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Giovedì, 30 Novembre 2023
La rinuncia

Elezioni, Miceli non si candida a sindaco: "L'interesse vero per Palermo non è al centro dell'agenda politica"

L'architetto, sostenuto da parte del centrosinistra, si tira fuori dalla corsa a Palazzo delle Aquile: "Onorato dalla proposta, ma intendo proseguire con impegno il ruolo che ricopro attualmente. La città non può essere merce di scambio per appetiti personali presenti e futuri"

Franco Miceli rinuncia alla candidatura a sindaco di Palermo. Lo ha reso noto lo stesso presidente dell'Ordine nazionale degli architetti in un comunicato. "Pur essendo onorato dalla proposta, e ringraziando per la fiducia e la stima riposta nella mia persona, rimane fermo il mio intendimento di proseguire con impegno il ruolo che ricopro attualmente - dice -. Continuerò a dedicarmi, come sto facendo con grande impegno, alla comunità degli architetti italiani".

La rinuncia di Miceli è arrivata come un fulmine a ciel sereno proprio mentre il tavolo delle forze progressiste, che aveva espresso il nome del professionista per le Amministrative di primavera, era al lavoro sul programma. Collegati in remoto la dem Teresa Piccione, Barbara Evola (Sinistra civica ecologista), Mariangela Di Gangi (Facciamo Palermo), i consiglieri comunali Valentina Chinnici (Avanti insieme) e Antonino Randazzo (M5s), oltre ai deputati nazionali palermitani del Movimento cinque stelle Adriano Varrica e Aldo Penna. Dopo la notizia di Miceli la riunione si è conclusa anticipatamente.

"Non mi trovo a mio agio con i 'tatticismi esasperati' della politica che sono lontani anni luce dalle mie corde. La città di Palermo deve affrontare grandi problemi e guardare al suo futuro. Con grande rammarico constato che l'interesse vero della città non è al centro dell'agenda politica". Questo un passaggio del lungo comunicato con cui Miceli annuncia l'intenzione di rinunciare alla candidatura a sindaco del capoluogo siciliano. "Palermo non può essere merce di scambio per appetiti personali presenti e futuri, né può essere il campo di gioco per soddisfare la bramosia di partecipazione dei candidati di bandiera per future collocazioni - prosegue -. Così si fa solo danno alla città". A sostegno di Miceli si erano espressi la segreteria provinciale del Partito democratico e la deputazione nazionale palermitana del Movimento cinque stelle.

"Non sono andato con il cappello in mano da nessuno a chiedere la candidatura. Non era in nessun modo nei miei intendimenti. L'amore per la mia città mi ha portato a valutare la proposta che mi veniva offerta. Ma per fare delle scelte era necessario stabilire alcune condizioni primarie. La condizione prioritaria è la massima unità dello schieramento progressista in grado di costruire un rapporto forte tra politica e società. Questa condizione non si è manifestata, al contrario, registro la presenza di troppi conflitti ed il permanere di tante posizioni autoreferenziali". Così il presidente nazionale dell'Ordine degli architetti, spiega ancora i motivi alla base del suo 'no' alla candidatura a sindaco di Palermo che gli era stta proposta da uno schieramento di centrosinistra. Ne prendo atto - continua -. Pertanto, non ritengo esistano le condizioni favorevoli per mettere in campo il potenziale di cui c'è bisogno e viceversa noto tanta disattenzione nei confronti del destino della nostra città".

Mariangela Di Gangi, esponente della società civile che ha messo a disposizione del centrosinistra la sua candidatura, commenta così il "ritiro" di Miceli: "E' terribile vedere come il comportamento di una parte dei gruppi dirigenti dei partiti sia in grado a Palermo di spegnere entusiasmi e letteralmente macinare risorse umane che potrebbero essere invece chiavi del cambiamento, calando dall’alto soluzioni costruite nel segreto delle stanze e non condivise con la città. L'ossessione per i tatticismi e per la tutela dei (sempre più piccoli) recinti personali e degli stessi gruppi dirigenti denuncia la mancanza di capacità e forse di volontà di elaborare una proposta politica che metta al centro la città e non l’autoconservazione. Occorre recuperare e valorizzare ogni energia ed ogni risorsa utile per la città. Occorre rinnovare la classe dirigente. Occorre avere coraggio e puntura su un vero e concreto rinnovamento. Oggi la vecchia politica ha toccato il fondo. Spero che da domani si possa ripartire consapevoli che errori come questi non debbano più essere commessi".  

 

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