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Scontro sul decreto sicurezza, Figuccia: "Salvini e Orlando due facce della stessa medaglia"

Il deputato dell'Udc all'Ars e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia commenta lo scontro in corso tra il sindaco di Palermo e il ministro dell'Interno: "E' una gara a chi strumentalizza di più su un tema di grande delicatezza"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

È accaduto quanto temevo. Salvini da una parte, Orlando dall'altra, è una gara a chi strumentalizza di più su un tema di grande delicatezza - a dirlo è Vincenzo Figuccia deputato dell'Udc all'Ars e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia che prosegue - da una parte Salvini nel ruolo di ministro, fa i conti con il più grande della della contemporaneità e  che finalmente comprende non poter essere risolto con gli annunci da campagna elettorale che avrebbero portato all'eliminazione del problema con rimpatri forzati in tutti i paesi di provenienza. Ma dall'altra Orlando che continua col suo modo goffo e ingombrante a straripare sulla scena  di uno spettacolo che di fatto, non lo riconosce più tra i suoi attori. Il protagonista di una scena che lo vede ormai  superato, un uomo che cerca di distrarre le masse, puntando non più sui temi della ordinarietà, della quotidianità, della gestione dell'amministrazione di una città com'è chiamato a fare in questo suo quinto mandato. Un sindaco che si inventa invece il modo per riempire le pagine dei giornali, distraendo a suo avviso, i siciliani delle vere criticità di una città sommersa tra rifiuti, mobilità disintegrata e criticità di ogni genere. E se questa città si trova in tali condizioni lo dobbiamo anche a lui. Mi piacerebbe vedere affrontati questi temi con maggiore maturità da due profili istituzionali così importanti: un ministro dell'Interno e un sindaco della più grande area metropolitana della Sicilia che si trova al centro del Mediterraneo, crocevia dei popoli ma chiamata ad affrontare un'emergenza umanitaria senza precedenti destinata a crescere. La Sicilia è sempre stata terra di accoglienza, ma il rischio è quello che ci si trovi ora, è vedere contrapporre due mondi, peraltro in vista delle prossime consultazioni elettorali, che anziché affrontare i problemi per risolverli, li ingigantiscono strumentalmente agli occhi dell'opinione pubblica, facendo quel gioco che la peggiore politica mette in scena per creare false leadership e costruire consenso artificioso. Quello di creare un nemico comune da offrire alla piazza per generare rabbia e fazioni. Si apre così il triste sipario per la campagna elettorale delle europee. Non è questa - conclude - la politica che sogno per la mia terra".

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