Comunali, botta e risposta Trizzino-Varrica: si accende lo scontro nel M5S
Il parlamentare dell'Ars scrive un post su Facebook per spiegare i motivi della spaccatura interna sul candidato sindaco; il deputato nazionale risponde con un commento al vetriolo. "A Palermo si deve voltare pagina". "Trattavi con Orlando, Catania e il Pd". Gli attivisti chiedono a Conte di nominare Giarrusso referente regionale
Botta e risposta nel M5S sulle Comunali. Da un lato il parlamentare dell'Ars Giampiero Trizzino, dall'altro il deputato nazionale Adriano Varrica. Ad accendere lo scontro è un post di Trizzino sulla sua pagina Facebook. in cui l'esponente grillino spiega i motivi della spaccatura interna al partito sulla scelta del candidato sindaco.
A Trizzino - che si era autocandidato a sindaco, "congelando" poi la sua decisione - non è andato giù il modo in cui è maturata la proposta di Franco Miceli. Proprio nel momento in cui nella coalizione di centrosinistra gli sherpa sono al lavoro per convincere il presidente dell'Ordine nazionale degli architetti (che oggi a Roma incontrerà i vertici del Pd) a ritornare in pista, Trizzino ha provato a mettere i puntini sulle "i".
"Qualcuno ha proposto prima e sostenuto dopo un nome che non solo non è del M5S, ma che è l’espressione delle forze politiche che hanno governato la città fino ad oggi" ha messo nero su bianco il deputato regionale, dicendosi "convinto che a Palermo o si volta pagina oppure i palermitani verranno inghiottiti dall’assuefazione".
"Se non si rinnova la classe dirigente, i palermitani finiranno per accettare in silenzio la decadenza della loro città" è il ragionamento di Trizzino, secondo cui "il M5S poteva avere solo due strade: candidarsi da solo contro tutti, oppure allearsi esclusivamente con chi avrebbe condiviso un percorso completamente diverso da quello che è stato fatto fino ad oggi".
Un "no" a Orlando e alle forze politiche che finora lo hanno sostenuto nel suo ultimo doppio mandato a Palazzo delle Aquile. Quindi ha aggiunto: "Le mie idee erano queste, né più né meno e vi assicuro le rappresentai più volte ai portavoce della città, coinvolgendo ognuno di loro. Spiegando che se mai avessimo deciso di candidarci in alleanza con altri partiti, avremmo dovuto essere noi a guidare la coalizione e ad essere protagonisti. Non perché siamo migliori o più belli degli altri, ma perché se vuoi cambiare pagina, non puoi farti guidare da chi su quella pagina ancora sta scrivendo. Non importava che il candidato fossi io o qualcun altro del M5S, l’importante è che ci fosse stato uno di noi oppure un volto nuovo ad imporre la discontinuità rispetto al passato. La mia idea era questa. L’ho portata avanti alla luce del sole, mettendoci la faccia. In politica però non è mai tutto lineare e le insidie sono ovunque, anche dove meno te lo aspetti. Lungo il cammino, mio malgrado, ho scoperto che qualcuno dentro il M5S non la pensava esattamente come me. Che per quanto io avessi chiesto di affrontare apertamente e con la massima trasparenza qualsiasi decisione o qualsiasi dubbio, qualcuno ha preferito chiudersi in una stanza".
Non si è fatta attendere la replica di Varrica, che ha commentato sotto il post di Trizzino: "Oggi parli di 'discontinuità' eppure a novembre scorso sei stato l’organizzatore del tavolo col Pd (di cui fa parte Leoluca Orlando) e fino a qualche settimana fa rivendicavi di avere la chat di coordinamento del tavolo di coalizione con Giusto Catania (assessore in carica) e Rosario Filoramo (segretario provinciale del Pd) e di aver fatto incontri riservati con loro due (nessuno degli altri esponenti M5S presente). Purtroppo potrebbe apparire che fino a quando eri tu il soggetto nella 'stanza chiusa' con coloro che hanno governato la città, andasse tutto bene...".
Infine la stoccata: "Dal punto di vista del nostro attuale Statuto sappiamo che non sei candidabile come sindaco, essendo in conclusione del tuo secondo mandato e in tempi brevi, in questa fase storica, ritengo difficile una modifica statutaria. Molti pensano che questi tuoi attacchi siano solo un modo per 'accattivarti' potenziali elettori per le regionali sia nel caso di deroga nel M5S per il tuo terzo mandato (che però hai sempre negato di voler fare) sia nel caso di tua candidatura con altre forze politiche come quella di Fava. Mi auguro che li smentirai coi fatti".
In questo bailamme, che oggi è emerso alla luce del sole, non è passata inosservata la lettera di un gruppo di attivisti, partita da Palermo e condivisa nel resto dell'Isola, che ha chiesto al presidente del M5S Giuseppe Conte di "nominare Dino Giarrusso quale referente regionale del Movimento 5 Stelle in Sicilia".
Secondo i circa 300 firmatari, "il Movimento vive un momento difficile, ed in particolare in Sicilia rischia di rimanere schiacciato dalle ambizioni di pochi, e da chi continua a credere di poterla gestire in eterno, come si faceva con i feudi e i latifondi prima che arrivasse la Democrazia". Per evitare "correntismo, familismo spudorato, scelte sbagliate e totale assenza dai territori che rischiano di uccidere il M5S" si propone l'ex Iena Dino Giarrusso, "l’eurodeputato più votato di sempre", come "unica scelta possibile per rilanciare la nostra forza politica e i nostri valori, e correggere i tanti errori fatti finora da chi continua a credere che il Movimento siciliano sia sua proprietà".