Stretta del Comune contro gli evasori: con un debito sopra i 5 mila euro servirà la garanzia della banca
Il Consiglio stabilisce l'obbligo della fidejussione per i morosi dei tributi locali. Dopo il prelievo, accantonato il regolamento anti evasione per un errore nell'atto. A corto di fondi e in attesa di definire la procedura di riequilibrio, l'amministrazione Orlando prepara la stangata: aumenti in vista per il 2022
Dopo aver bocciato l'azzeramento delle esenzioni e delle agevolazioni sulla Tari (per indigenti, anziani, giovani coppie, donne che hanno subito violenza, associazioni che gestiscono beni confiscati alla mafia ecc...), oggi il Consiglio comunale ha approvato una delibera che prevede l'obbligo della fidejussione bancaria per chi ha un debito superiore ai 5 mila euro. Una misura che riguarda tutte le tipologie di tributi locali - dalla Tari all'Imu - e che comporta una spesa in più per i morosi.
Via libera anche alla cartolarizzazione dei crediti. Palazzo delle Aquile, praticamente, potrà vedere a terzi i crediti ricevendo in cambio una percentuale del mancato incasso. Una possibilità che non sarà immediata, perché prima gli uffici la dovranno regolamentare: solo dopo si potrà affidare il servizio con un bando di gara.
Oggi l'Aula ha prelevato anche il regolamento anti evasione, che però è stato accantonato per un errore nell'atto. "Per la Giunta - spiega Ugo Forello, consigliere di Oso - dovrebbe entrare subito in vigore. All'articolo 8 però, che non è stato modificato, è prevista la riattivazione solo dopo la fine dell'emergenza sanitaria. Una svista macroscopica, l'ennesima, di questa amministrazione".
Il regolamento anti evasione, sospeso per la pandemia, stabilisce sanzioni per i morosi nei confronti del Comune di più di mille euro che possono arrivare fino alla revoca delle licenze per le attività commerciali. Con questa e altre misure, l'amministrazione Orlando conta di recuperare soldi qua e là, in attesa dell'emendamento del governo nazionale che dovrebbe stanziare 150 milioni per i Comuni siciliani (a Palermo ne toccherebbero circa 75) e di definire la procedura di riequilibrio.
Il piano, predisposto dal segretario generale Antonio Le Donne, oggi è approdato in Giunta. "La prossima settimana - annuncia Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia - arriveranno 12 delibere connesse al piano di riequilibrio, motivo per cui sarà necessario fare un ordine del giorno suppletivo". Barbara Evola, presidente della commissione Bilancio, aggiunge: "Da quanto abbiamo finora appreso, l'imbastitura è condivisibile, aspettiamo però di poterlo avere fra le mani per capirne di più. Credo che lo sforzo massimo della politica sia quello di evitare il danno peggiore: cioè il dissesto. Il piano di riequilibrio può essere un salvagente e, nel caso in cui dovesse cambiare il quadro legislativo nazionale, potrebbe pure essere modificato. Inutile dire che la situazione è critica, perché dovranno essere effettuati dei tagli".
Il dissesto comunque rimane dietro l'angolo. Il piano di riequilibrio, che deve passare dal Consiglio, è in ritardo. Non è detto quindi che venga approvato, così come non è detto che sia validato dal ministero dell'Economia e dalla Corte di conti, organi a cui spetta il giudizio finale. Sono giorni cruciali questi di fine anno, che possono culminare con una stangata per il 2022. La scorsa settimana infatti la Giunta ha approvato una delibera che aumenta i costi per l'occupazione di strade e marciapiedi del 10% ogni due anni per i prossimi venti. Previsto anche l'adeguamento degli oneri concessori edilizi e l'aumento del suolo pubblico per i mercatini rionali. Il vero "botto" sarà però dovuto agli extra costi sostenuti nel 2020 dalla Rap per portare i rifiuti fuori Bellolampo quando la discarica si è saturata: circa 23 milioni di euro che andranno a finire nelle bollette Tari dei prossimi tre anni.