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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Decadenza sindaci, Crocetta rassicura i comuni: "Abrogheremo la norma"

Il governo regionale si è impegnato a presentare un disegno di legge stralcio di accompagnamento alla finanziaria, per abrogare la norma votata dall’Ars che prevede la decadenza in caso di ritardi nell’approvazione del bilancio da parte dei Consigli comunali

L’intesa con i sindaci è stata raggiunta. Il governo regionale si è impegnato a presentare un disegno di legge stralcio di accompagnamento alla finanziaria, per abrogare la norma votata dall’Ars che prevede la decadenza dei sindaci in caso di ritardi nell’approvazione del bilancio da parte dei Consigli comunali. Lo ha annunciato oggi il governatore Rosario Crocetta, a conclusione dell’incontro tra l’Anci, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e i capigruppo di Sala d’Ercole.

Non appena il governo avrà presentato la norma, la parola passerà all’esame della Prima commissione dell’Ars e poi dell’Aula. Tutto avverrà "contestualmente alla finanziaria" come ha indicato Ardizzone, che di fatto ha servito un assist al governo tracciando la strada da seguire. Il presidente Crocetta, inoltre, ha assicurato che verranno "sospese anche le diffide arrivate ai sindaci che non hanno varato i bilanci". Una decisione presa all’indomani della sentenza del Tar, che ha accolto il ricorso del sindaco di San Piero Patti Ornella Trovato contro la retroattività della legge.

Forti di questo pronunciamento, circa 150 primi cittadini provenienti da tutta la Sicilia hanno preso d’assalto Palazzo dei Normanni per protestare contro una norma (l’articolo 2 della legge regionale 6 del 2017) che, per usare le parole del presidente dell’Anci Leoluca Orlando, rappresenta "una forma indiretta di sfiducia ai sindaci senza una maggioranza qualificata". A mettere a rischio tutti i Comuni è anche la mancata approvazione del bilancio regionale, che blocca i trasferimenti, per quest’anno pari a 340 milioni di euro. "In atto c’è una perfetta tempesta – ha aggiunto Orlando – perché siamo in presenza di due avvenimenti che hanno messo in ginocchio il sistema delle autonomie locali. La Regione ha creato le condizioni per la decadenza dei sindaci e poi ne ha disposto la decadenza stessa non approvando entro il 31 marzo il suo bilancio. Come possono i Comuni chiudere i bilanci se non sono stati erogati i trasferimenti e manca il riparto delle somme? Ci si chiede a questo punto a cosa serva lo Statuto speciale".

Difficoltà e contraddizioni oggettive che ha riconosciuto pure il presidente Crocetta, schierandosi dalla parte dei sindaci e lanciando frecciate all’Ars: "La colpa è della Regione e anche io mi sento responsabile di questa situazione. Le regole non si fanno a seconda dell’antipatia o della simpatia verso questo o quell’altro sindaco. Un’amministrazione comunale non può pagare per l’inadempienza di un altro organo (il Consiglio, ndr). Interverremo anche di fronte al Tar, costituendoci in giudizio ad adiuvandum dei Comuni che hanno fatto o che faranno ricorso". Sulle diffide ai sindaci – malgrado prima l’assessore alle Autonomie locali Luisa Lantieri avesse mostrato le sue perplessità – il governatore Crocetta si è detto d’accordo con lo stop: "Non ha senso continuare, anche perché i Comuni sono in attesa dei trasferimenti regionali".

E' stata così accolta la proposta avanzata dal vicepresidente dell’Anci Paolo Amenta, il quale ha anche avuto rassicurazioni sui 115 milioni di quota investimenti (una sorta di spesa corrente camuffata) destinati al pagamento delle rate dei mutui “accesi” dai Comuni. L’assessore all’Economia Alessandro Baccei ha garantito che i fondi sono stati inseriti in finanziaria. Nulla da fare invece sull’obbligo di destinare il 10% dei trasferimenti regionali ai disabili. Passi indietro non se ne possono fare, se non in una successiva sessione di bilancio. "E' bene comunque precisare – ha spiegato Amenta – che i Comuni contribuiscono già in maniera significativa. Ad esempio con l’integrazione dei fondi della legge 328 del 2000. Ma non è tutto. I Comuni finanziano quasi per intero le comunità in cui sono accolti i disabili psichici. Prima la Regione dava un rimborso del 70%, ridotto adesso al 10%. Ogni disabile psichico costa 2.300 euro al mese. Fate voi i conti… Inoltre i Comuni contribuiscono al 50% con le Asp alla riabilitazione dei disabili gravi; mentre prima la spesa era interamente a carico della Regione".

La promessa di un intervento del governo sulla decadenza dei sindaci ha però “accontentato” l’Anci. Ora la parola passa ai deputati. Pd e Ncd hanno già manifestato ieri la volontà di cancellare la norma. Visto il "clima positivo", l’auspicio del presidente Ardizzone è che i deputati "si esprimano a scrutinio palese". Non tutti però sono favorevoli. "A noi – ha concluso Amenta – interessa portare il risultato a casa". Ars permettendo.

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