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Giovedì, 18 Aprile 2024
Elezioni comunali 2022

Centrosinistra, c'è uno spiraglio per convincere Miceli a ripensarci: "I progressisti andranno avanti con lui"

Dopo che il presidente degli Architetti ha annunciato il suo ritiro dalla corsa a sindaco, sono entrati in azione gli sherpa. Pd e Sinistra Civica Ecologista all'unisono: "Palermo non è merce di scambio, si torni alla responsabilità". Ma il M5S è spaccato, Cancelleri prova l'allargamento al centro. Penna: "Basta indugi, serve un'investitura piena"

Convincere Franco Miceli a ripensarci. Dopo che il presidente dell'Ordine nazionale degli architetti ha annunciato il suo ritiro dalla corsa a sindaco, nel centrosinistra sono entrati in azione gli sherpa: l'obiettivo è quello di evitare il caos a due mesi dal voto e mandare in frantumi la coalizione, ovvero il campo progressista formato da Pd, M5S, Sinistra Civica Ecologista e liste civiche.

Andare avanti. Con Miceli. Altra soluzione non vede Rosario Filoramo, segretario provinciale del Pd: "Palermo non è merce di scambio, le elezioni amministrative si devono tenere nell’interesse della città e dei suoi cittadini. Le parole di Franco Miceli sono un appello alla responsabilità, a tutti gli attori politici e alla società civile di Palermo. Il futuro della nostra città non può essere pregiudicato da schemi precostituiti in altri luoghi, guardando a riempire caselle o risolvere problemi personali. Lo dico forte e chiaro Palermo non sarà merce di scambio con le future candidature regionali".

Filoramo è convinto che "il progetto politico della coalizione progressista andrà avanti" e che è arrivato "il momento della responsabilità". Quindi l'appello al diretto interessato: "Chiedo a Franco Miceli di accogliere la sfida di Palermo. Metteremo all’angolo gli inutili tatticismi che servono solo a rallentare ed usurare chi sta in campo. Non è il momento dei personalismi è il momento del coraggio e della generosità".    

Sulla stessa scia anche il coordinamento di Sinistra Civica Ecologista, tra i principali sostenitori di Miceli. Una candidatura che è stata attribuita al Pd ma che dallo stesso Pd tengono a precisare essere un nome condiviso dalla coalizione. Il che, al netto di una parte del M5S e degli orlandiani, è vero. "Le parole di Franco Miceli - sottolinea in una nota Sinistra Civica Ecologista - chiamano alla responsabilità, contemporaneamente, le forze politiche e la società civile di Palermo. Il futuro della nostra città non può essere pregiudicato da schemi precostituiti a Roma né da logiche di scambio con gli assetti regionali. E' il momento della responsabilità: la destra è spaccata, proliferano le candidature di bandiera e a sinistra serve un atto che metta al centro la politica. Chiediamo al Pd, al Movimento 5 Stelle e all’intera coalizione progressista di mettere da parte inutili tatticismi e svilenti personalismi che, evidentemente, si sono manifestati sottotraccia in questi giorni. Bisogna ripartire dalla politica e appare necessario sostenere la candidatura di Miceli che sarà garanzia per il futuro della città". 

Il M5S, altro "azionista" della coalizione di centrosinistra, si ritrova spaccato. Una spaccatura che non è soltanto una questione di metodo ma anche di perimetro politico. Rispetto alla deputazione nazionale pentastellata dei palermitani, che Miceli l'ha portato a fino a Roma dall'ex premier Giuseppe Conte, c'è una componente formata da un gruppo di deputati regionali (Giampiero Trizzino in testa) che invece ha frenato sulla candidatura a sindaco dell'ex assessore della Giunta Orlando. A sostenere le ragioni di quest'ultimi è sceso in campo il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, per due volte candidato dei grillini alla Regione.  

"La presidenza della Regione come la candidatura a sindaco di Palermo non è una questione di capriccio. Noi siamo una forza politica matura, pronta ad affrontare un ragionamento: chi è il candidato migliore? Se viene da un'altra parte non abbiamo nessun problema a riconoscerlo", dice all'Adnkronos Cancelleri che, partendo dall'alleanza con il Pd, vorrebbe "allargare il campo". Un progetto politico completamente diverso da quello progressista che aveva trovato in Miceli il suo interprete.

"Io sono uno dei sostenitori più forti di un allargamento al centro", ribadisce il pentastellato, aprendo uno spazio ai renziani: "Il mio ragionamento include tutti i moderati, non indico un nome e un cognome. Io parlo di elettori moderati che in questo momento non sono rappresentati da nessuno. Poi vediamo come vanno le elezioni a Palermo perché se i risultati sanciranno la scomparsa di qualche soggetto politico allora non avrà più senso parlarne".

