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Consiglio comunale, Caronia: "Niente inciuci, voterò Scarpinato e Forello"

Con le sue 3.855 preferenze era in lizza per la vicepresidenza, ma è arrivato il "no" degli orlandiani. Adesso svela chi voterà e rifiuta "soluzioni democraticamente scorrette, frutto di imbarazzanti compromessi"

Un'indicazione chiara di voto, due nomi, una nota stampa. Così Marianna Caronia riaccende la riflessione sul dibattito interno ai partiti per l'elezione del presidente del Consiglio comunale e del suo vice. "Annuncio pertanto ufficialmente - si legge in una nota stampa - che giorno 7 agosto nel corso della prima seduta del nuovo Consiglio Comunale di Palermo voterò i colleghi Francesco Scarpinato  (3503 preferenze) per la presidenza e Salvatore Forello (5434) per la vicepresidenza. Qualunque altra soluzione sarebbe il chiaro manifestarsi dei soliti e deprecabili giochi di palazzo capaci sì, come sempre, di cambiare le carte in tavola e sovvertire ogni regola democratica  ma non della volontà di occuparsi seriamente dei gravi e assillanti problemi della città, delle sue periferie in particolare e dalle drammatiche emergenze, a partire da quella occupazionale e dal crescente divario economico e sociale col resto del Paese".

Con le sue 3.855 preferenze, che le hanno assicurato lo scranno a Sala delle Lapidi, quello di Marianna Caronia era uno dei nomi che circolavano per la vicepresidenza. Su di lei però il "no" degli orlandiani. E a pochi giorni dal "no", ecco la dichiarazione di voto con tanto di lunga spiegazione.

"Si devono eleggere il presidente del Consiglio comunale e il suo vice. Il primo, è di spettanza della maggioranza, il secondo invece, a norma di statuto, della minoranza. Ritenevo pertanto, non certo per ingenuità politica, che tutto fosse abbastanza semplice e pacifico; la maggioranza democraticamente avrebbe eletto al suo interno il suo candidato - spiega Marianna Caronia - indicandolo alla minoranza che parimenti avrebbe scelto e indicato il suo e si sarebbe proceduto quindi ad una formale votazione. Sembrava tutto facile e scontato invece queste elementari regole democratiche pare non riescano a trovare il necessario consenso e in questi giorni si rincorrono invece freneticamente soluzioni, anche le più fantasiose, che se realizzate, poiché democraticamente scorrette, sarebbero senza dubbio alcuno il frutto di imbarazzanti e provati compromessi o il sostanziarsi  di veri e propri inciuci. Peraltro, a mio modo di vedere, l’unica soluzione possibile è quella del ricorso ai numeri che è sempre, ma soprattutto in politica, quella dirimente. Leoluca Orlando come tutti sappiamo è stato riconfermato ancora una volta sindaco di Palermo perché i numeri, che altro non sono che il riconoscimento tangibile del gradimento dei cittadini che si sono recati alle urne e che hanno segnato nella scheda elettorale il suo nome e quello dei candidati delle liste a suo sostegno, hanno manifestato inequivocabilmente il loro maggior gradimento dello stesso rispetto a tutti gli altri candidati. Possiamo pertanto affermare che i numeri sono di fatto gli unici indicatori che possono determinare scelte rispettose della democrazia. Altrimenti ci troveremmo ancora oggi a discutere, nonostante i numeri, se, in ragione non saprei davvero di cos’altro, il sindaco sarebbe potuto anche essere in alternativa Forello o Ferrandelli" .

"In forza anche di questo mio inoppugnabile ragionamento - conclude - ritengo quindi che il consigliere della maggioranza con il più alto numero di preferenze dovrà occupare lo scranno della Presidenza e che quello della vicepresidenza del Consiglio vada al più votato dell’eterogeneo schieramento di minoranza. Ho pertanto deciso che seguirò quello che prima ho indicato essere a mio avviso l’unico sistema autenticamente democratico, cioè quella della forza, del valore e del significato dei numeri".
 

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