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Domenica, 1 Ottobre 2023
Politica

Barbara Evola tra sogni e timori: "E' l'ora di una donna sindaco, con il Prg fermo si favoriscono speculazioni"

Per la capogruppo di Sinistra Comune in Consiglio, già assessore tra 2012 e 2017, la mancata approvazione del nuovo piano urbanistico potrebbe creare "un danno in una città già ferita dal sacco edilizio: un atto così delicato non può rimanere in un'enclave". Rap e il dossier Tari: "Non ci piace aumentare le tasse, ma non possiamo fare demagogia". Il dopo-Orlando? "Sì al M5S, Italia Viva è ormai col centrodestra. Noi faremo una lista"

Il timore che la città futura, quella disegnata dal nuovo Piano regolatore generale, venga "graffiata" da eventuali speculazioni agita i pensieri di Barbara Evola. La capogruppo di Sinistra Comune in Consiglio spiega così la sua preoccupazione: "Se il Prg, anziché diventare elemento di dibattito pubblico, rimane fermo a disposizione solo di una cerchia ristretta di persone, è più probabile che speculatori e portatori d'interessi s'attrezzino prima che venga approvato il nuovo strumento urbanistico".

L'allarme viene lanciato dalla professoressa Evola (già assessore comunale alla Scuola dal 2012 al 2017) al giro di boa di un'esperienza amministrativa che, politicamente parlando, sta prendendo una piega non proprio bella: il sindaco Orlando non ha più una maggioranza a Sala delle Lapidi e i gruppi che ancora lo sostengono - Sinistra Comune è tra questi - devono scalare il "gran premio della montagna" più duro: il dossier rifiuti, con l'ormai inevitabile aumento della Tari.

L'ennesima gatta da pelare nel tortuoso cammino del centrosinistra verso le prossime amministrative. In questo percorso a chiazze nere, però, Barbara Evola vede anche un po' rosa. "Secondo me - dice - è arrivata l'ora che nella corsa a sindaco emerga anche una donna". Poi precisa: "Non sono io, quindi nessuna autocandidatura. E comunque siamo lontani da cene, telefonate e nomi per il dopo Orlando. Pensiamo al presente".

Già, il presente. A cosa in particolare?
"Al Prg".

In Consiglio non c'è nessuna intenzione di approvarlo... 
"Lo so e la cosa mi preoccupa. Io capisco che non si vuole dare un vantaggio in campagna elettorale a Sinistra Comune, visto che il Prg porta in calce la firma di Giusto Catania. Però neanche si può fare un danno alla città. Le informazioni sul nuovo Prg, già noto a 120 consiglieri tra Comune e Circoscrizioni, cominciano a circolare e secondo me gli speculatori sono già in agguato. Qualcuno ne potrebbe approfittare".

Come?
"Faccio un esempio: se si viene a sapere che in una determinata area verrà apposto un vincolo perché destinata a verde, in questo momento in cui è vigente ancora il vecchio Prg qualcuno potrebbe decidere di costruirci. Ecco poerché sono convinta che un atto così delicato, in una città rimasta ferita dal 'sacco edilizio', invece di rimanere dentro un'enclave, un sistema chiuso dove i consiglieri che hanno le informazioni interloquiscono con alcuni tecnici, debba essere portato al più presto in Consiglio. Portarlo in Aula significa portarlo all'attenzione della città. Il Consiglio comunale può anche non approvarlo, sia per mancanza di volontà politica sia per mancanza di tempo; ma sicuramente può portarlo all'attenzione pubblica. Eppure chi in passato gridava con la bava alla bocca, denunciando possibili magagne e prospettando scenari apocalittici, oggi impedisce un processo partecipativo. Io invece credo che ognuno di noi deve essere sentinella e paladino del nostro territorio".

A breve in Consiglio si dovrà discutere il Pef Tari. La Rap vive una condizione economica di estrema difficoltà e c'è chi prefigura che possa fare la fine dell'Amia. L'aumento della tassa sui rifiuti sembra inevitabile. Come si comporterà in Aula Sinistra Comune?
"L'auspicio è che non si arrivi alla situazione che ha portato l'Amia al fallimento. Il Consiglio non ha grandi margini di manovra. Una cosa è certa: demagogia non ne possiamo fare. Non si può stare dalla parte dei lavoratori di Rap e poi provocare il fallimento dell'azienda. Per l'opposizione è facile. A noi nemmeno piace aumentare le tasse, ma qual è l'alternativa?".

