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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Fioccano le reazioni al piano di riequilibrio: la politica gioca a scaricabarile, critiche dai sindacati

Dopo la "maratona" in Consiglio che ha portato all'approvazione della manovra per raddrizzare i conti del Comune, gruppi consiliari e parti sociali mettono i puntini sulle "i". Dagli orlandiani alle opposizioni, passando per le associazioni di categoria, ecco tutte le posizioni

All'indomani dell'approvazione da parte del Consiglio comunale del piano di riequilibrio voluto dalla Giunta fioccano le reazioni.

Tutti - gruppi consiliari, esponenti dell'amministrazione e partiti - mettono i puntini sulle "i". Chi con una narrazione, chi con un'altra; giocando a scaricabarile e rivangando il passato, ma soprattutto limitando l'analisi di quanto è accaduto o accadrà con questo piano di riequilibrio ad interessi di "bottega". Mentre associazioni di categoria e sindacati si ritengono "insoddisfatti", riportando tutti coi piedi per terra: da un lato perché ad accollarsi la stangata saranno famiglie e imprese, già provate dalla crisi innescata dal Covid; dall'altro lato perché il progressivo aumento delle ore dei lavoratori comunali part time è legato al varo dei bilanci (che non ci sono).  

Il Consiglio dice sì al piano di riequilibrio: scatta il raddoppio dell'Irpef

Gli orlandiani difendono la scelta - dolorosa ma "imprescindibile", perché imposta dal governo nazionale - di aumentare l'Irpef, unica via "per salvare Palermo dal dissesto" e "accedere a finanziamenti stanziati da Roma". Così in una nota congiunta Sinistra Comune, Pd e Avanti Insieme, che aggiungono: "A chi ci accusa di 'mettere le mani nelle tasche dei palermitani' ricordiamo che il piano di riequilibrio potrà essere continuamente riadattato nel tempo. Alle forze politiche che tuonano contro gli aumenti, le stesse che a Palermo tra il 2009 e il 2012 hanno aumentato al 75% la vecchia Tarsu e raddoppiato l’addizionale Irpef raggiungendo l’aliquota massima dello 0,8%, ricordiamo inoltre che sono responsabili delle dissennate politiche che hanno portato al fallimento il gruppo Amia e la Gesip".

L'assessore Giusto Catania, uno dei front man della Giunta Orlando, plaude "ai consiglieri che ci hanno messo la faccia, dimostrando una straordinaria cultura di governo" ed esmprime "immensa gratitudine al sindaco, che ha investito energie e competenze, recuperando milioni di euro dallo Stato, per costruire un piano di riequilibrio che mette in sicurezza la città, per l’oggi e per domani". Prosegue Catania: "La campagna di mistificazioni di chi voleva il dissesto della città, alla fine, non ha retto. E' prevalso il buonsenso contro chi voleva fare uno sgambetto al sindaco e alla giunta, sacrificando gli interessi collettivi della città. Chi ha voluto e sostenuto il piano di riequilibrio dimostra di avere le qualità per continuare a governare Palermo che non può essere lasciata nelle mani di improvvisati azzeccagarbugli o di sconclusionati urlatori".

Il riferimento è al blocco consiliare composto da Italia Viva, Oso, +Europa e Azione, che fino all'ultimo ha contestato la linea dell'amministrazione. Questi gruppi, che oggi pomeriggio terranno una conferenza stampa a Sala delle Lapidi, annunciano che "accompagneranno il piano di riequilibrio con relazioni e osservazioni, che verranno inviati alla Corte dei conti". 

Invece Forza Italia e Sicilia Futura - che assieme a Udc, Diventerà Bellissima e Fratelli d'Italia sono usciti fuori dall'Aula quando si è messo in votazione l'atto - puntano il dito contro gli orlandiani: "L’aumento dell’Irpef è stato scritto e votato dalla sinistra. Il piano di riequilibrio rappresenta il fallimento politico e amministrativo del decennio targato Orlando". Parole dei consiglieri Andrea Mineo e Giulio Tantillo (Fi), Gianluca Inzerillo, Ottavio Zacco e Catia Meli (Sf).

