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Elezioni comunali 2022

Sì della Lega a un incontro tra i big nazionali del centrodestra sul caso Palermo: "Si può fare anche domani"

Una breve nota diramata dal Carroccio apre una possibilità "per superare divisioni" nella coalizione lungo l'asse Comune-Regione. Minardo: "Andiamo tutti uniti su Cascio così vinciamo, poi ragioniamo su Palazzo d'Orleans...". La Russa però vuole prima blindare Musumeci. La decisione definitiva ai leader dei partiti

"Per la Lega l'unità del centrodestra è un valore importante, in Italia e in Europa: un incontro si può fare anche domani per superare divisioni che aiutano la sinistra". Queste poche righe diramate dal partito di Matteo Salvini aprono una possibilità concreta e immediata all'incontro dei leader nazionali - proposto domenica da Silvio Berlusconi a Giorgia Meloni - per sciogliere il "nodo" delle candidature lungo l'asse Comune-Regione e risolvere il "caso Palermo".  

Dopo la richiesta di una frenata sulla presentazione di Francesco Cascio avanzata dal senatore Ignazio La Russa - plenipotenziario di Fdi nella trattativa sulle amministrative - ma rispedita al mittente da Gianfranco Miccichè e dallo stesso Cascio, i meloniani assumono una posizione più morbida. "Non è vero che non vogliamo appoggiare Cascio - dice La Russa a 'Un Giorno da Pecora', confermando un retroscena raccontato già da PalermoToday - vogliamo che il centrodestra sia unito alle amministrative". Stamattina ai microfoni della stessa trasmissione radiofonica La Russa aveva detto pure che "Carolina Varchi è in pista ma c'è anche Roberto Lagalla, che è un civico di centrodestra".

L'ipotesi di una convergenza sull'ex rettore, sostenuto già dall'Udc, adesso però perde quota. E Nino Minardo, segretario regionale della Lega-Prima l'Italia, si appella al buon senso dei partner della coalizione: "Andiamo tutti uniti su Cascio, così vinciamo a Palermo e poi ragioniamo sulle regionali...". Lega e Forza Italia sono quindi determinate a candidare Francesco Cascio e la situazione potrebbe sbloccarsi se si riuscisse a separare la partita delle Comunali dalle Regionali d'autunno. Ma Fdi non si fida perché teme che una volta risolta la candidatura per Palazzo delle Aquile, la Lega possa poi rivendicare e ottenere per sè la presidenza della Regione con la sponda di Forza Italia.

Motivo per cui La Russa vuole prima blindare Musumeci: "Il tempo per decidere i candidati alle amministrative c'è - afferma il senatore catanese -. Anzi, l'errore e proprio averlo già deciso a Palermo da parte di Lega e Forza Italia senza neanche coinvolgerci. La ricandidatura di Musumeci alla Regione dovrebbe essere scontata, poi parliamo di chi è il candidato di Palermo". Per Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, invece "non c'è più tempo da perdere". Da qui il pressing affinché "sul nome di un 'civico' come l'ex rettore possa esserci la convergenza più ampia possibile". 

Quello di Lagalla - che ha già incassato l'appoggio dei renziani, dopo che Davide Faraone si è sfilato dalla corsa a sindaco - è un nome gradito anche ai forzisti che fanno capo a Marcello Dell'Utri, storico fedelissimo di Silvio Berlusconi. Allo stato però il nodo principale è la riconferma di Nello Musumeci: Meloni tiene il punto sulla sua ricandidatura, che andrebbe bene anche a Dell'Utri (e quindi a Berlusconi), ma non alla Lega e all'ala forzista guidata da Miccichè. Il coordinatore regionale degli azzurri tuttavia domenica ha aperto ad un Musumeci-bis, purché "sia d'accordo tutta la coalizione". Adesso sarà il tavolo nazionale dei leader del centrodestra a prendere una decisione definitiva.

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