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L'intervista a PalermoToday

Differenziata in tutta la città e controlli sui cantieri, Miceli: "Orlando ha fatto cose importanti ma ora cambiamo passo"

Così il candidato sindaco del centrosinistra, che cavalca la questione morale dopo l'endorsement di Dell'Utri e Cuffaro a Lagalla: "Preoccupato che due condannati per reati mafiosi facciano politica, sento puzza di comitati d'affari". L'appello agli elettori: "Possiamo vincere al primo turno". Ferrandelli? "Ha le sue ambiguità"

Considera tutto sommato un vantaggio il sostegno di Leoluca Orlando nella corsa a Palazzo delle Aquile, ma rivendica una discontinuità rispetto a certe scelte compiute dall'amministrazione uscente. Franco Miceli, candidato sindaco dell'area progressista (Pd, M5S, Sinistra Civica ed Ecologista), ostenta ottimismo rispetto a quella che definisce "la macchina da guerra del centrodestra", ritenendo che la questione morale che ruota attorno all'endorsement di Dell'Utri e Cuffaro a Lagalla possa fiaccare il suo principale avversario. "L'appello che rivolgo agli elettori è di recarsi alle urne per evitare che la città faccia un salto all'indietro". 

Miceli nella redazione di PalermoToday, l'intervista integrale

Così l'architetto, alfiere del centrosinistra, durante la prima diretta Facebook che PalermoToday ha calendarizzato con i candidati alla poltrona di primo cittadino. Il salto all'indietro, per dirla con lo stesso Miceli, suona un po' come lo spauracchio della "palude" agitato da Orlando nella campagna elettorale del 2017. O forse un po' di più, visto che l'architetto apertamente afferma: "Sento puzza di comitati d'affari". Parole che continuano ad alimentare le polemiche in una città piena zeppa di problemi tra emergenza rifiuti e cimitero, bilanci che non si riescono a chiudere, viabilità impazzita, decoro urbano ridotto ai minimi termini.

Temi caldi, anch'essi, di una tornata elettorale che vede a Palermo il centrosinistra impegnato nel trovare una sua dimensione per il dopo Orlando. Senza un pezzo - l'area liberal democratica rappresentata da Fabrizio Ferrandelli (Azione, Più Europa e Oso) - che secondo Miceli dovrebbe convergere sui progressisti. Con Ferrandelli, prezioso alleato nell'ipotesi di un ballottaggio, l'architetto però non usa l'arte della diplomazia: "Anche lui ha le sue ambiguità".

In base a un sondaggio sulle Comunali, realizzato da Pagnoncelli per il Corriere della Sera, si profila un testa a testa fra lei (dato al 37,4%) e Lagalla (al 39,9%), che però è a un passo dalla vittoria al primo turno. Qual è il suo commento a queste intenzioni di voto?
"Questo sondaggio conferma la contrapposizione tra me e Lagalla, ma bisogna sottolineare il fatto che il campione preso a riferimento è stato intervistato prima del trentennale della strage di Capaci. Quindi, secondo me, il risultato in termini di percentuali non è del tutto corrispondente a quello di una realtà che è mutata. Siamo in risalita e se porteremo a votare anche gli scettici e chi diffida della poltica, possiamo vincere al primo turno. L'appello che faccio agli elettori è di recarsi alle urne per evitare che la città faccia un salto all'indietro".

Corsa a sindaco: il sondaggio del Corriere della Sera

Sul sostegno di Dell'Utri e Cuffaro a Lagalla si è alzato il livello di scontro in questa campagna elettorale. Qual è il rischio, se c'è un rischio, per Palermo?
"Sento puzza di comitati d'affari: a Palermo sono in arrivo il miliardo di euro già approvato per il cantiere del tram, i fondi del Pnrr e molti altri quattrini. Sono preoccupato. Mi inquieta che ci sia una coalizione, quella che sostiene Lagalla, eterodirretta da un signore che viene da Milano, si piazza all'hotel delle Palme e inizia a ricevere i maggiorenti del centrodestra, incluso il presidente della Regione e poi fa un endorsement a Lagalla, che incassa per sé e per la sua coalizione. Penso inoltre che un condannato per aver favorito Cosa nostra come Cuffaro, che per carità ha rispettato la sentenza e ha scontato la sua pena, non deve occuparsi di politica".   

Non crede però che continuado a cavalcare questa polemica i bisogni dei palermitani passino in secondo piano?
"Io infatti mi occupo di programmi. Il mio obiettivo è lavorare affinché Palermo diventi una città europea. Vorrei evitare che tutto ciò possa trascinare la nostra città in una situazione di difficoltà e di isolamento".