“Noi - spiegano - abbiamo cercato di migliorare il provvedimento e ci siamo astenuti su alcuni emendamenti con l’obiettivo di non bocciare il piano tout court, cosa che altrimenti avrebbe determinato conseguenze catastrofiche per la nostra già martoriata città. Abbiamo voluto salvaguardare i lavoratori part time del Comune, mettere la parola fine al precariato e garantirgli il raggiungimento delle 36 ore settimanali. Per tre giorni e notti abbiamo fatto una battaglia durissima a favore della città, non un’opposizione sterile. La finanziaria nazionale permette alla nostra città di accedere a notevoli somme: per questo non abbiamo ritenuto di non iscriverci al ‘partito dello sfascismo e della demagogia’ e di astenerci soltanto su alcuni provvedimenti".

"Quello approvato è un piano di riequilibrio fantasioso e ingiusto, che raddoppierà l'Irpef a tutti i palermitani. Con il rischio di non riuscire neanche a stabilizzare i dipendenti comunali part time. Abbiamo fatto un tentativo, quasi disperato, di evitare il dissesto e al contempo non fare raddoppiare l'Irpef, recuperando somme da crediti che il Comune vanta. Purtroppo però, la nostra proposta non è andata a buon fine, per insufficienza di fondi". Così in una nota Igor Gelarda, Marianna Caronia e Alessandro Anello, consiglieri della Lega, gruppo in cui scoppia il "caso Figuccia": quarto componente del Carroccio in Consiglio, assente in Aula ieri assieme alla collega Cancilla al momento della votazione. Un caso che sarà affrontato oggi pomeriggio in conferenza stampa.

Piano bocciato anche dal movimento politico #Palermomeritadipiù di Eusebio Dalì: "Quattordici consiglieri comunali hanno permesso alla peggiore amministrazione della storia di mettere le mani nelle tasche, già vuote, dei palermitani, mentre quelli assenti hanno perso un’occasione per metterci la faccia e dire no a questo scempio.  Insomma, la peggiore amministrazione della storia e il peggior consiglio della storia.  E i cittadini pagano...".

"Il piano di risanamento è una misura dolorosa, che comporta parziali sacrifici per la cittadinanza, ma necessaria per evitare il dissesto finanziario di Palermo che avrebbe portato le tasse al massimo previsto dalla legge. Si sono evitati danni irreparabili e duraturi che avrebbero compromesso il futuro della città". Questo invece il commento di Sinistra Civica Ecologista. "Negli ultimi anni  - continua - gli enti locali sono stati costretti a fare i conti con vincoli arbitrari ed equilibri finanziari precari, causati soprattutto dai continui tagli voluti dai governi regionali e nazionali. Non è un caso che tantissimi comuni italiani, in gran parte del Sud, sono costretti a fare i conti con la crisi finanziaria, precipitata in questi ultimi due anni per i danni causati dalla pandemia che sono andati a sommarsi alla storica fragilità del Mezzogiorno. Una futura coalizione progressista per la rinascita economica e sociale di Palermo si è consolidata la notte scorsa ed è rappresentata da chi ha dimostrato senso di responsabilità, votando il piano di riequilibrio per il bene della città. Nessun accordo è invece ipotizzabile con chi, per demagogia e miseri calcoli elettoralistici, ha votato per mandare in bancarotta il Comune di Palermo".

Negativo il giudizio dei sindacati sulla manovra di riequilibrio. "Si poteva scegliere fra il nero chiaro e il nero scuro nell’approvazione del piano di riequilibrio - commenta il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana -. Ciò che ci preoccupa è la totale mancanza di una prospettiva futura, anzi, sul futuro si addensano le nebbie di conti in sofferenza e di stangate, come l’aumento dell’addizionale comunale Irpef, troppo pesanti da tollerare per le tasche delle famiglie palermitane, di lavoratori, pensionati e del tessuto imprenditoriale. Di tutte le tensioni politiche, di una maggioranza traballante improvvisata e variabile di una opposizione che non è riuscita a fare muro, a pagarne le conseguenze sono i contribuenti che si ritrovano con un salasso da oltre 500 milioni di euro da sopportare per 20 anni".

