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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Comune in dissesto, dopo il "no" a Basile ci prova il gruppo Oso: depositata una delibera d'iniziativa consiliare

Ugo Forello e Giulia Argiroffi presentano un atto che riporta, integralmente, quanto messo nero su bianco dal ragioniere generale. Lo scontro sui conti si sposta a Sala delle Lapidi, con Italia Viva, Lega ed ex grillini attaccano il sindaco: "Fallimento certificato, Orlando dica come stanno le cose". Ma l'Aula voterebbe il default?

L'assessore al Bilancio, Sergio Marino, si rifiuta di firmare la dichiarazione di dissesto funzionale del Comune richiesta dal segretario generale e a proporla al Consiglio ci pensa il gruppo Oso. Ugo Forello e Giulia Argiroffi hanno depositato stamattina una delibera d'iniziativa consiliare che riporta, integralmente, quanto messo nero su bianco dal ragioniere Paolo Bohuslav Basile.

Come ampiamente previsto dunque si sposta a Sala delle Lapidi lo scontro tra il vertice della ragioneria e l'amministrazione Orlando, con quest'ultima che insiste nel portare avanti la procedura di riequilibrio dei conti e una parte dell'Aula (da Oso a Italia Viva, passando per la Lega) che adesso chiede di prendere atto del default. La delibera di iniziativa consiliare comunque dovrà seguire il suo normale iter, con i pareri degli uffici e il passaggio nelle commissioni. Dopodiché potrà essere iscritta all'ordine del giorno. Passeranno una ventina di giorni, dicono i bene informati. 

Prima quindi il Consiglio comunale sarà chiamato ad esaminare la procedura di riequilibrio e il bilancio di previsione 2021. Domani l'Aula è stata convocata per trattare le quattro delibere proposte dall'ufficio Tributi, che tante polemiche hanno sollevato negli ultimi giorni. Cioè l'anullamento delle esezioni e della agevolazioni per la Tari; la cessione a terzi dei tributi ancora da riscuotere (compresi interessi e sanzioni); le fidejussioni a garanzia delle rateizzazioni per chi ha un debito superiore ai 5 mila euro; la riattivazione del regolamento anti evasori (al momento sospeso per l'emergenza Covid). Tre su quattro sono state già bocciate in commissione Bilancio.

Inevitabilmente però la discussione cadrà sullo scontro tra ragioniere e Giunta. "Il dissesto certifica, purtroppo e definitivamente, il fallimento del sindaco Orlando - attacca Forello -. Da anni, con trasparenza e determinazione, abbiamo denunciato che Palermo sarebbe caduta nel baratro anche a causa di una gestione politico-amministrativa del Comune e delle sue partecipate disastrosa, incapace e inadatta. Cosa ancora più grave, però, è l'atteggiamento della Giunta, degli assessori tutti, del sindaco e del segretario generale. Questi, infatti, da più di due settimane sapevano della proposta di deliberazione sul dissesto presentata dal ragioniere e hanno volutamente nascosto la circostanza al Consiglio comunale, inficiando ancora di più la discussione sul piano triennale delle opere pubbliche, sul tram e sul piano di riequilibrio pluriennale. Di fronte ad un rapporto di fiducia definitivamente tradito dalla Giunta e dal segretario-direttore Generale, riteniamo di fondamentale importanza che sia il Consiglio ad esprimersi con la sua piena autonomia sui disastri di questa amministrazione e di trarne le dovute e dolorose conseguenze".

Alla luce della richiesta di dissesto funzionale, formalizzata sia dal ragioniere sia dai consiglieri di Oso, il capogruppo di Italia Viva Dario Chinnici si affretta a dire che "l'ipotesi del pre dissesto a cui sta lavorando l’amministrazione è sfumata, nonostante i tentativi della Giunta di prendere tempo bloccando la delibera degli uffici". Chinnici chiede la presenza del sindaco in Aula, affinché "dica alla città come stanno realmente le cose".

"Mentre qualcuno si trastulla con la campagna elettorale - incalza Chinnici - Palermo affonda fra i disastri di Orlando e della sua Giunta dei peggiori. Neanche i 75 milioni romani riusciranno a salvare il Comune, la cui voragine nei conti è praticamente senza fondo; un pericolo che avevamo previsto per tempo, chiedendo un patto fra tutti i partiti che il sindaco ha invece rifiutato mandando la città a sbattere. Serve una seduta urgente del Consiglio comunale per dire ai palermitani che siamo al default".

"Il Comune, come ha certificato il ragioniere, è fallito. E grazie alla scellerata gestione della 'banda Orlando' adesso il conto più salato rischiano di pagarlo i palermitani più fragili e in difficoltà. Tutto ciò è inaccettabile", afferma Sabrina Figuccia (Lega). Altri due consiglieri leghisti, Marianna Caronia e Igor Gelarda, parlano di "re finalmente nudo" e invitano Orlando a smetterla con le "azioni mistificatorie e dilatorie". "Spiace solo - aggiungono - che tutto questo si sarebbe potuto evitare, limitando i danni per la città e i cittadini, se Orlando avesse da tempo presentato le dimissioni o se, di fronte alla sua caparbia difesa del fortino assediato e cadente, tutte le forze politiche di opposizione avessero sostenuto e votato la mozione di sfiducia. Quella mozione è invece rimasta ferma perché, nonostante l'opposizione conti sulla maggioranza in Consiglio, ha raccolto solo 9 firme. Oggi, spiace dirlo, chi ha sostenuto l'inutilità di quella mozione deve spiegare perché tenere Leoluca Orlando e la sua squadra di incapaci al governo sia stato un bene per la città".

Al di là delle dichiarazioni dei gruppi più critici nei confronti della Giunta, chi a Sala delle Lapidi voterebbe la dichiarazione di default del Comune? Un certo scetticismo c'è ed è legato anche ai fondi promessi da Roma per raddrizzare i bilanci dei Comuni in pre dissesto. "Non ci sono soltanto 75 milioni - dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo, che fa parte anche del direttivo di Anci Sicilia - nel collegato fiscale ci sono delle somme riservate a Sicilia e Sardegna, oltre ai fondi per le Città metropolitane". Insomma, la partita sarebbe aperta anche in ottica bilancio pluriennale e la scadenza del 27 dicembre (data limite per pronunciarsi sul piano di riequilibrio) lascerebbe quindi ancora degli spiragli di salvezza. Staremo a vedere.   

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