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Crocetta: "Video hard? Mi dipingono come una pornostar, non sono Rocco Siffredi"

A sottolinearlo sul sito dell'agenzia Ansa è l'ex presidente della Regione siciliana indagato nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Montante: "La solita bufala per denigrare la mia omosessualità"

"Il video? E' tutto falso, come falsa è stata la notizia dell'intercettazione in cui avrei sentito le frasi contro Lucia Borsellino". A sottolinearlo sul sito dell'agenzia Ansa è l'ex presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, indagato per finanziamento illecito dei partiti e concorso in associazione a delinquere finalizzato alla corruzione nell'ambito dell'inchiesta 'double face' della Procura di Caltanissetta che ha portato all'arresto dell'ex presidente di Sicindustria, Antonello Montante.

"Caso Montante e ricatti con video hard", indagato anche Crocetta

"Mi dipingono come una pornostar - ha detto - come se fossi Rocco Siffredi. Ma dov'è questo video? La verità è che non esiste, è una bufala come al solito per denigrare la mia omosessualità". Di "video scabroso" si fa cenno nell'avviso di garanzia notificato ieri pomeriggio a Crocetta; a impedirne la diffusione, secondo l'accusa, fu Montante.

Secondo quanto emerge dalle indagini, dietro le scelte di Crocetta su assessori e incarichi da assegnare ci sarebbe stato proprio Montante. Significative alcune sue frasi intercettate dalla Mobile, durante un dialogo in auto con l'ex assessore regionale Mariella Lo Bello e il presidente dell'Istituto regionale per le attività produttive (Irsap), Maria Grazia Brandara (anche loro risultano indagate). "A Crocetta non gli abbiamo mai fatto sbagliare una mossa". E ancora: "Con le attività produttive si può fare la terza guerra mondiale". Per l'accusa si tratta di "associazione a delinquere” perché fondata su uno scambio: favori su favori da una parte e dell'altra. Crocetta avrebbe nominato i fedelissimi di Montante. Quest'ultimo avrebbe ricambiato la cortesia finanziando la campagna elettorale 2012 del Megafono con 200 mila euro, e poi “impedendo – recita l’atto d’accusa della procura – che venisse reso pubblico da parte di giornalisti un video dal contenuto scabroso attinente la vita privata di Crocetta”. 

Sono due gli assi portanti dell'inchiesta: da un lato Montante avrebbe creato una rete di contatti tra politici ed esponenti di forze dell'ordine per avere informazioni sulle indagini a suo carico. Dall'altro, avrebbe elargito favori e denaro per poi chiedere favori in cambio. L'imprenditore, si legge nell'ordinanza, avrebbe fatto sistematicamente ricorso alla raccomandazione come sistema per "fidelizzare" i suoi interlocutori e creare una vasta rete di rapporti "improntanti a logiche clientelari". Uno schema che da un lato "soddisfa interessi percepiti dai suoi interlocutori come essenziali", come la ricerca di posti di lavoro per parenti, familiari e amici, dall'altro è "in grado di creare un minor allarme rispetto a quello che vuole il sistematico ricorso all'erogazione di somme in denaro, percepito con maggior disvalore sociale alla collettività".

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