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Giovedì, 28 Marzo 2024
Elezioni comunali 2022

Corsa a sindaco, Cascio si presenta: "Per governare Palermo serve un centrodestra unito"

L'ex presidente dell'Ars sostenuto da Forza Italia, Lega, Noi con l'Italia e Coraggio Italia, confida sul superamento delle divisioni all'interno della coalizione: "Contiamo di riunire tutti nelle prossime 48-72 ore". E aggiunge: "Oggi Palermo è un malato terminale che va curato". Il retroscena sulla trattativa con Fdi

"L'unità del centrodestra è un valore assoluto per governare Palermo, ma anche la Regione e l'intero Paese. Al momento non ci siamo riusciti a riunire tutti gli alleati, ma contiamo di farlo nelle prossime 48-72 ore". Si presenta così - con questo appello alla coalizione, anzi "agli amici del centrodestra" - Francesco Cascio, candidato sindaco sostenuto da Forza Italia, Lega-Prima l'Italia, Noi con l'Italia di Saverio Romano e Coraggio Italia (movimento politico che fa campo al sindaco di Venezia Brugnano). Lo fa dalle Terrazze di Mondello, dove fanno bella mostra i manifesti con lo slogan scelto per la campagna elettorale: "Ne avrò cura". Ovvero, spiega Cascio, "la sintesi dei miei ultimi sei anni di vita trascorsi a fare il medico, tra emergenza migranti a Lampedusa ed emergenza Covid all'hub vaccinale del centro commerciale 'La Torre' a Palermo". 

La discesa in campo ufficiale dell'ex presidente dell'Ars avviene in una Mondello già popolata da bagnanti che affollano la spiaggia, alla quale si aggiungono i sostenitori in giacca e cravatta che riempiono la sala al primo piano dell'antico stabilimento balneare. Tra loro, ovviamente, tanti dirigenti di partito, con i big in prima fila o al tavolo assieme al candidato: da Gianfranco Miccichè a Saverio Romano, dall'ex presidente del Senato Renato Schifani a Vincenzo Figuccia (col papà Angelo e la sorella Sabrina), Alessandro Anello, Igor Gelarda e il vicesindaco designato dalla Lega Alberto Samonà, passando per Edy Tamajo (che gioca in casa essendo di Partanna) e Giulio Tantillo, storico capogruppo di Forza Italia in Consiglio e veterano di Sala delle Lapidi. 

CASCIO PRESENTAZIONE CANDIDATURA 2-2

Non c'è Totò Cuffaro, che aveva chiesto di temporeggiare qualche giorno: "Rispetto la sua opinione, ma non la condivido", dice Cascio. Si è spinto oltre Ignazio La Russa, incaricato da Giorgia Meloni di condurre le trattative per conto di Fratelli d'Italia nell'ambito della doppia tornata elettorale tra Comunali e Regionali. Su La Russa, che stamattina si era appellato a Forza Italia e Lega affinché fermassero il via alla campagna di Cascio in attesa di un accordo sulla Regione, il candidato forzista risponde così: "Noi non lanciamo ultimatum e non credo lo abbia fatto neanche La Russa, che nonostante le apparenze è una persona piuttosto equilibrata e trasparente. Credo che se non ci fossero state tutte queste scadenze, e quindi tutte queste frizioni, la mia candidatura avrebbe potuto avere una larga convergenza sin da oggi. Purtroppo in questa fase si sono accavallate tensioni politiche e interne ai partiti, che però non riguardano me".

C'è però un non detto che emerge a margine della presentazione: il retroscena viene sussurrato nella terrazza che si affaccia sul mare di Mondello. Ovvero che di fronte alle insistenze di La Russa, Cascio avrebbe minacciato di ritirarsi. Una forzatura che avrebbe sortito effetto, visto che anche da Fdi sarebbe arrivato a Cascio il messaggio di non gettare tutto alle ortiche. Insomma, ci sarebbe ancora spazio per trovare una sintesi, come peraltro auspicato dallo stesso Cascio e da tutti i big intervenuti in conferenza stampa: Romano, Micciché e Figuccia. I quali si sono rivolti non solo a Fdi ma - in particolare Miccichè - anche a Lagalla e Lentini (quindi Raffaele Lombardo). 

Cascio, che sottolinea l'importanza dei partiti ("Quando sento parlare di civismo rido", dice), si affida alla loro "disponibilità". "Saranno loro a stabilire se continuare la trattativa doppia su Comune e Regione o discutere di Palazzo d'Orleans dopo le Amministrative". Intanto dà il via al lavoro per il programma che, annuncia, "verrà presentato il prossimo 8 maggio con una grande manifestazione aperta a tutta la città. Per quella data - prosegue - spero che il centrodestra si sia compattato sulla mia candidatura. Una candidatura che non ho chiesto io. Sono stati infatti altri a cercarmi, specificamente per il ruolo di sindaco. Solo per questo ho accettato. Non avrei accettato altro incarico, come il deputato regionale o nazionale, perché io dalla politica ero già uscito".

Due le ragioni, osserva Cascio a margine dell'iniziativa, che lo hanno spinto ad attendere fino a oggi per presentare la sua candidatura: "La prima era una sentenza che ho silenziosamente aspettato e che è arrivata qualche giorno fa; la seconda era il tentativo di unire il centrodestra con una coalizione che mettesse insieme tutti. Partiamo con una candidatura sostenuta da quattro partiti, ma siamo ottimisti".

Spazio infine al giudizio sull'amministrazione uscente: "L'esperienza di Orlando - conclude l'ex presidente dell'Ars - non è tutta da buttare. Penso che resterà nella storia di questa città, ma c'è un tempo per tutto e per tutti. Se avesse voluto davvero bene a questa città avrebbe dovuto fermarsi prima. Non si può fare il sindaco per 40 anni. E lui, che ha cambiato il volto di Palermo svincolandola dalla vecchia cultura di connivenza con la mafia, negli ultimi anni forse si era un po' stufato. Figuratevi che non ha saputo creare nemmeno una classe dirigente. Oggi Palermo è un malato terminale che va curato: per riuscirci però bisogna essere in due, medico e paziente, ovvero sindaco e cittadini".

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