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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

"Reti capillari ed emissione di onde elettromagnetiche", parte diffida di un gruppo di cittadini contro il 5g

Presentata istanza dagli avvocati Nadia Spallitta e Anna Cucina

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Presentata l'istanza promossa da numerosi cittadini che si sono rivolti al tribunale del consumatore per accedere agli atti relative alle autorizzazioni rilasciate a Palermo per l'installazione degli impianti sperimentali 5g. In particolare i cittadini, a mezzo dei legali Nadia Spallitta e Anna Cucina, contestano l'assenza di informazioni che obbligatoriamente l'amministrazione avrebbe dovuto dare in presenza di istanze rivolte all'installazione di questi nuovi impianti. E chiedono copia dei pareri già rilasciati dalle competenti autorità sanitarie e tecniche. 

Più precisamente, secondo la vigente normativa, oltre all'Arpa, deve intervenire l'autorità sanitaria e deve essere altresì emessa la valutazione di impatto sanitario. Infatti, applicando il principio di precauzione, è necessaria una preventiva certificazione scientifica che attesti che la nuova tecnologia non arrechi danni alla salute, prima di poter autorizzare qualsivoglia impianto di 5g. 

I cittadini, in particolare, sono preoccupati per la loro salute, anche per le modalità di funzionamento di questa nuova tecnologia che presuppone reti capillari e l'emissione ad alta frequenza di onde elettromagnetiche. Esistono infatti numerosi studi scientifici anche internazionali, che hanno osservato gli effetti nocivi per la salute derivanti dall'emissione costante di onde elettromagnetiche. E, del resto, la stessa legge che disciplina la materia  impone alle amministrazioni procedure precauzionali e tutti gli accertamenti del caso a tutela della salute privata e pubblica. Tra l'altro il sindaco ha uno specifico obbligo di tutela della salute collettiva quale massima autorità sanitaria locale. Con l'istanza, inoltrata anche al Ministero della salute e dell'ambiente,  i cittadini chiedono altresì che vengano revocate le autorizzazioni già rilasciate e che si sospenda ogni procedimento in corso.
 

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