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Comune, è battaglia contro Orlando per smontare il piano di riequilibrio: "Dimostreremo che è farlocco"

Italia Viva, Oso, +Europa e Azione presenteranno una raffica di delibere in Consiglio e segnalazioni a Corte dei conti e ministero dell'Economia. Totò Orlando guida il fronte dei moderati che sfida il sindaco: "Prendiamo un impegno formale con la città". La Lega punta a limitare i danni: "Ci candidiamo a governare, modificheremo la manovra"

Il blocco consiliare composto da Italia Viva, Oso, +Europa e Azione proverà a smontare pezzo dopo pezzo il piano di riequilibrio dei conti del Comune, che la Giunta Orlando ieri è riuscita a far approvare da Sala delle Lapidi. Nel corso di una conferenza stampa, convocata all'indomani dell'estenuante "maratona" d'Aula, i dieci consiglieri che fanno parte di questi gruppi annunciano una doppia strategia che verrà condotta dentro e fuori Sala della delle Lapidi.   

Il Consiglio comunale dice sì al piano di riequilibrio: scatta il raddoppio dell'Irpef

In Consiglio verranno proposte una serie di delibere che puntano a evitare con tutti i mezzi - se è il caso ricorrendo anche all'ostruzionismo - il raddoppio delle aliquote Irpef; a bloccare la vendita del pacchetto azionario di Gesap (revocando un vecchio atto del 2013); a fare le pulci sull'aumento delle ore del personale comunale part time, per far emergere se ci sono o meno le coperture finanziarie. 

La battaglia contro il piano di riequilibrio sarà anche fuori dal palazzo, con segnalazioni alla Corte dei conti, al ministero dell'Economia e a quello dell'Interno per contestare quelle che secondo i consiglieri di Italia Viva, Oso, +Europa e Azione sono delle "gravi irregolarità": a cominciare dalle previsioni di riscossione dei tributi disconosciute dagli uffici.

A guidare il fronte degli oppositori all'amministrazione Orlando è un altro Orlando: Totò, presidente del Consiglio comunale. "Quella del sindaco - dice - è stata una vittoria di Pirro, ottenuta con appena 14 voti su 40. Dimostreremo che questo è un piano di riequilibrio farlocco che vuole far scoppiare la bomba sui conti del Comune nelle mani della prossima amministrazione. Tutto quello che è contenuto nella manovra non è esecutivo, ma dovrà essere attuato con una serie di provvedimenti. Noi quindi prendiamo un impegno formale con la città per sfidare in Aula chi, con la solita arroganza, oggi parla di risultati trionfali. Faremo le nostre battaglie alla luce del sole e ben venga se qualche altra forza politica vuole unirsi a noi".

Gli fa eco Fabrizio Ferrandelli: "C'è sempre spazio per nuove convergenze. Questo non è un piano di riequilibrio, ma di fuga che lega le mani per 20 anni a chi verrà dopo". E Leonardo Canto (Azione): "Si vuole ipotecare il nostro futuro e quello dei nostri figli. Se non interveniamo l'Irpef aumenterà più di quanto previsto con il dissesto, che una norma dello Stato tra l'altro congela per due anni".

Secondo Francesco Bertolino e Dario Chinnici (Italia Viva), "le forze politiche sedute oggi dietro questo tavolo hanno storie diverse ma hanno dimostrato di saper entrare nel merito dei singoli provvedimenti. Questo piano di riequilibrio è peggiore del dissesto e dubitiamo che possa essere approvato dagli organismi competenti". A chi fa notare che Italia Viva stava in Giunta con Orlando e non ha votato la mozione di sfiducia al sindaco, risponde Paolo Caracausi: "Non ci siamo peniti. In quel modo andavamo a casa tutti e la Regione avrebbe nominato un commissario. Quello stesso governo regionale sostenuto dai partiti che ieri sono scappati dall'Aula".  

L'unione d'intenti fra Italia Viva, Oso, +Europa e Azione sta dando vita in ottica elettorale a un polo moderato che si contrappone all'asse orlandiani-pentastellati in uno scacchiere politico in cui Sinistra Civica Ecologista ha chiuso il perimetro delle alleanze a chi in Consiglio "ha votato per mandare in bancarotta il Comune". 

