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Lavori pubblici, burocrazia e rapporto pubblico privato: confronto tra candidati sindaco e costruttori

Tra gli argomenti affrontati anche manutenzioni e funzionamento delle società partecipate. Miconi: "Chiediamo, un programma portato avanti con lealtà e trasparenza"

I vertici di Ance Palermo hanno incontrano oggi a Palazzo Forcella De Seta i candidati a sindaco di Palermo. Il presidente Massimiliano Miconi, i componenti del Consiglio direttivo e gli associati di Ance Palermo hanno dibattuto con Rita Barbera, Francesca Donato, Fabrizio Ferrandelli, Roberto Lagalla, Ciro Lomonte e Franco Miceli di argomenti che riguardano lo sviluppo della città. L’incontro è stata anche l’occasione per presentare la visione che ha Ance sulla rigenerazione urbana e un sondaggio commissionato da Ance Palermo ad una importante società nazionale specializzata, per conoscere la percezione che i cittadini palermitani hanno di questioni che riguardano lavori pubblici, burocrazia, rapporto pubblico-privato, manutenzioni e funzionamento delle società partecipate.

Secondo quanto è emerso dal sondaggio, il 44 per cento dei palermitani intervistati attribuisce all’incapacità dell’amministrazione di gestire un appalto le colpe del mancato completamento e del rallentamento nella realizzazione di opere pubbliche in città; il 38 per cento alla normativa farraginosa; il 29 per cento a progetti carenti che richiedono continue variazioni in corso d’opera; il 24 per cento alle imprese che non fanno bene il loro lavoro. Alla domanda su quali sarebbero le opere pubbliche necessarie a migliorare la vivibilità di Palermo, il 43 per cento ha risposto manutenzione strade comunali, marciapiedi e spazi pubblici; il 31 per cento investimenti nel trasporto pubblico; il 23 per cento riqualificazione dei quartieri degradati e, a seguire, collegamento con la rete autostradale, nuovo cimitero, costruzione di nuove scuole e miglioramento di quelle esistenti, sviluppo di energie rinnovabili, aree pedonali e case popolari. 

Sulla questione partenariato pubblico-privato, il 78 per cento del campione intervistato ritiene che la cooperazione pubblico privato potrebbe migliorare l’attuale situazione delle infrastrutture in città. Infine, divisa a metà la popolazione sull’efficienza e l’organizzazione degli uffici pubblici del Comune per il rilascio di permessi e autorizzazioni per pratiche edilizie: un 45 per cento ritiene l’organizzazione abbastanza positiva e un altro 45 per cento, abbastanza negativa. 

E' prendendo spunto da questi dati che ha preso il via il dibattito con i sei candidati a sindaco che, a turno, hanno dato la loro visione ed i loro programmi. Il primo argomento affrontato ha riguardato la rigenerazione urbana, tema molto caro ad Ance Palermo e tutti i candidati sono stati concordi nell’affermare la necessità dell’avvio di un recupero dell’esistente. Rita Barbera ha affermato che “quella di recupero e rigenerazione è una politica necessaria per la città”. Francesca Donato ha affermato che una amministrazione che consideri un privato nemico “vuole suicidarsi. Il degrado e l’abbandono sono tali che ci sono interventi fondamentali per la sicurezza delle infrastrutture e per dare servizi minimi essenziali decenti. Serve una programmazione a lungo termine, condivisa”. Ferrandelli ha sostenuto che la prima cosa della quale dovrà occuparsi “è il Prg e poi il Pums perché senza strumenti di progettazione non si può parlare di programmazione”. Lagalla fa coincidere idea di rigenerazione urbana con quella di miglioramento della vivibilità della città con una riqualificazione complessiva, sostenibilità ambientale ed energetica, valorizzazione degli spazi culturali, cura degli spazi verdi. Riuso del suolo esistente. Tutto questo con concertazione e copianificazione con chi ha esperienza diretta di problemi così complessi”. Ciro Lomonte crede nella forza dei costruttori definiti “il rilancio dell’economia per la città. Si tratta di fare un cambio epocale – ha detto -. Intendiamo trovare quei codici che hanno reso bellissimi i nostri centri storici che non rispettati, portano all’orrore delle città moderne”. Franco Miceli a proposito di rigenerazione ha sottolineato come significhi “intervenire sulla città consolidata, lavorare sui contesti e sulle aree pubbliche. Serve fiscalità agevolata per chi fa investimento nel campo della rigenerazione. Bisogna rivedere i regolamenti edilizi e fare semplificazione”.   
Il secondo tema è stato la realizzazione di opere pubbliche con rispetto dei tempi, dalla progettazione alla realizzazione.
Francesca Donato ha affermato che “si deve partire da un intervento normativo con riforma degli appalti pubblici e ridefinizione del ruolo di Anac e si deve consentire la possibilità alle imprese locali più piccole di accedere ai lavori. A livello amministrativo, ci vuole un intervento su tutta la macchina con efficientamento di organici e implementazione dove sia necessario, con la scelta di dirigenti che facciano i dirigenti e premialità basata su obiettivi”.

