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Piano di riequilibrio, il ragioniere non firma la bozza di accordo con lo Stato: scontro col segretario generale

Basile contesta a Le Donne il ricorso al delibato di Giunta per varare il testo definitivo e l'assenza dei pareri dei dirigenti. Dubbi sulle cifre: "Percentuali di miglioramento della riscossione significativamente inferiori rispetto a quelle approvate dal Consiglio". Forello (Oso): "Atti illegittimi e sciacallaggio". Orlando diserta l'Aula

Il ragioniere Paolo Bohuslav Basile non firma lo schema di accordo con lo Stato, predisposto dal segretario Antonio Le Donne, per il riequilibrio dei conti del Comune. 

Tra i due alti burocrati di Palazzo delle Aquile va in scena uno scontro sui dati indicati nei documenti (lo schema di accordo e il piano di riequilibrio approvato dal Consiglio), che nei fatti blocca la trasmissione della bozza a Roma. Ma non solo: Basile contesta anche il ricorso al delibato di Giunta per varare il testo definitivo, in quanto si tratta di un atto che bypassa i pareri (tecnici e contabili) dei dirigenti. Pareri che Basile, in una nota di risposta a Le Donne, ritiene necessari per poter sottoscrivere la bozza di accordo con lo Stato.

La firma del ragioniere è indispensabile per trasmettere a Roma i documenti richiesti dal ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) e chiudere entro il 31 marzo l'accordo con la presidenza del Consiglio, che consentirà al Comune di avere i 180 milioni previsti per ripianare il disavanzo nel periodo 2022-2040, a fronte però di un aumento dell'Irpef che prevede il raddoppio delle aliquote già da quest'anno. 

Senza i fondi dello Stato, Palazzo delle Aquile non è nelle condizioni di approvare i bilanci di previsione del 2021 e del 2022. Il che sarebbe una vera e propria catastrofe per la città. I numerosi dubbi sull'accordo però hanno indotto il ragioniere Basile a tirare il freno a mano e ad avanzare una serie di richieste al segretario Le Donne. Innanzitutto il parere dei dirigenti del settore Entrate e Tributi, del Suap, dei vigili urbani e del servizio Innovazione, affinché si attesti "la congruità delle misure correttive e la loro idoneità a superare i profili di criticità segnalati dagli uffici preposti".

Il capo area del settore Entrate e quello dello Sviluppo economico, ad esempio, hanno già dichiarato "impossibile l'attuazione del regolamento anti evasione, cardine su cui si poggia il piano di riequilibrio, vista la grave carenza di personale". Basile aggiunge pure che "le percentuali di miglioramento della riscossione inserite nell'accordo sono significativamente inferiori rispetto a quelle previste nel piano di riequilibrio approvate dal Consiglio". Basile inoltre evidenzia di "sconoscere l'iter istruttorio degli atti" portati avanti da Le Donne che, in base al delibato di Giunta, avrebbe dovuto firmare la bozza di accordo assieme al sindaco Leoluca Orlando. 

Il Professore, che avrebbe dovuto illustrare l'accordo a Sala delle Lapidi, non si è presentato in Consiglio e ha chiesto di parlare solo coi capigruppo. Una decisione che ha scatenato la reazione delle opposizioni. "Orlando scappa dall'Aula invece di confrontarsi con i rappresentanti dei palermitani - afferma Sabrina Figuccia, consigliere comunale della Lega -. Il sindaco ha inviato una nota contorta al presidente del Consiglio con cui chiedeva di parlare soltanto con i capigruppo e non con tutti i consiglieri: perché questa presa di posizione? Forse il sindaco teme di rendere conto del proprio operato su un argomento che rischia di paralizzare la città anche per i prossimi anni".

Ugo Forello, consigliere di Oso, sottolinea "situazioni poco chiare" nella bozza di accordo e si spinge a parlare di "procedure illegittime". Poi aggiunge: "Con un mio esposto in Procura lasceremo alla magistratura la verifica di eventuali condotte illecite. Le accuse che muove il ragioniere sono gravissime e si basano su documenti incontestabili".

Da qui l'attacco ai vertici del Comune: "Palermo sta vivendo il periodo più buio della sua vita politico-amministrativa - afferma Forello -. Il sindaco e il segretario generale, con arroganza e in modo illegittimo, hanno creato un piano prima e un accordo con lo Stato dopo a danno dei cittadini che mistifica e falsa i conti e la realtà dei fatti, senza la condivisione e la partecipazione degli uffici competenti e del Consiglio comunale. In questo modo, l'addizionale Irpef e gli altri tributi locali rischiano di aumentare a livelli inaccettabili e scandalosi. Questo è sciacallaggio politico. Il Consiglio deve reagire e prendere una posizione per tutelare i cittadini, pretendere un coordinamento amministrativo delle diverse aree comunale e evitare che le prossime amministrazioni risultino vincolata da quanto, e male, fatto da Orlando".

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