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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Scontro Consiglio-Giunta sui fondi alle imprese colpite dal Covid: "Scelta politica", "Non potevamo fare altro"

Per le opposizioni, l'amministrazione avrebbe deciso di non dare i ristori ai commercianti ma di usarli per riequilibrare il bilancio. Replica dell'assessore Marino: "Le somme dello Stato erano destinate esclusivamente a coprire le minori entrate di tributi". Gli sconti di Tari e Imu? "Li faremo coi soldi della Regione". L'ira degli esercenti

L'utilizzo da parte dell'amministrazione Orlando del cosiddetto "fondone", ovvero i soldi che Roma ha erogato ai Comuni per colmare le minori entrate tributarie dovute alla situazione di crisi generata dalla pandemia, sta sollevando un vespaio di polemiche. Per le opposizioni, non dare i fondi dello Stato alle imprese colpite dal Covid, sotto forma di sconti sulla Tari e sull'Imu, sarebbe stata una scelta politica del sindaco Leoluca Orlando.

A sostegno di questa tesi, vengono tirate in ballo le affermazioni rese ieri in Consiglio dal ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile, che ha esplicitamente ascritto al sindaco Leoluca Orlando la decisione di utilizzare tali somme (31 milioni per il 2020 e 55 milioni per il 2021) per riequilibrare il bilancio. Senza peraltro riuscirci.

All'indomani della notizia emersa nell'aula virtuale del Consiglio, va in scena una vero e proprio scontro tra "pezzi" di Consiglio e Giunta. Con le asssociazioni di categoria dei commercianti - Confesercenti e Confimprese in testa - che chiedono chiarezza alla Giunta e allo stesso tempo non lesinano stoccate. Il sindaco Orlando, fanno sapere dal suo entourage, non intende intervenire sull'argomento (non lo ha fatto nemmeno ieri durante la seduta di Consiglio) e affida il compito all'assessore al Bilancio Sergio Marino. 

"Con riferimento a quanto sollevato ieri nel corso della seduta del Consiglio comunale in merito ai ristori Covid che sarebbero stati indebitamente utilizzati non posso che ricordare la piena regolarità delle azioni intraprese dall'amministrazione comunale, che ha operato nella rigorosa applicazione della legge in tutte le sue articolazioni e quindi assessore del tempo, Giunta, sindaco e Consiglio che hanno deliberato per le rispettive competenze". Questo il contenuto della nota diramata da Marino, che allega la relazione tecnica fatta a suo tempo dal ragioniere generale. Una relazione tecnico-burocratica, piena zeppa di leggi, decreti e Faq del ministero delle Finanze (con assessi articoli, commi e numeri), non proprio facilissima da decifrare.

Nella sostanza, però la nota di Marino non smentisce le accuse piovute da più parti di Sala delle Lapidi. E cioè che si è scelto di non utilizzare questi fondi per ridurre le tasse alle imprese che nel 2020 sono state costrette a chiudere e hanno avuto importanti cali di fatturato. Marino prova quindi a essere più chiaro, prima però fa una premessa: "Tengo a precisare che all'epoca non ero io l'assessore al ramo e sono sicuro che il ragioniere abbia agito correttamente. Lo Stato - prosegue Marino entrando nel merito della questione - ci ha erogato questi fondi per coprire il minor gettito tributario riscontrato a causa dell’emergenza sanitaria e per questo scopo li abbiamo utilizzati. Non potevamo fare altrimenti. Nel 2020 il Comune ha rendicontato circa 50 milioni tra minori entrate e maggiori spese, lo Stato ce ne ha dati 31. Numeri che escludono ogni confusione. Le somme del 2021 invece non le abbiamo ancora impegnate perché il bilancio di previsione non c'è: se dovesse esserci un surplus andrà comunque all'avanzo vincolato. Domani in Consiglio, nell'ambito della discussione sul rendiconto 2020, il ragioniere Basile interverrà in maniera definitiva".