Intanto la città è ostaggio dei cantieri. Cosa intende fare per accelerare le opere da completare e dare respiro alla viabilità?
"A metà degli anni '90 da assessore comunale ai Lavori pubblici ho istituito un'Authority per programmare e coordinare tutti i cantieri. Questo esperimento ha dato buoni risultati e lo riproporrò. Abbiamo la necessità di ridurre al minimo i disagi dei cittadini e allo stesso tempo di controllare da vicino l'andamento dei lavori, sia in relazione alle tempistiche di esecuzione sia per attestarne la qualità. I lavori insomma devono essere fatti in tempi congrui e a regola d'arte".

Lei ha dichbiarato che a Palermo la Tari la pagano sempre i soliti noti e che un piano di riequilibrio basato esclusivamente sull'innalzamento delle tasse non va bene. Visto che molto probabilmente questo piano non vedrà luce prima del 12 giugno, lei come lo imposterebbe?
"Il piano con lo Stato va rinegoziato. Il bilancio del Comune ha un disavanzo dovuto al mancato introito delle tasse. Abbiamo un'evasione che si attesta attorno al 48%. C'è una situazione diversa rispetto ad altre grandi città, che soffrono una condizione d'indebitamento. Ecco perché credo che servano delle norme specifiche per Palermo. Il nostro 'Salva Comuni' va ricalibrato. Serve un nuovo progetto per far ripartire la macchina comunale e a redigerlo dovrà essere la nuova Giunta. Letta e Conte, leader nazionali di Pd e M5S, mi hanno assicurato il loro sostegno in questo percorso. Che è fattibile e consentirebbe di non scaricare sui cittadini il peso del risanamento dei conti".

Interventi per alleggerire il traffico, trasporto pubblico locale più efficiente, più decoro urbano e pulizia: questo è ciò che chiedono i nostri lettori. Come cambiare passo?
"Indubbiamente ci sono delle criticità, a volte vere e proprie emergenze, che vanno risolte. Per quanto riguarda il trasporto pubblico di massa si stanno realizzando delle opere - tram, passante e anello ferroviario - che porteranno ad un miglioramento della mobilità e un alleggerimento del traffico. Ma credo che vadano sottoposte a verifica, con un processo di partecipazione che convolga tutti i portatori d'interesse, e se è il caso integrate con altri interventi. C'è l'esigenza di collegare meglio il centro con le periferie: non è ammissibile che s'impieghino due ore per raggiungere la città dallo Zen. Sul decoro urbano e la pulizia sarà fondamentale il decentramento: servono i servizi di prossimità per cambiare passo".

Decentramento e partecipazione sono due punti cardine del suo programma. C'è però chi le rimprovera di aver "battuto" poco le periferie. Un giro per i quartieri però l'ha fatto. Quali e dove sono le emergenze da risolvere?
"Decentramento e partecipazione sono le precondizioni per realizzare qualsiasi progetto per Palermo. Non si può più governare questo Comune con una struttura centralistica. Noi abbiamo circoscrizioni che hanno più residenti di alcuni capoluoghi di provincia: trasferire poteri a questi organismi significa attivare processi di partecipazione. Il degrado di certe periferie non è solo fisico-architettonico ma è anche sociale. Tutti i quartieri sono prioritari e per questo in tutti bisogna investire sui servizi di prossimità: dai centri sportivi polivalenti alle manutenzioni. Bisogna trasferire mezzi e personale, anche delle società partecipate, per intervenire con rapidità. Città come Milano e Torino hanno fatto del decentramento un loro punto di forza. Nel caso in cui dovessi diventare sindaco, i presidenti di circoscrizione saranno i miei più stretti collaboratori. Oggi non ci sono interlocutori sul territorio che abbiano il potere d'intervenire immediatamente. Fare segnalazioni non sempre porta alla risoluzione dei problemi".

Una delle emergenze di questa città, che ha avuto e ha tuttora un'eco nazionale, è quella dei Rotoli, dove ci sono oltre mille bare insepolte. Al netto del nuovo cimitero di Ciaculli che, ammesso che si faccia, richiederà anni, come si torna alla normalità?
"La prima cosa da fare è ampliare i campi di inumazione, che negli anni sono stati usati impropriamente. Dalle verifiche che abbiamo effettuato ci sarebbe spazio in nuovi terrenti per seppellire 500-600 salme. Dopodiché va fatta una ricognizione delle sepolture non utilizzate. Sul cimitero di Ciaculli una cosa la vorrei ribadire: io non sono d'accordo. E' un'area delicata, vocata all'agricoltura, che non possiamo permetterci il lusso di compromettere. Penso invece che serva un grande cimitero metropolitano. Non abbiamo ancora localizzato un'area ma gli spazi, anche a ridosso della città, non mancano".

