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Elezioni comunali 2022

L'ultimo comizio di Lagalla tra entusiasmo strozzato e preoccupazione: "Un orrore la politica che cerca la mafia"

L'ex rettore non teme però che gli arresti di Polizzi e Lombardo possano incidere sulla corsa a sindaco: "L'esito elettorale ci sarà favorevole". Cascio vicesindaco? "Decideremo dopo il voto". Il mea culpa di Miccichè sui candidati: "Non siamo stati attenti, situazione che ci danneggia ma che non farà cambiare idea ai palermitani"

Roberto Lagalla non teme che gli arresti dei due candidati al Consiglio - Pietro Polizzi di Forza Italia e Francesco Lombardo di Fratelli d'Italia - possano "pesare" sulla corsa a sindaco: "Aspettiamo l'esito elettorale col dovuto rispetto della democrazia, ma sono convinto che ci sarà favorevole. I palermitani sanno distinguere le persone e sanno scegliere".

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Quelle dell'ex rettore però non sono parole di ottimismo, perché è palpabile la sensazione che in questo rush finale delle Comunali le cose non stiano andando per il verso giusto. Così Lagalla, che sugli impresentabili aveva già lanciato l'avvertimento ai partiti ("Li facciano dimettere o mi dimetterò io"), subito dopo aggiunge: "Abbiamo assistito a due vicende analoghe, dove purtroppo è la politica che cerca la mafia e non il contrario. Credo che sia un orrore e bene hanno fatto magistratura e polizia a intervenire. E' stata una campagna violenta, segnata da polemiche ad ogni costo e dove in mancanza di altri argomenti si è preferito addebitare responsabilità inesistenti, tirando in ballo persino me e la mia famiglia. La qualità dei voti è fondamentale. Io i voti dei mafiosi non li voglio ed è stupido chi li va a chiedere. Non ho nessun nervosismo. Per tutta la campagna elettorale ho detto che la legalità è una questione importante: non è di destra né di sinistra, certamente mi appartiene e sfido chiunque a provare il contrario. Le tesi maliziose le lascio agli avversari". 

Quindi respinge al mittente la richiesta di ritiro avanzata da Miceli e dal centrosinistra: "Il Pd chiede il mio ritiro? Un ossimoro politico. Singolare che chi si definisce democratico voglia impedire al proprio avversario politico di confrontarsi col voto, la più alta espressione di democrazia del nostro Paese. Ancora una volta, due pesi e due misure". 

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La questione morale resta comunque al centro dell'ultimo comizio di questa campagna elettorale, che Lagalla organizza al Multisala Politeama, alla presenza di due esponenti nazionali del centrodestra - Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia e Maurizio Gasparri di Forza Italia - e dei big regionali dei partiti che lo sostengono. Assenti il governatore Nello Musumeci (che ha mandato un videomessaggio) e Totò Cuffaro. Mentre Palermo con le sue emergenze resta sullo sfondo, il clima che si respira è condizionato dagli eventi dell'ultima ora. Nessuno lo nasconde. Gianfranco Miccichè, coordinatore siciliano di Forza Italia e presidente dell'Ars, prende subito il toro per le corna: "Questi due episodi ci danneggiano ma non faranno cambiare idea ai palermitani. Lagalla è la nostra garanzia".

La preoccupazione però c'è e nella sala, quasi gremita - dove sventolano le bandierine con lo slogan #lovoto - l'entusiamo viene così a tratti strozzato: "La mafia non deve rientrare in gioco - sottolinea Miccichè - abbiamo gli occhi puntati addosso. Non siamo stati attenti e invece lo dobbiamo essere. Adesso ci sono i fondi del Pnrr e per fare i progetti e spendere i soldi ci vuole gente brava". Quindi l'appello a Lagalla: "Roberto, parla coi partiti ma poi scegli i migliori. Fregatene se qualcuno ha più voti...".

I partiti di centrodestra fanno però blocco, Forza Italia a Fratelli d'Italia in testa. Dice La Russa: "Forse a due giorni dal voto se io fossi stato il magistrato avrei aspettato due giorni, ma non voglio fare polemica. Può darsi che abbia avuto esigenze cautelari. Siamo agli antipodi di qualunque forma di criminalità, lo è Roberto Lagalla, lo è FdI e Ignazio La Russa che è siciliano. In tutte le liste può capitare, specie a un non iscritto, che ci sia una persona che abbia un problema giudiziario ma se non ce l’ha prima di metterlo in lista non è sicuramente responsabilità del partito". Fdi, con Carolina Varchi, sottolinea che "il partito è parte lesa e non ha mai cercato i voti della mafia. Abbiamo eseguito in maniera capillare tutti gli adempimenti propedeutici alla candidatura: a carico di Lombardo non risultavano carichi pendenti, dal casellario non era emerso nulla. Non consentiamo a nessuno d'infangare la nostra bandiera".

Gasparri non esprime "dubbi o contestazioni nei confronti della magistratura" e si dice sicuro che "gli arresti non incideranno sul voto: Lagalla vincerà. Lo apprezzo per il coraggio, è sceso in campo per far rinascere una città devastata dalla sinistra e da Orlando. Sulle spalle ha un carico non indifferente e credo sia giusto che venga sostenuto dalla politica e dal governo nazionale: servono risorse e interventi per Palermo, visto che il sindaco uscente lascia il Comune senza due bilanci, senza sepolture disponibili nei cimiteri e i rifiuti per strada". Della serie, amministrare in queste condizioni è compito arduo.

La stessa squadra che finora si è costruito Lagalla sembra troppo condizionata dall'appartenenza ai partiti. Basta sciorinare i nomi degli assessori designati per rendersene conto. E poi c'è il "giallo" del vicesindaco. Il presentatore della convention affibia la carica a Francesco Cascio, ma Lagalla smentisce. "Anche per me - dice - è stata una sorpresa, ancorché personalmente ne sarei felice. Ogni decisione però verrà presa dopo le elezioni". Inclusa la conferma degli stessi nomi già designati, come già detto da Lagalla in occasione del confrontro fra candidati organizzato da PalermoToday

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