Fabrizio Ferrandelli ha citato le “14 mila pratiche ferme al Comune di Palermo. I contratti di partenariato pubblico-privato sono osteggiati oggi dalla pubblica amministrazione. Trovo scandaloso che il concorso per dirigenti sia bloccato dal 2017. Bisogna sburocratizzare alcuni servizi e riorganizzare la macchina”.Roberto Lagalla sostiene che “la riforma della legislazione sugli appalti impatta molto sul risultato come l’elevazione esponenziale del numero dei contenziosi che riduce gli investimenti e procrastina i tempi. Basti pensare che abbiamo restituito i soldi per gli asili nido. Bisogna ricorrere a conferenze di servizio, all’aiuto degli ordini professionali, incrementare la dirigenza. Separare fase di istruzione e controllo delle procedure”. Per Ciro Lomonte “il parlamento siciliano può legiferare anche sulla legge sugli appalti. Bisogna creare una task force che lavori all’interno dei comuni, fare dei concorsi per colmare la mancanza di dirigenza e lavorare molto di più per avere personale qualificato. Poi molte cose non vanno avanti per i professionisti dell’antimafia. Noi siamo favorevoli ai privati ma siamo preoccupati di come i partiti li gestiscono”.  

Franco Miceli ha affermato che “la prima grande questione riguarda la riforma degli appalti. Si deve rivedere la nostra normativa per capire cosa interessa all’Europa. C’è un tema che riguarda le progettazioni, il vecchio sistema va modificato cambiando sistema di affidamento dei lavori prevedendo una selezione delle imprese dal punto di vista della qualità. Sulla realizzazione delle opere, bisogna pensare alla sicurezza ma anche alla qualità delle imprese. Credo che l’amministrazione possa fare molto nella fase della programmazione con dirigenti capaci ed una giusta interlocuzione”. Per Rita Barbera “ci attende una impresa difficile, mettendo insieme l’esigenza di legalità con opere che abbiano inizio e fine celere. Per mettere in campo risorse che garantiscano legalità e semplificazione, oltre ad una riforma dell’intera macchina comunale, è necessario garantire trasparenza dei dati che protegge dalla corruzione”.  Quindi si è parlato di partenariato pubblico privato e settori in cui sarebbe possibile applicarlo.

Secondo Ferrandelli “si può applicare in tutti i settori. Nelle scuole per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza, nel patrimonio sportivo, per il cimitero, per la realizzazione del nuovo forno crematorio e tutti i beni comuni sottratti all’incuria”. 
Per Lagalla “non si può pensare alla rigenerazione senza il partenariato pubblico-privato. Gli ambiti sono vari, manutenzione ed adeguamento delle scuole, l’infrastrutturazione cimiteriale e tutte le strutture dedicate a sport, grandi eventi e convegnistica”. 
Ciro Lomonte pensa che ci siano “molti ambiti in cui si possa collaborare. Surreale che abbiamo una piscina non olimpica per 5 centimetri, bisogna fare un nuovo stadio. Intollerabile la diffusione dei centri della grande distribuzione nella nostra città con edilizia di scarsa qualità e problemi creati ai nostri commercianti. Si può lavorare insieme nelle aree di edilizia popolare”.  
Franco Miceli sostiene che “bisognerà ragionare molto sul ricostruire il rapporto tra il ruolo e l’importanza del privato e dell’impresa e il ruolo pubblico, attraverso un processo di co-partecipazione alle scelte della città. Questo partenariato lo vedo molto bene nel quadro complessivo di rigenerazione della città.  Bisogna fare anche un ragionamento sulla riorganizzazione delle partecipate per dare servizi qualificati ad un costo onesto".

