in politica per Rita Barbera, che nella corsa a sindaco sarà sostenuta da due liste indipendenti di aspiranti consiglieri. Lei stessa sarà anche tra i candidati a Sala delle Lapidi.    

A differenza di altri candidati, che hanno iniziato da poco o non hanno proprio iniziato la campagna elettorale, lei ha già avuto modo di girare per la città e incontrare gente. In che stato di salute trova Palermo, cosa vogliono i palermitani e cosa pensa dei partiti che stanno ancora discutendo di perimetri, alleanze e candidati a circa due mesi dal voto?
"Ho deciso di iniziare la mia campaga elettorale lo scorso settembre perché sono convinta che i cittadini debbano conoscere bene chi si candida a sindaco. Trovo irrispettoso il ritardo dei partiti: non è corretto calare dall'alto un nome all'ultimo minuto e dire agli elettori 'votate!'. E' una logica che non mi appartiene. Una candidatura va riempita di contenuti, chi si candida ha l'obbligo di dire ciò che vuole fare. Io che sono conosciuta solo da una parte della città. ho deciso di anticipare i tempi. La mia non è una candidatura che arriva da tatticismi. Da quello che ho potuto constatare i palermitani non si sentono rispettati. L'incuria e le emergenze croniche che attanagliano la città sono la cifra di questa mancanza di attenzione. L'attuale amministrazione non ha saputo dare le necessarie risposte alle istanze dei palermitani".

Il cambiamento culturale tanto sbandierato dal sindaco Orlando in questi anni, a suo avviso, c'è stato davvero?
"Non so a quale tipo di cambiamento culturale Orlando si riferisca. Se si tratta di un cambiamento d'immagine forse sì; se parliamo di rispetto delle regole e di educazione civica credo di no. No, non c'è stata l'adesione dei cittadini".

Secondo lei, che è stata direttrice di vari penitenziari, Palermo si può rieducare?
"Assolutamente sì. Con un lavoro duro, serio, di coinvolgimento e di responsabilizzazione dei cittadini ce la possiamo fare. Ne sono sicura. La mia esperienza professionale mi dice sì, l'ho sperimentato sul campo con i detenuti, che vengono considerati lo scarto della società, motivo per cui sono coinvinta che questa città possa cambiare". 

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I conti del Comune sono in rosso, mancano i bilanci di previsione 2021 e 2022: l'amministrazione Orlando, anziché dichiarare il dissesto, ha optato per un piano di riequilibrio che fa raddoppiare le tasse. In queste condizioni come sarà possibile garantire l'efficienza di quei servizi - manutenzione strade, cimiteri, rifiuti, trasporti... - che già oggi sono carenti?
"Questa amministrazione lascia un'eredità disastrosa in termini economici. Non avere i bilanci approvati ed essere vincolati ad un piano di riequilibrio pone il Comune in una condizione di oggettiva difficoltà. Però, avendo avuto un'esperienza amministrativa, so che con l'assunzione di responsabilità e un atteggiamento che mira al bene comune più che alla ricerca del consenso, probabilmente qualche soluzione efficace si può trovare. Ricordo che Napoli è da dieci anni sottoposta a piano di riequilibrio e De Magistris ha governato per due mandati consecutivi. Una parte del piano di riequilibrio può essere rimodulata. Non sono un tecnico ma dico che se c'è una buona programmazione qualcosa si può fare. Purché si stia coi piedi per terra. Palermo meriterebbe un progetto di più ampio respiro. Da donna pragmatica quale sono però dico che prima bisogna 'pulire casa'. Mi riferisco al Ponte Corleone, al 'tappo' di viale Regione all'altezza di Lidl, ai cimiteri e via discorrendo. Amministrare non è facile, il prossimo sindaco ha il compito di comunicare correttamente coi cittadini. Oggi i servizi minimi non vengono assicurati: è una questione di sciatteria più che di impossibilità oggettiva. Ogni giorno i palermitani escono con la consapevolezza di dover fare tutto da soli: non un vigile per le strade, lunghe attese alla fermata dei bus se non si ha il privilegio di abitare nell’asse della linea 101, niente posteggi, interruzioni e buche continue, marciapiedi disastrati, e per finire immondizia dappertutto. Ebbene nonostante questo Palermo non è il far west e questo lo si deve al senso di appartenenza alla città che, a dispetto di quanto si dica, esiste ed è forte. E' pure compito di chi amministra praticarlo, rimotivarlo e promuoverlo, soprattutto facendo il proprio dovere".   

Lei ha nel suo curriculum esperienze di centrosinistra come candidata all'Ars con i Ds e con il Pd. Ora ha deciso di correre da sola, cosa l'ha spinta a farlo? Dialogherà con i partiti e cosa intende fare in caso di ballottaggio?
"Bisogna vedere se si andrà al ballottaggio e chi ci arriverà. Una cosa è certa: non dialogherò mai con i sovranisti. Il sistema elettorale prevede gli apparentamenti e io condividerò il percorso politico con i gruppi civici che mi sostengono; non posso decidere da sola. Il quadro politico è fluido, ancora oggi sto cercando di capire. Quella di non avere partiti alle spalle è una scelta voluta. Una scelta di libertà da logiche partitiche che hanno dimostrato di non funzionare bene".

Sui social c'è chi ha ironizzato su quel "già direttrice del carcere Ucciardone" scritto in calce ai suoi manifesti elettorali. Perché questa scelta? E cosa porta da candidato sindaco della sua esperienza nell'amministrazione penitenziaria? 
"L'ho scritto perché è il mio passato professionale che mi identifica. Se avessi fatto scrivere 'già direttrice delle Poste' nessuno avrebbe avuto nulla da obiettare. All'esterno c'è una visione distorta del carcere: non è solo un luogo di repressione, ma un luogo dove si accompagnano le persone verso un'altra possibilità di vita. Ecco, per chi come me crede nel cambiamento delle persone e del sistema, l'esperienza del carcere caratterizza la visione di una città che può farcela ad uscire da questo stato di sofferenza".

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