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Concorso per 106 operai alla Rap, il Comune tira il freno: "Prima serve l'ok a budget e piano industriale"

Lo scrive il ragioniere generale Basile, che conferma i dubbi dell'assessore Marino dopo la firma della determina da parte dell'amministratore unico dell'ex municipalizzata. "Atti non coerenti con il controllo analogo e lo statuto comunale". Ma per l'azienda si tratta "solo di una procedura propedeutica alla selezione"

La ragioneria generale del Comune "boccia" la procedura di selezione avviata dalla Rap per l'assunzione di 106 operai. A metterlo nero su bianco è il ragioniere Paolo Bohuslav Basile, secondo cui l'amministratore unico della Rap, Girolamo Caruso, non avrebbe potuto avviare il concorso perché né la Giunta né il Consiglio comunale hanno ancora approvato il budget 2021 e il piano del fabbisogno del personale 2022-2024 (parte integrante del piano industriale). 

"Si ritiene che gli atti posti in essere dall'amministratore unico non siano coerenti con le procedure previste dal controllo analogo e dallo statuto" scrive il ragioniere, confermando i dubbi espressi dell'assessore al Bilancio Sergio Marino che, dopo aver appreso della determina dell'ammistratore unico di Rap sulle 106 assunzioni, ha chiesto con una mail agli uffici del Comune di verificare "la coerenza degli atti della Rap con le procedure previste dal controllo analogo e dallo statuto", citando tra l'altro la relazione del collegio dei revisori al piano di riequilibrio nella quale "è stata lamentata la circostanza che le partecipate sfuggono alle regole" e il Comune, socio di Rap, "sta vivendo un momento di particolare difficoltà finanziaria".     

Nella determina firmata da Caruso si fa riferimento al piano del fabbisogno approvato dalla Giunta nel 2019 e si dà l'ok all'avviso di selezione pubblica, autorizzando l'utilizzo del portale web della Consip per l'acquisizione in automatico delle domande dei candidati e il calcolo dei relativi punteggi; inoltre viene nominato il responsabile del procedimento. Caruso si era affrettato a precisare che "l'atto adottato da Rap è solo ed esclusivamente propedeutico" e che "le procedure sono legittime, anche se necessitano di una delibera di Giunta".

"Se così fosse - commenta Ugo Forello, consigliere del gruppo Oso - non si spiegherebbe l'entrata a 'gamba tesa' dell'assessore Marino e del ragioniere Basile. Se prima non si approva il nuovo piano del fabbisogno, quello del 2019 è vecchio, non si può parlare di concorso. E' il Comune, Giunta e Consiglio, che mette in moto l'iter attraverso l'approvazione del piano industriale e solo successivamente la società ne dà esecuzione. Tutto ciò blocca qualsiasi procedura avviata con effetto immediato".

Lo stop è dovuto anche anche ai rischi connessi alla stabilità economica della Rap. Secondo il ragioniere Basile, infatti, "il budget ed il piano industriale non possono essere sottoposti all’approvazione dell'amministrazione" perché i cosiddetti extra costi di Rap - i 23 milioni spesi nel 2020 per portare l'immondizia nelle discariche catanesi quando Bellolampo si è saturata - non hanno "idonea copertura finanziaria". Non essendoci "alcun provvedimento amministrativo di riconoscimento dell’importo", visto che il Consiglio comunale non ha ancora approvato il Pef Tari, l'avvio del concorso potrebbe configurare "ipotesi di squilibrio del bilancio societario".  

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