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Elezioni comunali 2022

Lagalla allo Zen tra montagne di rifiuti e assenza di servizi: "E' la periferia della periferia, la rivoluzione parta da qui"

Il candidato sindaco del centrodestra e dei renziani inizia dalla scuola Falcone il suo tour in camper per la città. L'incontro con la preside Lo Verde (preceduto dalle polemiche) e i volontari del quartiere: "Occorre dare ai cittadini ciò che serve, il Comune deve essere presente per sottrarre i giovani alle tentazioni della mafia"

"Questa è la periferia della periferia, con tante difficoltà non affrontate adeguatamente nel corso degli anni e dove esiste innanzitutto l'emergenza delle persone. E' da qui che deve partire la rivoluzione della città".

Roberto Lagalla, appena arrivato allo Zen, in quella che è la prima tappa del suo tour in camper nei quartieri della città, tende subito l'orecchio alla gente che si è radunata davanti alla scuola Falcone. Un luogo simbolo dello Zen, che il candidato sindaco del centrodestra e dei renziani raggiunge non prima di aver fatto lo slalom tra le bancarelle abusive di improvvisati venditori della domenica, le montagne d'immondizia accatastate ai bordi delle strade, le case popolari diventate zone franche governate da mafia e criminalità.

Ad accoglierlo c'è la preside Daniela Lo Verde, tirata in ballo da Mariangela Di Gangi - storica attivista dello Zen e candidata al Consiglio comunale nella lista di Franco Miceli - per il messaggio Whatsapp con il quale alla vigilia della visita di Lagalla ha chiamato a raccolta residenti e genitori degli studenti della scuola che dirige da nove anni.

"L'intento del mio invito - chiarisce Lo Verde per smorzare la polemica - era quello di dare la possibilità ai cittadini dello Zen di esprimere i bisogni del territorio. Perché non parlare dei problemi del quartiere davanti a una persona, in questo caso un candidato sindaco, venuta ad ascoltarci? L'ho reputata una cosa utile. Se lo avesse chiesto Miceli o qualsiasi altro candidato, avrei fatto lo stesso. Da assessore regionale all'Istruzione Lagalla ha sostenuto questa realtà, con contributi destinati all'edilizia scolastica e ad attività extra didattiche come il piano contro la povertà educativa che si concluderà a giugno".  

lagalla zen B-2

Lagalla non supera mai la soglia della scuola Falcone e davanti al cancello "interroga" i presenti: con la preside e i prof della scuola (non solo della Falcone, ma anche dell'istituto comprensivo Sciascia), c'è anche qualche mamma e i volontari della parrocchia di San Filippo Neri. Uno di loro, Tonino Trapani, respinge al mittente le etichette: "Nel quartiere in tanti, anche i giovani, sono impegnati nell'assistenza ai poveri e in iniziative di solidarietà. Se l'immagine è questa, con l'immondizia per le strade e varie situazioni di degrado, la colpa non è solo di chi abita qui. Molti vengono da fuori a scaricare i rifiuti con i camion".

Lagalla, a tamburo battente, domanda candidamente se esiste un sistema di videosorveglianza. "Professore sulle telecamere c'è l'altolà", rispondono quasi in coro i presenti, lasciando intendere che gli "occhi elettronici" non sono cosa gradita agli spacciatori. Nel frattempo c'è qualcuno che improvvisa una ronda in bicicletta per osservare - a debita distanza e in modo discreto - il gruppo di persone che, al seguito di Lagalla, da lì a poco si muoverà dalla scuola Falcone verso le insule dello Zen.

"Qui - scandisce la preside Lo Verde - ci sono problemi strutturali. La gestione dei rifiuti, ma anche la fognatura. Che non esiste. E la cura degli spazi comuni: ci sono infatti tanti luoghi abbandonati. Anche se il quartiere ha dimostrato di aver mantenuto quello che recentemente è stato creato, come nel caso del campetto di calcio".

lagalla zen C-2

Lagalla "mastica" il suo sigaro e prende nota mentalmente. "Il primo punto di aggregazione dopo la scuola - ragiona coi presenti - deve essere nelle palestre e nei campi sportivi o nei luoghi dove si possono fare attività culturali. Perché fuori dalle classi è difficile che qualcuno tenga un libro in mano...". Ribatte una professoressa: "Non è vero che nessuno studia". Anche se, come aggiunge la preside Lo Verde, "c'è un problema di insuccesso formativo legato alla presenza irregolare a scuola. La dispersione e l'abbandono li abbiamo quasi debellati".

Prima di avviarsi a piedi dentro al quartiere, per fare tappa all'ambulatorio e in parrocchia, Lagalla ha le idee già chiare: "Abbiamo cominciato questo tour in camper dallo Zen, di fronte alla scuola Falcone, proprio nel trentennale della strage di Capaci, perché crediamo che istruzione e formazione sia fondamentali strumenti di emancipazione sociale e personale. L'emanciapazione educativa però ha tempi lunghi, nell'immediato il Comune deve migliorare i servizi. Ho visto condizioni igienico-ambientali drammatiche. Occorre dare ai cittadini ciò che serve, aiutando il mondo dell'associazionismo e del volontariato per sottrarre i giovani alla malavita e alle tentazioni della mafia. L'amministrazione deve essere presente anche attraverso il controllo del territorio, in sinergia con le istituzioni a ciò preposte".

Lagalla parla già da primo cittadino. E qualcuno non esita a chiamarlo sindaco. "Forse, tra parentesi e col punto esclamativo", corregge l'ex rettore, che non rinuncia a rispondere alle polemiche sull'appoggio di Cuffaro e Dell'Utri alla sua candidatura e in ultimo al colpo di spillo di Mariangela Di Gangi alla preside Lo Verde: "Non ha agito come dirigente scolastica ma nella qualità di libera cittadina che esprime un'opinione - sostiene Lagalla - non abbiamo usato i locali della scuola né compulsato dipendenti pubblici. Siamo ad un livello stucchevole di polemiche. Chissà se nei prossimi giorni diranno che sono coinvolto anche nell'attentato alla banca dell'Agricoltura e nella strage dell'Italicus... Questo tipo di strumentalizzazione politica è lontana dalla considerazione della gente".

Infine, a chi lo ha definito come ostaggio dei partiti, replica: "Non sono stato mai ostaggio di nessuno e non comincerò adesso alla mia età. Le valutazioni vanno fatte sugli atti concreti".

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