"Il M5S è parte integrante della maggioranza e questo crea sconcerto in chi, come me, era candidato sindaco per il Movimento in antitesi a Orlando". Così Ugo Forello, che rincara subito la dose: "Ritengo inaccettabile il cambio di casacca del M5S, ma lo ha fatto a Roma perché non avrebbe dovuto a Palermo? E' riuscito a stare con l'estrema destra e l'estrema sinistra, sta con tutti. Tuttavia riconosco loro il valore delle armi: sono stati in Aula a combattere, secondo me non facendo il bene della città".

Forello torna a criticare anche chi, tra i ranghi dell'opposizione, ha abbandonato l'Aula: "Se Forza Italia, Sicilia Futura, Udc, Fratelli d'Italia e Diventerà Bellissima a un certo punto hanno deciso di disertare proprio nel momento del voto, questo significa che i capi dei vari partiti, penso a Tamajo, Micciché e Orlando si siano messi d'accordo. Se fossimo usciti dall’Aula, loro sarebbero rientrati dopo essere scappati". Il clou della seduta è stato il cosiddetto "emendamento Evola", quello per intenderci che ha previsto il raddoppio dell'Irpef, passato in Consiglio per un soffio. Un solo voto ha infatti consentito di tenere in piedi l'impianto di tutta la manovra, che altrimenti sarebbe crollata. "Mancavano anche due consiglieri della Lega, Cancilla e Figuccia dov'erano?", domanda Giulia Argiroffi (Oso).

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Proprio i consiglieri della Lega, quasi in contemporanea a Italia Viva, Oso, +Europa e Azione, hanno organizzato una conferenza stampa in cui hanno spiegato che la loro astensione equivale a una bocciatura del piano di riequilibrio, che tuttavia proveranno a modificare. "Abbiamo fatto opposizione responsabile, tentando di recuperare delle somme dalle transazioni fra creditori e Comune per smorzare gli aumenti dell'Irpef. Non siamo riusciti a edulcorare questa manovra pder insufficienza di fondi". Lo dice Marianna Caronia, convinta che "l'ipotesi del dissesto sarebbe stata altrettanto drammatica rispetto a un piano di riequilibrio che alza al massimo la pressione fiscale".

A spiegare meglio perché il Carroccio non si è iscritto al "partito del dissesto" è il capogruppo Igor Gelarda: "Fra pochi mesi ci saranno le elezioni e noi ci candidiamo a governare questa città. Meglio quindi un piano di riequilibrio che si può rimodulare. Quando si andrà alle urne i cittadini si ricordino chi ha aumentato le tasse: cioè Orlando e suoi fedelissimi, con il Pd e il M5S".

Il che potrebbe suonare come un alibi nel caso in cui un eventuale governo della città in discontinuità all'amministrazione uscente non dovesse rimettere in sesto i conti del Comune. Un tentativo che comunque Alessandro Anello promette che verrà fatto. "Siamo contro il dissesto ma siamo anche contro questo piano, che senza dubbio va cambiato. Faremo di tutto, anche attraverso i nostri contatti regionali e nazionali, per spingere verso una soluzione che sia il meno dannosa per i cittadini. Mi auguro che Palermo riceva altri soldi dallo Stato così come è avvenuto per la città di Catania, anche grazie all’impegno di Matteo Salvini".

Alla conferenza stampa della Lega c'era anche Sabrina Figuccia, assente (come la collega Cancilla) alla seduta di Consiglio di ieri. "Le presenze e le assenze - afferma - si possono interpretare in modo diverso. Un dato è certo: la Lega non ha fatto mai da stampella a Orlando. Questo piano di riequilibrio è un fallimento, un atto di vera e propria violenza nei confronti dei palermitani. Orlando e i suoi hanno raggiunto l'obiettivo di far pagare ai cittadini i propri errori politici e amministrativi per i prossimi 20 anni. Nessuno di noi cerca alibi".  

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