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Decreto sicurezza sospeso, Orlando insiste: "Puzza di razziale..."

Salvini rilancia la polemica: "Sarò presto a Palermo, il sindaco si occupi dei tanti problemi della sua città, evidentemente c'è chi ha mangiato pesante a Capodanno...". Intanto alcuni "colleghi" si accodano a Orlando

"Su alcuni temi, e tra questi il rispetto dei diritti umani, io ho una visione e una cultura diversa da quella del ministro dell'Interno, ma qui siamo di fronte a un problema non solo ideologico ma giuridico. Non si possono togliere diritti a cittadini che sono in regola con la legge, solo per spacciare per 'sicurezza' un intervento che puzza molto di 'razziale'". A dirlo è il sindaco Leoluca Orlando, tornando sulla nota inviata al capoarea dell'Anagrafe, lo scorso 21 dicembre, per chiedere che lo svolgimento di un'approfondita analisi dei profili giuridici che  derivano dalla recente normativa nazionale conosciuta come Decreto sicurezza.

Decreto sicurezza, scontro Orlando-Salvini

Nelle more dello svolgimento di questa analisi, Orlando ha disposto "di sospendere, per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della  residenza anagrafica".

Nella nota, il sindaco fa propri alcuni dei dubbi espressi nelle ultime settimane circa la costituzionalità del provvedimento, in particolare lì dove la mancata  iscrizione anagrafica dei cittadini con permesso di soggiorno determinerebbe l'impossibilità di accesso a servizi fondamentali e garantiti quali ad esempio "la libertà di movimento, il diritto alla  salute e alle cure tramite il Servizio sanitario e l'inviolabilità del domicilio".

Salvini: "C'è chi ha mangiato pesante a Capodanno"

Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, intanto rilancia la polemica: "Sarò presto a Palermo per consegnare ai cittadini una villa vista mare confiscata a un mafioso. Spero che nel frattempo il sindaco trovi il tempo di occuparsi dei tanti problemi della sua città, invece di disobbedire alle leggi sull'immigrazione approvate dal Parlamento''. Quindi, ai microfoni del Gr1, ha aggiunto: "E' gravissimo, evidentemente, alcuni hanno mangiato pesante a Capodanno... I sindaci ne risponderanno personalmente, penalmente e civilmente, perché è una legge dello Stato che mette ordine e regole''. 

Orlando apre la breccia, altri sindaci lo seguono

Parla al plurale Salvini, perché nella breccia aperta dal sindaco di Palermo si getta anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che rivendica di aver fatto subito questa scelta."Ho schierato la mia città dalla parte dei diritti - dice a Repubblica - noi applichiamo le leggi ordinarie solo se rispettano la Costituzione repubblicana. È obbedienza alla Carta e non disobbedienza civile. L'iscrizione all'anagrafe è fondamentale, consente alle persone di avere diritti"

Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti afferma all'Adnkronos: "Dal punto di vista prettamente politico non posso che condividere la volontà di affrontare un problema che il decreto sicurezza crea ossia non poter dare determinati certificati e riconoscimenti anagrafici a persone richiedenti asilo e straniere. Il modo in cui il problema si affronta è da capire".

La fronda antisalvini incassa l'endorsment del candidato alle primarie Pd, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti: "Mi sento vicino al sindaco Orlando, al suo impegno contro l'odio e capisco la sua fatica per porre rimedio a norme confuse scritte solo per l'ossessione di fare propaganda e che spesso producono caos, più diffidenza e insicurezza per tutti".

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