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Comune, si placa lo scontro sinistra-renziani e Orlando detta la linea: "Avanti solo se c'è una visione"

Nel vertice di maggioranza convocato dopo il "no" alla sfiducia, il sindaco si è detto pronto "a staccare la spina" se non si completa il suo programma. Tensioni tra Sinistra Comune e Italia Viva, poi la tregua. Incontri tematici e Giunte nei quartieri per ritrovare il feeling con la città in vista delle elezioni

Non sono mancate le tensioni ieri nel corso del vertice di maggioranza convocato dal sindaco Leoluca Orlando dopo il "no" alla mozione di sfiducia. Alla fine però i due "pezzi" della coalizione ai ferri corti - Sinistra Comune e Italia Viva-Sicilia Futura - hanno dovuto sotterrare l'ascia di guerra. Davanti ci sono altri due anni di sindacatura e un orizzonte elettorale che s'avvicina. Meglio stare buoni, almeno per il momento. 

Anche perché, nei pochi minuti in cui ha parlato (all'inizio della riunione che si è tenuta all'archivio storico), il sindaco è stato categorico: "L'esperienza di governo della città va avanti solo se c'è una visione condivisa". Altrimenti si è detto pronto "a staccare la spina", come tra l'altro aveva già rimarcato dopo la votazione in Consiglio della mozione di sfiducia. 

Il sindaco non ha nascosto i tanti problemi che affliggono la città - dai rifiuti al cimitero, solo per citarne alcuni - ma al tempo stesso ha detto che l'unico modo per risolverli e lasciare un'impronta che vada oltre il 2022 è quello di completare il suo programma elettorale. Quindi avanti tutta sulle piste ciclabili, su Ztl e isole pedonali, sulla gestione pubblica dei servizi. Inoltre, dopo aver sottolineato che politicamente non accetterà nessun ricatto dai partiti, Orlando ha lasciato spazio allo sfogatoio di consiglieri e assessori.

E' così andato in scena il duello rusticano tra Sinistra Comune e i renziani. Giusto Catania&company hanno accusato i presidenti di Rap e Amat (Giuseppe Norata e Michele Cimino, entrambi in quota Italia Viva) di non aver ancora fatto le assunzioni degli autisti chieste dalla Giunta e di non aver proceduto al travaso dei lavoratori provenienti da Reset. Edy Tamajo e altri invece hanno puntato il dito contro Catania, reo di non aver condiviso le scelte prese sul fronte caldo della mobilità.

Alla fine dello scambio di accuse si è però arrivati ad una sintesi. La mediazione, secondo l'accordo raggiunto all'interno della maggioranza, prevede l'organizzazione di incontri tematici e un maggior raccordo con il territorio attraverso le Giunte nei quartieri. Iniziativa quest'ultima che punta a ritrovare un feeling con la città che si è smarrito strada facendo e che risulta fondamentale in ottica 2022.

Insomma, le grandi manovre elettorali sono iniziate: da un lato ci sono i renziani, che vorrebbero costruire un campo largo in grado di aggregare i moderati, lasciando fuori la sinistra e i sovranisti; dall'altro invece Sinistra Comune spinge per riproporre in chiave locale l'intesa nazionale tra Pd e M5S. Il dominus però resta sempre lui: il sindaco Orlando. Passa infatti da lui il destino di questa esperienza di governo della città, con annesse ripercussioni politiche sul futuro. 

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