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Mezzogiorno, Palermo "zona speciale": De Vincenti: "Porti siciliani hanno ruolo chiave"

Il sindaco Leoluca Orlando ha incontrato a Villa Niscemi il ministro per la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti, per discutere dell’attuazione del decreto del Mezzogiorno

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha incontrato questa mattina a Villa Niscemi il ministro per la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti, per discutere dell’attuazione del decreto del Mezzogiorno, che prevede due differenti filoni: “Io resto” che ha un percorso a gestione ministeriale e che mira a incentivare l’imprenditorialità giovanile, e l'attivazione delle Zes (zone economiche speciali), ossia un’elaborazione delle vecchie zone franche con il coinvolgimento della struttura portuale. L'iniziativa è nata dopo un lungo colloquio avvenuto nei giorni scorsi tra il ministro e il sindaco a margine del comitato di indirizzo e controllo del Patto per Palermo. 

Il ministro De Vincenti, nel corso dell'incontro con i giornalisti, ha evidenziato “il ruolo centrale del Mezzogiorno e dell’Italia nella nuova configurazione dei traffici internazionali. Quello di oggi è un incontro importante – ha dichiarato - per avviare il percorso che metterà in pratica le norme che abbiamo varato come decreto legge Mezzogiorno a giugno scorso. L’obiettivo principale - ha continuato - è fare in modo che i porti del Mezzogiorno e i porti siciliani abbiano un ruolo chiave nella crescita dei traffici commerciali nel Mediterraneo che, dopo il raddoppio del canale di Suez, sta diventando la nuova 'Via della Seta'. I porti del Mezzogiorno sono la nostra avanguardia nell’intercettare questi flussi - ha aggiunto -. Le Zes, attraendo investimenti importanti nella logistica e nella struttura industriale si sviluppa intorno a un porto, sono il modo in cui sosteniamo i porti del Mezzogiorno in questa operazione fondamentale". 

“Quest’incontro, che vede il coinvolgimento di Anas, Ferrovie dello Stato, Porto di Palermo, associazione degli industriali, Ance e Camera di Commercio - ha detto Orlando - nasce su sollecitazione di Cgil, Cisl e Uil e ha lo scopo di avviare un percorso che vedrà la realizzazione di una bozza di proposta, che verrà prima sottoposta all’esame da parte della Regione, che la inoltrerà successivamente al Governo nazionale. L’idea dalla quale ci stiamo muovendo farà leva sul porto di Palermo e su quello di Termini Imerese, sia pure con qualche attenzione a Trapani e Porto Empedocle, e partirà dalle tre zone industriali di Carini, Brancaccio e Termini Imerese, e dai poli turistici di Palermo, Madonie, Bagheria e Monreale. Un progetto – ha continuato il sindaco – che conferma e rafforza il nuovo ruolo di spicco della realtà locale siciliana e dei territori e, partendo da questi, promuove sviluppo”.

Il decreto 91 del 20 giugno 2017 81 definisce la cornice normativa per le Zone Economiche Speciali, che potranno essere individuate dopo il via libera ufficiale della Ue e in seguito alle proposte che faranno le singole Regioni. Patto per Palermo e futura Zes sono collegati da una strategia per l'Area metropolitana in continuità e coerenza con tutte le politiche di coesione (Fsc, Pon, Por).  

Il decreto recante "disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno" è stato convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2017 n.123, pubblicata su Gazzetta Ufficiale n. 188 del 12/08/2017. Le ZES sono state istituite con l'art. 4 della legge 123/2017 e i benefici derivanti sono dettagliati all'art. 5: in particolare, sono previste procedure amministrative e di accesso alle infrastrutture semplificate. Al loro interno le ZES dovranno contenere almeno un’area portuale. Sono state preannunciate anche agevolazioni fiscali aggiuntive rispetto al regime ordinario del credito d'imposta al Sud: saranno resi eleggibili per il beneficio investimenti fino a 50 milioni. Le imprese dovranno mantenere l'attività nell'area per almeno sette anni (termine allungato durante l'iter al Senato rispetto ai 5 anni iniziali). Ciascuna regione può presentare una proposta di istituzione di una Zes nel proprio territorio, o al massimo due se sono presenti più aree portuali adeguate. Le risorse stanziate sono di oltre 200 milioni in un triennio: 25 milioni per il 2018, 31,25 milioni per il 2019 e 150,2 milioni per il 2020.

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