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Venerdì, 29 Marzo 2024
Elezioni comunali 2022

Corsa a sindaco: Miceli unisce quasi tutto il centrosinistra, Lagalla spacca il centrodestra

Il presidente nazionale dell'Ordine degli Architetti incassa il sì di Sinistra Civica Ecologista e dei parlamentari nazionali palermitani del M5S. Ma il pentastellato Giampiero Trizzino non ci sta, dubbi anche dagli orlandiani. Miccichè insiste sull'assessore all'Istruzione: Mpa, Fdi e Cantiere popolare pronti a sfilarsi. Domani Salvini a Palermo

Se nel centrodestra la candidatura a sindaco dell'attuale assessore regionale all'Istruzione Roberto Lagalla (Udc), fortemente sponsorizzata dal coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè, rischia di rompere l'unità della coalizione; nel centrosinistra il nome di Franco Miceli, presidente dell'Ordine nazionale degli Architetti, trova il consenso dei partiti (Pd, M5S e Sinistra Civica Ecologista) ma non quello di alcuni esponenti politici di punta: dal sindaco Leoluca Orlando al deputato regionale del Movimento 5 Stelle Giampiero Trizzino. Vuoi per un problema di metodo - è nota la posizione del Professore, che ritiene fondamentali le primarie - vuoi perché, come afferma il parlamentare pentastellato, "chi lo ha tirato in ballo in questo modo non ha fatto un buon servizio né alla coalizione né tantomeno a lui".

In entrambi gli schieramenti, destra e sinistra, la scelta del candidato sindaco si gioca sul filo del rasoio. L'auspicata sintesi non c'è ancora, anche se il tempo stringe. La campagna elettorale - leggasi programmi per la città e contatto coi cittadini - non decolla (colpa anche del Covid) e la discussione sul futuro di Palermo viene subordinata agli equilibri interni dei partiti e agli interessi dei singoli attori politici.

Ma andiamo con ordine. Nel centrodestra la partita sul sindaco si è spostata anche a Roma e ci si è dati una deadline di una settimana. Sul tavolo dei leader nazionali un'intesa difficile ma non impossibile; a Palermo però la pressione di Miccichè su Lagalla ha creato subbuglio fra gli alleati, con Cantiere popolare, Mpa e Fratelli d'Italia che minacciano di sfilarsi e correre da soli. Tra i popolari c'è la disponibilità a candidarsi di Saverio Romano (ma non solo), tra gli autonomisti quella di Totò Lentini che già campeggia con i sui manifesti in città e si dice "deciso ad andare avanti sino in fondo", mentre i meloniani mantengono l'impegno a sostenere la candidatura di Carolina Varchi ma preferirebbero farlo "con centrodestra unito sia alla Regione sia al Comune".

Fonti di Fratelli di Italia confermano che il partito "non accetterà imposizioni dall'alto" e che "se qualcuno vuole spaccare il fronte, noi andremo da soli". Tra l'altro dentro Fdi c'è anche chi come Stefano Santoro considera Lagalla "in continuità con l'orlandismo". Intanto si lavora a liste uniche con Diventerà Bellissima e sullo sfondo resta il nome di Alessandro Aricò, capogruppo all'Ars di Db, che potrebbe fare sintesi anche in ottica Regione nel caso in cui Musumeci non dovesse essere ricandidato a Palazzo d'Orleans. 

La Lega, che punta alla Regione, ha smosso le acque con l'uscita del segretario metropolitano Alessandro Anello e ora attende la visita di Matteo Salvini, in programma domani a Palermo. Il leader del Carroccio, che si è impegnato per far ottenere a Palermo fondi statali per l'emergenza cimitero (circa 2 milioni stanziati in finanziaria), sarà ai Rotoli. Un risultato politico rivendicato dai consiglieri Igor Gelarda e Marianna Caronia che, dopo aver reso noto il piano degli interventi ai Rotoli concordato dal Comune con il ministero dell'Interno, parlano di un "segnale importante, frutto di dure battaglie che abbiamo portato avanti con Matteo Salvini".