Per Rita Barbera “il privato è una risorsa che deve essere messa a contatto con il pubblico,  analizzando dove può essere utilizzato. In una progettazione di quando è opportuno usare il privato o il pubblico deve essere fatto un ragionamento condiviso. Esiste anche una terza risorsa, il terzo settore, che è una grande ricchezza che deve essere messa a regime per aiutare lo sviluppo della città. Dobbiamo ad esempio affrontare l’emergenza abitativa". Francesca Donato ha parlato di “impianto di gestione dei rifiuti serio, con termovalorizzatore che sarebbe davvero la spinta alla raccolta differenziata e all’uso dei rifiuti. Siamo seduti su un bacino d’oro che non usiamo. Poi ci sono gli impianti sportivi e gli edifici del Comune non censiti che potrebbero essere ristrutturati e dati in gestione. Infine vorrei vedere un auditorium di almeno mille posti. Ma ciò che serve più di tutto è un volano per far partire questi investimenti, chiedendo l’assegnazione a Palermo dell’Agenzia anticorruzione”. 

Infine i costruttori hanno chiesto ai candidati quale sia il loro progetto per rinnovare la macchina burocratica e gli uffici. 
Secondo Lagalla “si dovrebbe tentare di separare l’aspetto specifico dell’edilizia dalle attività di altro tipo ma bisognerebbe separare anche investimenti per grandi opere e piccole opere quotidiane. La legge, in questa direzione ci viene in aiuto, col rilascio del titolo unico per la realizzazione dell’intervento. Poi bisognerà reclutare e riqualificazione il personale comunale e trovare altre figure dirigenziali di area tecnica. Ma per far tutto questo bisogna liberare risorse del bilancio”. Ciro Lomonte ritiene “che bisogna fare in modo che chi è in gamba possa lavorare non disturbato da chi risponde ad altre logiche e poi bisogna ricominciare a fare concorsi”. Per Franco Miceli “la prima questione riguarda il capitale umano del quale dispone il Comune che è inadeguato in termini di quantità, qualità e anche come organizzazione degli uffici. Bisognerà puntare a ricostruire una unità, fare una mappatura dei processi per capire quali elementi di semplificazione introdurre. Mancano dirigenti. La macchina comunale va profondamente riorganizzata. La PA deve fare programmazione e controllo e alcuni ruoli possono essere demandati all’esterno”.  
Per Rita Barbera “la semplificazione passa dalla digitalizzazione. Bisogna potenziare la Sispi usando i fondi del Pnrr. Poi si potrà fare pianificazione su quanto personale sia necessario".

Francesca Donato ritiene che “la digitalizzazione possa snellire ma spesso c’è un problema di formazione. Bisogna comunque lasciare dei servizi fruibili fisicamente a chi non è digitalizzato. Poi bisogna promuovere il turn over, con scivoli pensionistici e assumendo personale mancante e modificare i contratti di chi viene sfruttato al 50 per cento del potenziale. Serve una linea politica chiara e che si sappiano assumere delle decisioni. Un grande lavoro di riordino e aggiornamento professionale”.
Fabrizio Ferrandelli ritiene che sia necessario “cambiare il segretario generale, nominare un direttore generale, sbloccare i concorsi. Fare progressioni verticali per dare risposte immediate soprattutto agli uffici tecnici. Semplificazione e ordini di servizi, determine sindacali”. “E’ stato un confronto utile per spiegare al futuro sindaco della città quali sono le questioni più urgenti da affrontare e capire quali risorse ciascuno di loro può mettere in campo – ha concluso il presidente di Ance Palermo Massimiliano Miconi -. Noi chiediamo un programma concreto, che si faccia squadra con credibilità e trasparenza". “Abbiamo voluto che i candidati sindaco sapessero che noi siamo sempre disponibili al confronto – ha aggiunto il presidente della Cassa Edile Giuseppe Puccio -. Il nostro è un appello accorato – ha concluso – affinché il nostro sistema venga interpellato e ascoltato su questioni che conosciamo molto bene poiché affrontate giornalmente”. 

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