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Comune, scontro sui conti: il ragioniere generale propone il "dissesto funzionale" ma c'è il "no" di Marino

L'assessore al Bilancio si oppone alla proposta di delibera - che riporta diversi "fattori di squilibrio" - ritenendo la procedura "in contraddizione col piano di riequilibrio avviato". La querelle si sposterà in Consiglio, dove la Giunta Orlando non ha più la maggioranza

Il ragioniere generale presenta una proposta di delibera per la dichiarazione del dissesto funzionale del Comune, ma l'assessore al Bilancio Sergio Marino si oppone ritenendo che la "procedura si pone in netta contraddizione con quanto già deliberato dalla Giunta" e cioè con "il piano di riequilibrio avviato dal direttore generale", che risulta "in avanzata fase di definizione". 

Uno scontro in piena regola che s'innesta in un momento particolarmente critico per Palazzo delle Aquile, stretto nella morsa tra l'inchiesta della Procura per presunte alterazioni nei bilanci degli scorsi anni (che coinvolge il sindaco Orlando, ex assessori e burocrati) e le difficoltà nel chiudere il bilancio di previsione dell'anno in corso, dove mancano all'appello oltre 70 milioni. Uno scontro che sicuramente si sposterà in Consiglio comunale, dove la Giunta Orlando non ha più la maggioranza, alimentando ulteriori polemiche dopo l'accantonamento della linea A del tram dal Piano triennale delle opere pubbliche.    

La mossa di Basile, che con questa proposta di delibera punta al mettersi il classico ferro dietro la porta, nasce da un pronunciamento della sezione di controllo della Corte dei Conti nei confronti del Comune di Isola delle Femmine. Secondo i magistrati contabili, gli elementi che legittimano il ricorso al piano di riequilibrio sono i crediti liquidi ed esigibili di terzi non riscossi. Che, nel caso di Palazzo delle Aquile, sussistono solo in parte. Da qui la necessità, secondo il ragioniere generale, di adeguarsi all'articolo 246 del decreto legislativo 267 del 2000. Subito, perché il dissesto funzionale "è un atto dovuto e non discrezionale dell'ente". Insomma lo impone un obbligo di legge, in quanto il Comune "non è più nelle condizioni di garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili".

Dall'altro lato però l'assessore Marino mette nero su bianco di "non dare seguito alla proposta di deliberazione". Innanzitutto perché ciò lo esporrebbe "a evidenti responsabilità". Così scrive l'assessore ritenendo che prima bisognerebbe revocare la precedente delibera della Giunta sul piano di riequilibrio, approvata sulla scorta di una direttiva del sindaco.

Al di là delle opposte posizioni, ci sono poi i numeri. Nelle 140 pagine vergate da Basile emergono numerosi fattori di squilibrio nei conti del Comune: un fondo rischi spese legali pari a 85,4 milioni; debiti fuori bilancio per 25,7 milioni; mancata approvazione tariffe Tari 2021 che incide per 18,8 milioni, un disavanzo tendenziale dovuto all'incapacità di accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità per 72 milioni; un'anticipazione di tesoreria non restituita al 31 dicembre 2020 pari a 48,6 milioni, l'utilizzo di cassa vincolata non ricostituita per 187,6 milioni per un totale delle passività che al 15 novembre di quest'anno ammonta a 438,3 milioni e spiccioli.

L'amministrazione - "senza entrare nel merito delle argomentazioni", così scrive Marino nella sua nota - non contesta il quadro contabile illustrato dal ragioniere, ma insiste sul piano di riequilibrio, sperando che da Roma arrivino al più presto i 75 milioni inseriti nel collegato fiscale. Soldi che però basterebbero solo per coprire i "buchi" del bilancio 2021. E per il futuro?

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