Il segretario territoriale dell'Ugl di Palermo Franco Fasola incara la dose: "E' stato bello e servito il nuovo piano di riequilibrio da noi definito di 'squilibrio sintomatico' per salvare dal dissesto la città sprofondata orami nella più totale anarchia dei servizi. Ancora una stangata questa volta senza precedenti da parte dell’attuale amministrazione comunale senza alcuna visione prospettica di sviluppo oramai da decenni".

Per la Uil Fpl è "grande l’insoddisfazione" per l’esito della vertenza sui lavoratori part-time del Comune. "Il piano di riqualificazione del personale - afferma afferma Totò Sampino - lascia incertezze su carriere e professionalità e prevede l’aumento di qualche ora nei prossimi anni fino al completamento a full time solo e, forse, nel 2025. Per rendere più produttivi e migliori i servizi da offrire al cittadino avevamo chiesto, invece, un incremento a full time per tutti, non trenta entro la fine del 2022. Non possiamo che esprimere, quindi, forte preoccupazione. In vista, tra l’altro, sono previsti nuovi pensionamenti che creeranno vuoti d’organico. Ciò significa che si continuerà a non garantire servizi essenziali ai cittadini. Per questo chiediamo al sindaco Orlando di chiedere al governo nazionale ulteriori aiuti economici". Luisella Lionti, segretario della Uil Sicilia e Area Vasta, aggiunge: "Famiglie e lavoratori, già in sofferenza per la pandemia, saranno costretti a ulteriori sacrifici con l’aumento dell’Irpef ma anche della Tari. La cosa più grave è però che l’amministrazione comunale continuerà a non fornire servizi essenziali, lasciando una città nel caos più totale. Inaccettabile".

"La vertenza continua", promettono Giuseppe Badagliacca e Nicola Scaglione del Csa-Cisal. "Riteniamo l'incremento orario una scelta doverosa, specie nei confronti dei palermitani che hanno diritto a servizi migliori ed efficienti, ma vogliamo rassicurazioni sulle risorse a disposizione e sul percorso che dovrà coinvolgere altri soggetti istituzionali, in primis il governo nazionale. Il Csa-Cisal in tutte le sedi aveva chiesto con forza che il passaggio a full time avvenisse subito e contestualmente per tutte le categorie, ma il Consiglio comunale ha invece optato per una soluzione che prevede 30 ore nel 2022, 32 ore nel 2024, 34 nel 2025 e 36 nel 2025. Ecco perché continueremo a batterci per tutti i lavoratori, finché l'ultimo non avrà firmato il contratto a tempo pieno".

La Fp Cgil non accetta il piano di riequilibrio e conferma lo stato di agitazione: "E' l'ennesima beffa. Non è stato risolto né il problema dei lavoratori, che aspettavano il passaggio per tutti e subito a 36 ore, né dei servizi da erogare alla cittadinanza. Ancora una volta abbiamo assistito al solito balletto dove tutti contestano e tutti approvano. I lavoratori si limitino alla propria mansione del livello contrattuale, fino a quando non si proceda con la trasformazione a tempo pieno di tutti i lavoratori (A-B-C-D) e la stabilizzazione dei 90 Lsu rimasti". 

Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio, è convinta che ci saranno "conseguenze molto gravose sui contribuenti e sulle imprese palermitane, tra le quali l’aumento dell’addizionale comunale Irpef addirittura oltre il limite massimo di legge; l’anticipazione dei tempi di riscossione coattiva dei crediti fiscali; il dimezzamento dei tempi di rateazione dei tributi locali, da sei a tre anni. E' evidente che questo piano di riequilibrio dà un duro colpo al futuro della città e delle sue realtà produttive".

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