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Elezioni comunali 2022

La trattativa della Lega con Fdi e i dubbi di Tamajo su Cascio: caos nel centrodestra sull'asse Comune-Regione

Il Carroccio potrebbe appoggiare Musumeci in cambio del via libera a Scoma. Intanto continua lo scontro fra il governatore e Miccichè: "Se io fossi 'un problema', lui dovrebbe ritirare gli assessori di Forza Italia". E il deputato di Sicilia Futura dice "no" ai candidati che "non hanno più presa sul territorio". Miceli: "Indecoroso reality"

Nel centrodestra ci sono due partiti, Lega e Fratelli d'Italia, che avrebbero intavolato una trattativa sull'asse Comune-Regione per ricomporre parzialmente i cocci di una coalizione al momento letteralmente in frantumi.

Con Nello Musumeci che insiste per un secondo mandato a Palazzo d'Orleans, sfidando apertamente il coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè (nonché presidente dell'Ars), il Carroccio potrebbe appoggiare il governatore uscente in cambio di un via libera al Comune. Se così fosse ci sarebbe la convergenza dei meloniani su Francesco Scoma e Carolina Varchi dovrebbe fare un passo di lato. Il condizionale però è d'obbligo trattandosi di interlocuzioni in fieri. Lega e Fdi puntano quindi a mettere all'angolo Miccichè, provando a tirarsi dalla loro parte la componente di Forza Italia ostile al presidente dell'Ars.  

Dopo le dichiarazioni di Miccichè, che ha attaccato Musumeci dicendo che "perderebbe anche contro un gatto" e definendolo "sleale" per aver chiesto il bis dopo aver promesso di limitarsi a un solo mandato, è il governatore a rispondere con una bordata: "Io sono un presidente con le carte in regola - ha detto Musumeci a Omnibus, su La7 -. Se io fossi 'un problema', i partiti, a cominciare da quello di Miccichè, avrebbero dovuto ritirare la loro delegazione. E' Miccichè, che è presidente dell'Ars e guida di Forza Italia in Sicilia, ad avere problemi col suo partito. Forza è divisa in due e lui è stato smentito...".  

Miccichè non deve fare i conti solo con la frattura interna al suo partito che si è aperta sulla riconferma di Musumeci alla Regione. Con la candidatura di Francesco Cascio, adesso, sono esplose altre grane. C'è infatti un recalcitrante Edy Tamajo che in un post su Facebook già ieri, senza mai nominare Cascio, aveva espresso più di un dubbio per candidature che "non hanno più presa sul territorio". 

"Nonostante io sia il più votato a Palermo - ha scritto il deputato regionale di Sicilia Futura, soggetto politico confluito in Forza Italia - sono stato il primo a rinunciare alla candidatura a sindaco della mia città, che amo profondamente. A differenza di altri 'mendicanti' della politica, che si 'genuflettono' davanti al leader o al partito alleato, ho pensato che fosse corretto dare spazio a gente seria, perbene, con grandi capacità amministrative, e collaborare attivamente in prima persona per risollevare la nostra amata città. Ma il tempo è scaduto ed il mio silenzio non è stato compreso. Non distruggerò la migliore classe dirigente che con grande fatica ho formato e la mia meravigliosa squadra". 

Le parole di Tamajo lascerebbero intendere un ripensamento, con l'idea di smarcarsi e correre in solitaria per sindaco qualora non si dovesse trovare una sintesi. Il centrodestra oggi conta già cinque candidati: l'autonomista Totò Lentini ha inaugurato ieri la sua campagna elettorale davanti ad oltre 500 persone; Carolina Varchi di Fratelli d'Italia da settimane gira per la città; mentre la prima "uscita" pubblica di Francesco Scoma da candidato sindaco della Lega è programmata per venerdì prossimo, quando all'hotel Astoria si terrà la convention dal titolo "Così Palermo Rinasce. Idee, valori e proposte per Palermo": l'incontro è organizzato da Elisabetta Luparello, Antonio Triolo, Maurizio Calivà e Adriano Livolsi, candidati al Consiglio comunale con la lista Prima l'Italia. Oltre a Scoma, interverranno tra gli altri Alberto Samonà, assessore regionale ai Beni culturali; il senatore Luca Briziarelli, vicepresidente della commissione bicamerale Ecoreati; Francesco Di Giorgio, coordinatore provinciale della Lega. 

Da sinistra Franco Miceli, candidato sindaco dell’area progressista (Pd, M5S, Sinistra civica ecologista e movimenti civici), si guarda il "film" e punzecchia il centrodestra: "Sta offrendo uno spettacolo indecoroso che nulla hanno a che vedere con i problemi della nostra città. Assistiamo addirittura alla 'discesa in campo' di Marcello dell’Utri, con il ruolo di regista degli equilibri politici tra i partiti del centrodestra, e questo, oltre a essere inopportuno, manifesta ulteriormente il rischio di trascinare Palermo verso un passato che abbiamo combattuto con tutte le nostre forze. Palermo non può essere merce di scambio per interessi di potere". 

"Stiamo assistendo - ha commentato ancora Miceli - all'indecoroso reality show 'chi vuol essere governatore' in cui è lecita ogni meschineria. Un reality che dimostra il totale disinteresse per le palermitane e i palermitani: niente temi, niente programmi, solo poltrone. Io sono stato chiamato a riattivare la città proiettandola verso il futuro. In questi giorni sto incontrando le tante realtà vitali di Palermo per la costruzione di un progetto comune che punta sulla partecipazione e sull’ascolto. Da questa parte idee concrete e progetti, dall’altra solo ricerca disperata di poltrone".

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