Sulla decisione di sfilarsi dalla corsa a sindaco presa da Miceli, Cancelleri chiarisce: "I mal di pancia non sono mai stati sull'uomo, professionista apprezzato e persona di grande spessore, ma sul modo in cui una parte del Movimento è arrivata all'annuncio del candidato". In corsa per Palazzo delle Aquile, infatti, da tempo era sceso un altro esponente storico del M5S, il deputato regionale Giampiero Trizzino. "Il fatto che non fosse informato che una parte del Movimento stesse andando verso Miceli credo che sia stato un atto di scortesia. Serve rispetto. Ma Trizzino, con grande responsabilità - avverte Cancelleri -, aveva già detto di essere pronto a fare un passo indietro nel caso di un candidato che rappresentasse una sintesi tra tutte le forze politiche che compongono la maggioranza".

Anche Dino Giarrusso, eurodeputato catanese del MSS, interviene sul caso Palermo: "Quello che sta succedendo sulla scelta del candidato sindaco è desolante ed è specchio degli errori che vengono commessi dal Movimento a causa di chi cerca di promuovere se stesso e rendere eterna la propria carriera politica, alla faccia dei nostri valori e della regola dei due mandati".

"Alcuni esponenti del M5S - conclude il parlamentare catanese - sono arrivati a chiedere alla nostra vicepresidente Paola Taverna che io non partecipassi ai tavoli per discutere delle elezioni alle porte, dove invece si sono seduti persino portavoce eletti in altre province. I risultati di questo modo di agire, indegno e antitetico ai nostri valori sono sotto gli occhi di tutti: un disastro che attivisti elettori e cittadini non meritano. La vicenda Miceli rappresenta plasticamente ciò che il Movimento non deve mai più fare. L’unica strada è ricominciare a coinvolgere la base, non avere paura di chi ha consenso e smetterla di dividersi su tutto come qualcuno fa, tentando disperatamente di mantenere rendite di posizione. Siano i palermitani a scegliere i loro referenti locali, dalla circoscrizione al Parlamento europeo".

"Credo che le parole di Francesco Miceli non siano definitive e che ci sia ancora uno spiraglio. Quelle frasi, però, suonano come un avvertimento alle forze politiche affinché parlino con una sola voce e costruiscano un progetto per Palermo". Lo afferma alla Dire il deputato nazionale del Movimento cinque stelle Aldo Penna, che con gli altri colleghi parlamentari palermitani aveva firmato una nota in favore della candidatura a sindaco del presidente dell'Ordine nazionale degli architetti. "Quello di Miceli è un guanto di sfida lanciato alla politica e ai suoi tatticismi - osserva Penna - Serve una investitura piena ed effettiva. La coalizione si interroghi su se stessa e dica a gran voce che Miceli è il suo candidato, dandogli tutte le rassicurazioni possibili e senza indugi".

Sulla stessa linea Adriano Varrica, deputato nazionale del M5S: "Continuo ad alimentare la speranza che, con generositá e lungimiranza, si faccia di tutto per fare cambiare idea a Franco Miceli e per costruire un percorso utile per la città. In caso contrario il tempo sarà galantuomo ed emergerà chiaramente chi ha lavorato per Palermo e chi per i propri interessi personali e politici”. E Antonino Randazzo, consigliere comunale pentastellato, aggiunge: "Posizioni autoreferenziali rischiano di compromettere il progetto politico di una coalizione progressista per Palermo. Le motivazioni che hanno portato Franco Miceli alle riflessioni di oggi dimostrano che è  la persona giusta per accompagnare lo schieramento progressista che da mesi si confronta per le amministrative di Palermo".

Mariangela Di Gangi, esponente della società civile che ha messo a disposizione del centrosinistra la sua candidatura, commenta così il "ritiro" di Miceli: "E' terribile vedere come il comportamento di una parte dei gruppi dirigenti dei partiti sia in grado a Palermo di spegnere entusiasmi e letteralmente macinare risorse umane che potrebbero essere invece chiavi del cambiamento, calando dall’alto soluzioni costruite nel segreto delle stanze e non condivise con la città. L'ossessione per i tatticismi e per la tutela dei (sempre più piccoli) recinti personali e degli stessi gruppi dirigenti denuncia la mancanza di capacità e forse di volontà di elaborare una proposta politica che metta al centro la città e non l’autoconservazione. Occorre recuperare e valorizzare ogni energia ed ogni risorsa utile per la città. Occorre rinnovare la classe dirigente. Occorre avere coraggio e puntura su un vero e concreto rinnovamento. Oggi la vecchia politica ha toccato il fondo. Spero che da domani si possa ripartire consapevoli che errori come questi non debbano più essere commessi".  

Articolo aggiornato alle 8,44 dell'11 marzo 2022 con dichiarazioni Varrica e Randazzo 

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