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Amministrative 2017, Ferrandelli allo scoperto: "Voglio fare il sindaco per 10 anni"

"La mia è una candidatura politica e non civica, non correrò per il Pd né farò le primarie". Così ha detto il leader de "I coraggiosi" che ha rotto gli indugi in vista delle amministrative del 2017. Cuffaro e Miccichè? "Hanno altri candidati"

Fabrizio Ferrandelli si candida ufficialmente a sindaco di Palermo. Il leader de "I coraggiosi" lo ha annunciato oggi in un’affollata Sala delle Lapidi durante un incontro in cui ha radunato i suoi "fedelissimi". "Una candidatura politica e non civica", ha sottolineato Ferrandelli, che arriva a distanza di un anno esatto dalle sue dimissioni da deputato regionale eletto con il Pd. Partito dal quale non è uscito, ma da cui prende le distanze: "Non sono il candidato del Pd e non farò le primarie". Allo stesso tempo, l’ex parlamentare regionale ha ribadito di non avere "né padroni né padrini politici".

Un modo per allontanare, tra l’altro, le "sirene" provenienti dal centrodestra: sia l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, sia il coordinatore siciliano di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, si sono lasciati andare ad endorsement nei suoi confronti: "Cuffaro e Miccichè hanno i loro candidati", ha risposto Ferrandelli. Che tuttavia ha definito la sua candidatura "orizzontale": "Sarò il sindaco di tutti – ha proseguito – al di là delle appartenenze politiche. Lo dico ora e non dopo le elezioni. Voglio amministrare la città per i prossimi 10 anni". In questi 9 mesi che lo separano dalle elezioni amministrative, Ferrandelli girerà in lungo e in largo la città per mettere a punto "un programma quanto più condiviso possibile. Ecco perché inizieremo una campagna d’ascolto quartiere per quartiere".

A sostenere Ferrandelli, oltre ai suoi fedelissimi, oggi c’erano pochi politici e molta società civile. Tra gli altri, l’ex consigliere comunale Cesare Mattaliano; Michelangelo Spallina, dirigente di Confcommercio, nonché tesoriere provinciale del Pd; i consiglieri di Circoscrizione, Piero Pellerito e Giovanni Tarantino; Salvo Alotta, attuale consigliere comunale del Pd in quota Faraone; il libraio-editore Nicola Macaione, del comitato “Spazio Cultura”; Giuseppe Modica de Mohac, già presidente di Gesap e Amat (nominato dall’attuale sindaco Orlando). Ferrandelli ha lanciato la sua sfida ad Orlando, che alle amministrative del 2012 lo ha sconfitto al ballottaggio, limitandosi a dire che "bisogna voltare pagina". Concetto ribadito nel manifesto che accompagnerà la sua campagna elettorale, in cui campeggiano i volti dei sindaci di Palermo degli ultimi 50 anni in bianco e nero con al centro la foto a colori di Ferrandelli e lo slogan "Ora ci provo io!". A idearlo l’agenzia di comunicazione di Carlo Ramo, lo stesso pubblicitario scelto nella scorsa tornata elettorale da Leoluca Orlando. Per intenderci, quello dell’ormai famoso "Il sindaco lo sa fare". "Non li ho scelti perché erano con Orlando – ha detto Ferrandelli – ma perché hanno esperienza, sono bravi e competenti".

Ferrandelli proverà la scalata a Palazzo delle Aquile sganciato dai partiti che, ha rimarcato, "non hanno capacità di ascolto e programmazione". Un profilo a metà strada tra quello di Orlando e del M5S. Al pari dei grillini infatti intende raccogliere quell’area di dissenso verso la classe politica: "Comprendo gli elettori che scelgono di sostenerli, ma amministrare Palermo è una cosa seria". Come dire che per governare serve esperienza, carta vincente di Orlando nel 2012. Di esperienza Ferrandelli è convinto di averne acquisita a iosa "dopo cinque anni dentro le istituzioni ed a contatto con la politica. Ho colmato le ambiguità, le leggerezze e le inesperienze del passato", ha dichiarato, precisando però che "questa città non si salverà con un nuovo sindaco, ma se ogni cittadino interpreterà realmente la voglia di cambiamento. Con 'I Coraggiosi' abbiamo lasciato le poltrone e un porto sicuro per navigare in un mare tempestoso. Lo abbiamo fatto da cittadini liberi e impegnati in politica, che si sono radicati sul territorio: non ci interessa chi ognuno di noi ha votato, ma vogliamo che ognuno si rimetta in discussione".

Ferrandelli – che ha rifiutato l’etichetta di nuovo Alfio Marchini ("Lui si è presentato come civico, io sono un politico") – ha messo al centro della sua candidatura la questione etica e morale: "Il mio percorso parla chiaro. Mi sono dimesso da deputato regionale per colmare la distanza tra il Palazzo e la società. La questione morale è fondamentale, proveranno a farci degli sgambetti, ma non consentirò a nessuno di sporcare la mia storia". Resta da capire adesso come Ferrandelli arriverà all’appuntamento elettorale e quale sarà lo schieramento che lo supporterà. E se accetterà oppure no liste con simboli di partito. "Molto - ha concluso - dipenderà dalla legge elettorale in discussione all’Ars, che d’improvviso si è svegliata. Ci misureremo in base alle regole del gioco".

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