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A un mese dal voto

Orlando tira le somme della sua sindacatura: "Lascio una visione, Palermo profondamente cambiata"

Nell’atrio della Biblioteca comunale di Casa Professa, il primo cittadino ripercorre gli ultimi dieci anni: "Credo che l’obiettivo raggiunto sia quello che oggi, dire di essere palermitani, non sia più motivo di vergogna". Franco Miceli grande assente. Al fianco del primo cittadino uscente tutti gli assessori della Giunta

"Non ci sarà più un sindaco come me ma chi aderisce alla mia visione sarà il mio erede". A un mese esatto dal voto, Leoluca Orlando tira le somme della sua ultima esperienza da primo cittadino con lo sguardo già proiettato al futuro. Lo fa nell’atrio della Biblioteca comunale di Casa Professa, con al fianco tutti gli assessori della sua Giunta, capitanati dal vicesindaco Fabio Giambrone che alle prossime elezioni correrà come consigliere comunale, a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra Franco Miceli, che non ha partecipato all'incontro di oggi pomeriggio. 

"Non c’è nessuno che negli ultimi quarant’anni abbia attraversato la merda e l’oro di questa città - afferma Orlando - riuscendo a tenere in piedi una visione, una dignità e un’attrattività internazionale". Questo il merito che il Professore vorrebbe che gli venisse riconosciuto. “Credo che l’obiettivo raggiunto - dice - sia quello che oggi, dire di essere palermitani, non sia più motivo di vergogna. Ci sono troppi che sono incolti, inadeguati, che hanno una visione contrapposta e che vogliono tornare al tempo nel quale la città aveva la faccia della mafia e la mafia la faccia del sindaco. Costoro - continua - utilizzeranno un sacco di spazzatura per strada piuttosto che un lampione spento per criticare un’Amministrazione e distruggere una visione. Non ci riusciranno. Ormai i palermitani sono cambiati”.

Il primo cittadino non nasconde le criticità della città ma ci tiene a sottolineare che non potranno essere usate per distruggere quello che ha costruito: una città molto diversa dalla Palermo di dieci anni fa, "una città turistica, una città che ha fatto del diritto e dei diritti la sua discriminante". Nasce probabilmente da qui il titolo che ha scelto di dare all'evento "Missione compiuta da completare".

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