Per la presidente di Confesercenti Palermo Francesca Costa, però, "il dubbio che risorse così ingenti possano essere state immobilizzate senza produrre benefici per nessuno, è motivo di profonda amarezza".​ "Siamo stanchi e in sofferenza - aggiunge per questo chiediamo chiarezza e chiediamo che, nell’eventualità queste accuse si rivelassero fondate, si ponga rimedio al danno prevedendo misure di sostegno o compensazione per le imprese sul fronte della tassazione locale". Giovanni Felice di Confimprese rincara la dose: "Il sindaco Orlando tratta gli imprenditori palermitani, come fossero suoi nemici personali. Quanto avvenuto con i ristori dimostra come le imprese palermitane non rientrino nella sua agenda di governo. Caro sindaco, è facile accusare gli imprenditori di essere 'evasori seriali' perché non hanno pagato, ma domando: lei come si definisce, visto che ha usato soldi dello stato destinati ad imprese in seria difficoltà per mantenere, in maniera virtuale, in piedi il Comune?".

La replica, anche in questo caso, arriva dall'assessore Marino: "Non bisogna fare confusione fra il 'fondone' e il fondo perequativo. Le aziende saranno ristorate con il fondo perequativo. La Regione sta istruendo la delibera per erogarci l'80% delle risrose contenute in questo fondo, pari a 25 milioni per il 2020 e 21 milioni per il 2021". Sul fondo perequativo, però, va precisato che già da mesi a Palazzo delle Aquile hanno in mano il decreto di finanziamento, anche se materialmente i soldi non sono in cassa. Con il decreto di finanziamento (titolo che dà certezza delle risorse), il Comune avrebbe potuto anticipare i soldi alle imprese ma non lo ha fatto. 

Commentando le dichiarazioni dell’assessore Marino, il consigliere di +Europa Fabrizio Ferrandelli: "L’amministrazione Orlando ha appena certificato con nota stampa di non aver destinato alle imprese in difficoltà gli 86 milioni di euro stanziati dal cosiddetto 'fondone': vergogna!. Le somme sono state utilizzate indubbiamente per coprire disequilibri di bilancio, derivanti dalle fallimentari scelte gestionali di questi ultimi dieci anni. Un vicenda scandalosa! Il dato ormai è certo: Orlando ha scelto di ristorare se stesso e non chi da due anni ha retto soltanto sulle proprie forze, tenendo in piedi le proprie attività e tutelando migliaia di famiglie". Ferrandelli ha chiesto "con carattere d'urgenza" notizie sull'utilizzo del "fondone" e "ove queste somme fossero già rendicontate" di avere "copia degli atti con i quali ha trasmesso la rendixontazione"

Sulla stessa scia il capogruppo di Italia Viva in Consiglio, Dario Chinnici, che aggiunge: "La Giunta Orlando non fa altro che confermare quanto abbiamo già denunciato: l’amministrazione comunale ha scelto di usare 86 milioni di euro, stanziati dal governo nazionale, non per i ristori ai commercianti colpiti dalla pandemia ma per coprire i buchi di bilancio. Una scelta politicamente inopportuna, specie in un momento come questo in cui le attività produttive rischiano di chiudere. Vergogna. Gli uffici - prosegue Chinnici - hanno confermato oggi quanto già detto ieri durante i lavori del Consiglio comunale: quella della Giunta è stata una scelta politica fatta proprio per evitare che l’amministrazione fosse travolta dai suoi errori che oggi, col dissesto, vengono tutti al pettine. Spiace che qualche consigliere comunale non abbia capito né ieri né oggi quanto spiegato dagli uffici, la città invece ha capito benissimo e se ne ricorderà alle prossime elezioni".

Il riferimento ultimo di Chinnici dovrebbe riguardare il consigliere del Pd Rosario Arcoleo, che invece parla di "sciacalli emenzogne sulle difficoltà altrui". "C’è chi accusa il Comune di avere 'scandalosamente' dirottato fondi per il ristoro dei commercianti verso il bilancio comunale. Tutto ciò è falso e l’unico scandalo è che ci siano persone pronte a manipolare la verità pur di ottenere visibilità. I fondi di cui stiamo parlando sono stati destinati dallo Stato ai Comuni e alle Provincie per compensare le minori entrate riferite al mancato pagamento dei tributi da parte delle attività commerciali che durante i lockdown non avevano lavorato. Non riguardano quindi i ristori dei commercianti, il decreto legge del 19 maggio 2020 parla chiaro! Fa rabbia vedere sciacalli della politica utilizzare sporche menzogne e generare allarmismi che hanno il solo effetto di ferire la nostra comunità. A meno che tali personaggi non siano davvero convinti della loro stessa menzogna, dimostrando grande incompetenza politica non sapendo leggere il decreto".

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