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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Caos Regione, Crocetta: "Non mi dimetto, tentativo di golpe"

Il Governatore avrebbe deciso ma si dovrà attendere martedì per un suo intervento all'Ars. Dopo il "battibecco" tra il procuratore capo Francesco Lo Voi e L'Espresso per le presunte intercettazioni tra Crocetta e Tutino regna ancora una grande confusione sull'accaduto

"Non mi dimetto, sono un combattente e un combattente muore sul campo. Se lo facessi la darei vinta ai poteri forti”. Lo ha detto oggi Rosario Crocetta, nel giorno della ventitreesima commemorazione della la strage di via D’Amelio. Dopo ore frenetiche e di riflessione, tempestate di dichiarazioni al vetriolo che arrivano da ogni dove, il Governatore ha annunciato la volontà di continuare pur esprimendo qualche timore: "Mi sto chiedendo se le mie dimissioni non possano essere colte come una ammissione di una mia presunta colpevolezza". Sull’intercettazione della conversazione con Matteo Tutino, l’ex primario di Villa Sofia arrestato, pubblicata da L’Espresso continua a ribadire la propri estraneità, affermando di avere "sempre difeso Lucia Borsellino". E intanto il Pd serra le file e comincia a pensare all'ipotesi del voto anticipato.

La bagarre sulle intercettazioni ha preso consistenza quando il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, ha dichiarato che "agli atti dell'ufficio non risulta trascritta alcuna telefonata del tenore di quella pubblicata dalla stampa tra il governatore Crocetta e il dottor Matteo Tutino". Il settimanale L’Espresso ha pubblicato una nota nella quale confermava tutto e il procuratore capo è tornato alla carica: "Agli atti dell'ufficio non risulta trascritta alcuna telefonata del tenore di quella pubblicata dalla stampa tra il governatore Crocetta e il dottor Matteo Tutino. I carabinieri del Nas - ha aggiunto Lo Voi - hanno escluso che conversazioni simili siano contenute tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti di Tutino". Ma ancora una volta L’Espresso ha confermato tutto: "L’intercettazione c’è ed è secretata".

Nel giorno di Paolo Borsellino e degli uomini della scorta uccisi dalla mafia, Lo Voi ha voluto chiarire il rispetto delle istituzioni "è l'unico motivo per il quale ho ritenuto doveroso intervenire. C’era questo aspetto che coinvolgeva le istituzioni ed è uno dei pochi casi in cui è doveroso che un procuratore della Repubblica intervenga per dire una parola di chiarezza, che poi - ha concluso - ci sia qualcuno che possa crederci o non crederci è un altro discorso, ma la posizione è quella ed è la posizione vera". E per capire come vorrà muoversi il presidente Crocetta, che avrebbe detto di sentirsi vittima di un complotto, bisognerà attendere martedì, quando parlerà all’Ars. Un intervento che sarà anticipato da quello del suo legale, Vincenzo Lo Re, che illustrerà le iniziative giudiziarie che intende adottare nei confronti del settimanale L’Espresso.

"Qualcuno - ha dichiarato Crocetta - ha voluto mettere a segno un golpe, volevano determinare le mie dimissioni o il mio suicidio. E trovo assurdo che organi istituzionali abbiano espresso giudizi senza fare le dovute verifiche con la Procura”. Poi ha raccontato di essersi sentito per giorni come un "lebbroso colpevole di nulla, reietto, pensavo di non potere di uscire di casa per guardare gli occhi della gente. E' stata ed è un'istigazione al linciaggio". Manfredi Borsellino, figlio del magistrato ucciso dalla mafia, ha detto che sua sorella Lucia "ha portato la croce", Crocetta ha controbattuto: "Porto la croce con lei e la condivido dal primo giorno. Manfredi mi darà forse atto che con Lucia ho parlato più di lui in questi anni. Ho visto i suoi problemi, le sue croci erano le mie".

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