Gestione dei rifiuti: Bellolampo scoppia, la raccolta differenziata è sotto il 20%. Lei ha lanciato l'idea degli sconti per chi ricicla i rifiuti, però la macchina comunale non è pronta. Non è un azzardo dire che in sei mesi si può arrivare al 50% di raccolta differenziata?
"No, non lo è se alla Rap si assume nuovo personale e si estende il 'porta a porta' in tutta la città. La riorganizzazione della Rap deve andare di pari passo con l'apertura di nuovi centri di raccolta, uno per quartiere, e di 60 isole ecologiche. Così si potrà passare da un sistema esclusivamente sanzionatorio ad uno premiale. Dobbiamo digitalizzare il Comune e per consentire a chi ricicla i rifiuti nei centri di raccolta e nelle isole ecologiche di avere gli scontri. Bellolampo deve diventare un polo tecnologico: all'impianto che verrà realizzato per trasformare l'organico in biometano, bisogna affiancare un impianto per gli ingombranti e uno per la valorizzazione di carta, cartone e plastica. Sono convinto che una corretta gestione dei rifiuti vada portata avanti con soluzioni ecocompatibili. Sui termovalorizzatori, sarò franco (ride, ndr): la competenza è della Regione, che a fine legislatura ne ha annunciati due (a Catania e Gela). La mia proposta è quella della transizione ecologica, però c'è sempre quella quota residua del 20% che non si può differenziare. Portarla nelle vasche, per tenere in piedi il sistema delle discariche, non credo sia la soluzione migliore".

Torniamo alla politica. Orlando si è schierato con lei e uno delle prime cose che lei ha fatto da candidato è stata incontrare la Giunta. C'è chi dice che lei sia un'estensione del Professore. Avere il sostegno di questa amministrazione pensa che sia più un vantaggio o uno svantaggio?
"Orlando in oltre 30 di amministrazione ha fatto cose importanti: Palermo oggi ha un'immagine diversa, non è più capitale della mafia ma dell'antimafia. In città si sono radicati valori come la legalità, l'accoglienza, i diritti delle persone. Criticità ed emergenze però non mancano e io ho il diritto ma anche il dovere di prendere una strada diversa rispetto a quella della Giunta uscente. Anche se tutto sommato considero un vantaggio l'appoggio di Orlando, coi suoi pregi e i suoi difetti. Perché dall'altra parte abbiamo Dell'Utri e Cuffaro. Ritengo infatti che il modello del centrodestra sia da scartare e mi appello al buonsenso degli elettori, anche quelli disillusi dalla politica e critici nei confronti dell'amministrazione Orlando: non lasciate la città in mano a chi sta lottizzando tutto, distribuendo col manuale Cencelli incarichi e posti di sottogoverno".

Si sente adeguatamente sostenuto dai partiti di centrosinistra e da Orlando? Ritiene che il sindaco uscente abbia fatto abbastanza o possa fare di più in questa campagna elettorale?
"La coalizione progressista si è subito manifestata con grande unità e compattezza. In ragione degli ultimi sondaggi si può e si deve fare di più. Serve lo sprint finale. Contro abbiamo una macchina da guerra, centrodestra e renziani, che al suo interno ha ancora profonde divisioni. Al bene di Palermo stanno infatti anteponendo il potere e gli interessi in vista delle Regionali e delle Politiche. Non dimentichiamo poi lo scontro tra Salvini e Meloni sulla leadership nazionale. Con queste premesse Palermo rischia di rimanere isolata, da un contesto nazionale e regionale, se a governarla saranno due partiti sovranisti".

Nell'ipotesi di un ballottaggio cercherebbe un'alleanza con Ferrandelli, dato terzo al 10% nel sondaggio diffuso oggi dal Corriere della Sera?
"Noi vogliamo vincere al primo turno. Con Ferrandelli al momento non c'è nessun dialogo in particolare. Alcuni personaggi che oggi sostengono Lagalla, da Miccichè a Cuffaro, cinque anni fa sostenevano lui. Ferrandelli quindi deve decidere dove collocarsi. Spero che nel suo elettorato prevalga il buonsenso e ci si schieri dalla parte dei progressisti".  

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