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Orlando lancia (ancora) l'allarme: "Nessun Governo regge a bancarotta Comuni, Conte agisca"

Il primo cittadino: "C'è di fondo il problema di quello che appare un tentativo di delegittimazione istituzionale della figura dei sindaci che si vorrebbe ridotti al ruolo di passacarte"

"Non c'è Governo che possa reggere alla bancarotta dei Comuni e all'interruzione dei servizi ai cittadini, alle famiglie e alle imprese che ne deriverebbero. Se il Governo nazionale proseguirà nella strada intrapresa, si assumerà le conseguenze politiche e sociali delle proprie scelte e sancirà il proprio suicidio, con una 'auto-spallata'". Il sindaco Leoluca Orlando torna a lanciare l'allarme per la tenuta dei Comuni. 

Più volte nei giorni scorsi il Professore si è rivolto al premier Conte reclamando più aiuti per le realtà locali e oggi torna a ribadire il concetto. "Da settimane i sindaci, tutti i sindaci di tutte le parti politiche - dice Orlando - continuano a ripetere che il rischio di bancarotta collettiva è sempre più alto ed imminente, ma la risposta è stata una lunga lista di provvedimenti parziali, dilatori e insufficienti. C'è di fondo il problema di quello che appare un tentativo di delegittimazione istituzionale della figura dei sindaci che si vorrebbe ridotti al ruolo di passacarte di provvedimenti adottati altrove, non concordati, spesso contraddittori. Occorre un urgentissimo cambio di rotta, con provvedimenti immediati del Governo nazionale di cui solo il Presidente del Consiglio può e deve farsi garante e al quale, proprio per questo, abbiamo chiesto un incontro urgente con i Sindaci delle città metropolitane".

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Orlando chiede "innanzitutto una serie di provvedimenti a costo zero per lo Stato, ma che da subito darebbero possibilità di manovra alle amministrazioni comunali: sia ripristinato il potere di ordinanza, che corrisponde alla possibilità che i sindaci esercitino le proprie prerogative; siano aboliti i vincoli del patto di stabilità che rallentano o bloccano del tutto la spesa delle somme già disponibili; siano modificati i parametri dei fondi di accantonamento e per l'utilizzo degli avanzi di amministrazione. A questi provvedimenti, che, lo ripeto, sono del tutto a costo zero, andranno necessariamente aggiunti quelli per il sostegno economico, soprattutto per compensare le fortissime perdite erariali che tutti i Comuni stanno subendo per il taglio di Tosap, Tari, Imposta di soggiorno e certamente anche per le addizionali Ira e Irpef".

Il primo cittadino, che è anche presidente di Anci Sicilia, torna a chiedere anche "un rifinanziamento pur modesto degli interventi per l'assistenza alimentare e di prima necessità. Le somme stanziate si sono esaurite in poche settimane, segno della violenta crisi sociale in atto, e non c'è più tempo da perdere, in attesa che si superino lungaggini e perplessità sull'effettivo avvio del Reddito di emergenza. La situazione è drammatica ma ancora non irreversibile. Spetta al Governo nazionale e al presidente del Consiglio fare le scelte necessarie per garantire la tenuta istituzionale e quella democratica del paese, di cui i Comuni sono il terminale nelle comunità locali".

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