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Piano di riequilibrio, il Comune incasserà solo 180 milioni dal governo: previsti nuovi aumenti dell'Irpef

Nei prossimi vent'anni entreranno meno soldi rispetto ai 475 previsti. E' quanto si evince dal riparto delle somme messo nero su bianco dal ministero dell'Economia, che costringerà l'amministrazione a modificare la delibera sulle aliquote da portare in Consiglio: ci sono altri 56 milioni da reperire e si preannuncia già bagarre

Anziché 475 milioni di euro, nelle casse del Comune entreranno solo 180 milioni di euro in 20 anni: a tanto ammontano i contributi dello Stato per il ripiano del disavanzo, messi nero su bianco nel piano di riparto delle somme che il Mef ha inviato ufficialmente a Palazzo delle Aquile. A conti fatti, ci sono 56 milioni che "ballano" e che andranno reperiti aumentando ancora di più l'Irpef. Un ulteriore salasso per i contribuenti palermitani rispetto al piano di riequilibrio dei conti approvato in Consiglio, che già prevede una serie di misure lacrime e sangue.   

Già entro oggi il Mef ha chiesto al Comune l'invio di un cronoprogramma dettagliato con tutte le misure previste negli anni per coprire, con risorse proprie, un quarto del contributo. Mentre entro il 15 febbraio, l'amministrazione Orlando dovrà firmare con il governo nazionale l'accordo per avere una "fetta" dei fondi stanziati con la legge di Bilancio e il decreto fiscale. Si tratta in totale di 2,7 miliardi, di cui 1,2 miliardi andranno a Napoli; 1,1 miliardi a Torino; mentre Palermo e Reggio Calabria riceveranno rispettivamente 180 e 137 milioni. 

Dei 16 milioni previsti come contributo nel 2022 ne arriveranno solo 7,6; nel 2023 la somma invece sarà di 13,8 milioni rispetto ai 32,2 preventivati; nel 2024 e nel 2025 il contributo totale sarà di 21 milioni, rispetto ai 67 ipotizzati. Differenze non da poco che costringono adesso l'amministrazione attiva a riscrivere la delibera con le aliquote Irpef che va sottoposta al Consiglio.

A conti fatti, ai 50 milioni preventivati per il gettito Irpef quest'anno se ne dovranno aggiungere altri 8. Nel 2023 invece si passerà da 60 a 79 milioni. Oltre all’Irpef ci saranno anche aumenti sui canoni portuali e di locazione; nonché la dismissione delle quote azionarie detenute dal Comune, la riduzione della spesa corrente e una serie di altre misure, ad esempio sul personale, che andranno calendarizzate nei prossimi vent'anni. Pesanti condizionalità che, ad una parte consistente del Consiglio, non vanno proprio giù. Tanto che si preannuncia una nuova battaglia d'Aula. I gruppi di Italia Viva, +Europa, Azione e Oso - che oggi alle 15 hanno convocato una conferenza stampa - sono già pronti a vendere cara la pelle sull’accordo con lo Stato per il piano di riequilibrio.  

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