Per quanto riguarda il centrosinistra, con l'architetto Franco Miceli si è compiuto un passo in avanti che potrebbe portare la coalizione a chiudere il cerchio su un candidato sindaco trasversale. Miceli, già assessore ai Lavori pubblici della Giunta Orlando dal 1998 al 2000, incassa già il sostegno di una parte importante del M5S e della sinistra. "Franco Miceli - dichiarano i parlamentari nazionali palermitani del Movimento 5 Stelle Steni Di Piazza, Adriano Varrica, Roberta Alaimo, Aldo Penna e Valentina D'Orso - rappresenta una figura autorevole la cui disponibilità ad essere in prima linea per occuparsi di Palermo sarebbe un'eccellente notizia. Da anni, in primis grazie ai nostri consiglieri comunali e di circoscrizione, lavoriamo nell'esclusivo interesse di Palermo e ora stiamo costruendo percorsi per dare una guida salda, concreta e lungimirante alla città". 

Subito dopo dice la sua anche il depurtato regionale Trizzino: "L'architetto Miceli è un professionista stimato in città con il quale, tra l’altro, ho avuto occasione di lavorare su importanti riforme in materia edilizia e governo del territorio e sul quale non esiste alcuna preclusione, ma mi duole far presente che il suo nome non è mai uscito in alcuna discussione di coalizione. Avremmo gradito di potere parlare di nomi importanti come il suo, ma in un ragionamento costruttivo che ponesse al centro un progetto per Palermo e alla presenza di tutte le componenti politiche. Più che giocare al totonomi mi piacerebbe che ai palermitani si cominciassero ad offrire soluzioni ai problemi della città. I politici torneranno ad essere credibili nel momento in cui si dirà ai cittadini quanto tempo occorre per aggiustare il ponte Corleone o quali azioni si devono intraprendere per ripulire la città dai rifiuti".

In una nota Sinistra Civica Ecologista sottolinea "l'autorevolezza e la rappresentatività di Franco Miceli" e si dice convinta che questa candidatura "potrà produrre un’accelerazione per definire senza ambiguità il perimetro della coalizione e le priorità programmatiche per vincere le elezioni. Rimangono molti nodi da affrontare che devono essere sciolti velocemente".

Su questi temi Sinistra Civica Ecologista ha convocato una riunione stasera. Giusto Catania e compagni puntano a tenere fuori dal perimetro della coalizione di centrosinistra Italia Viva e Azione, invisi anche al M5S e agli orlandiani. In contrapposizione al "campo largo" che invece vorrebbe il Pd, come dichiarato sia a livello nazionale da Letta e Zingaretti sia a livello locale dal segretario regionale Barbagallo. Una mossa che potrebbe spingere i renziani (che hanno in Davide Faraone il loro candidato) a consolidare un polo moderato con +Europa, Oso e la stessa Azione, già partner a Sala delle Lapidi.

"La corrida dei nomi è un metodo sbagliato", dice Cesare Mattaliano (+Europa). "Serviva fare tutti un passo indietro - prosegue - come giustamente aveva intuito e proposto per primo Fabrizio Ferrandelli, per sedersi pariteticamente attorno a un tavolo con un perimetro di coalizione il più ampio possibile, modello governo Draghi. Tutto questo non sta avvenendo e assistiamo a fughe in avanti, divisioni e schermaglie su proposte di candidature che, sempre a quanto lèggiamo, non mettono d’accordo al proprio interno nessuna delle coalizioni in campo. Rispettiamo nomi come quello di Franco Miceli, che apprezziamo, ma non si arriva con questo metodo a comporre un tavolo vasto e vincente. E' probabilmente tardi per provare adesso a rimettere insieme i cocci di trattative mai decollate fino in fondo. Per quanto ci riguarda, non condividendo alchimie e metodi, valuteremo serenamente nelle prossime ore il da farsi, in autonomia e con coraggio. Tenendo come faro unicamente il bene di Palermo".   

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