Magari avere un'azienda efficiente, che negli anni abbia organizzato per bene la raccolta differenziata, e un Comune che abbia supportato Rap negli investimenti sull'impiantistica.
"Il Comune ha soldi a stento per pochi servizi. Soldi che derivano dalla tassazione locale. Senza il supporto della Regione, il Comune - socio unico di Rap - può fare poco. La competenza sull'impiantistica è della Regione: la mancata programmazione in questo ambito ha generato gli extra costi che, con la saturazione di Bellolampo, Palermo sta pagando e pagherà a caro prezzo. La Rap comunque ha le sue responsabilità. Innanzitutto perché non è riuscita ad aumentare la differenziata, cosa che avrebbe ridotto i conferimenti in discarica. In materia di rifiuti siamo indietro e di questo, come Sinistra Comune, ci siamo sempre lamentati".

Però negli ultimi dieci anni ci siete voi al governo della città con Orlando e Sinistra Comune ha pure l'assessore con delega all'Ambiente. Come la mettiamo?
"L'attività manageriale della Rap è in capo al presidente. La rottura tra il vertice di Rap guidato da Norata e il Comune non è stata determinata solo da uno scontro politico (con Italia Viva, ndr). E' la gestione dell'azienda che non ha funzionato e il socio unico ha ritenuto di dover cambiare. Bisogna comprendere una volta per tutte che il ciclo dei rifiuti va chiuso riciclando e non portando l'immondizia in discarica o bruciandola nei termovalorizzatori. La settima vasca si riempirà come la sesta. E poi senza riscorse economiche non si possono fare miracoli". 

E torniamo di nuovo alla Tari: la tassa più odiata dai palermitani, anche per via di un servizio che lascia a desiderare...
"Chiariamo le cose: la legge impone che i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti siano interamente coperti dal gettito Tari. A Palermo abbiamo un tasso di evasione spaventoso, che non riusciamo a controllare. La pandemia non può diventare una scusante. Quando l'ex assessore Gentile ha fatto la mappatura dell'evasione, abbiamo scoperto che anche grandi utenze commerciali non pagano la Tari. Stiamo parlando di imprese che con la pandemia hanno pure straguadagnato. L'evasione non è giustificata dal pessimo servizio. Le tasse si pagano. Il sindaco ha proposto di inseritre la Tari nella bolletta elettrica, come il canone Rai. Ecco, per me non sarebbe un'idea sbagliata".

Oltre alla Rap, l'Amat è un altro fronte caldo. La società di via Roccazzo è a corto di autisti, col gommato non riesce a garantire un servizio puntuale e capillare. Inoltre, il tram in alcune zone e in certe ore del giorno viaggia semivuoto: c'è chi sostiene che sia una zavorra. La gestione della mobilità in capo ad Amat non vi preoccupa in vista della realizzazione delle nuove linee?
"Nessun servizio di trasporto pubblico riesce a sostenere le spese attraverso lo sbigliettamento. Il pubblico, a differenza del privato, deve garantire il servizio anche laddove è meno redditizio o economicamente non conveniente. Dalla Regione è arrivato un riconoscimento importante con l'erogazione del contributo chilometrico per il 'ferro'. Il tram è un'opera 'interrotta': quando ci sarà una rete capillare, ci sarà anche un aumento dei passeggeri. Per questa ragione le nuove linee del tram sono strategiche, fondamentali direi per soddisfare la domanda di mobilità che c'è a Palermo. Siamo di fronte ad un grande investimento di mobilità sostenibile. Le nuove linee di tram non saranno per nulla invasive e utilizzeranno una tecnologia di ultima generazione: altro che via Libertà sventrata, i palermitani potranno muoversi in modo più veloce ed ecologico".  

Questo è un tema da campagna elettorale. Come vi state preparando? Anche lei sostiene che bisogna includere il M5S in un'alleanza di centrosinistra ed escludere Italia Viva?
"Sinistra Comune ha avviato un processo di partecipazione pubblica: abbiamo finora dialogato con attivisti e cittadini, raccogliendo critiche e proposte. In questa fase l'ascolto è fondamentale. Alle altre forze politiche diciamo una cosa semplice: facciamo una costituente per le Comunali che tenga dentro i partiti di sinistra, la società civile, l'associazionismo. Così nessuno perderà la propria identità e allo stesso tempo riusciremo a mettere a sistema quel patrimonio di battaglie e valori comuni. La nostra idea è fare un blocco a sinistra del Pd che sia rappresentato da una lista unica per evitare la parcellizzazione. Una lista che sia un mix di continuità ed elementi nuovi. Il dialogo con Pd e M5S non è facile, ma viene dopo questo processo partecipativo. Italia Viva, per quanto ci riguarda, si è già posta fuori da questo schema. Stiamo parlando di una forza politica distante da noi e più vicina al centrodestra. Anzi, è già col centrodestra. Ancora discutono dello stop alla Ztl: per loro è diventata un'ossessione".

Avete già in mente l'identikit del candidato sindaco per il dopo-Orlando?
"La sinistra palermitana deve liberarsi dalla soggezione di Leoluca Orlando. Dobbiamo sconfiggere il mito di Kronos che divora i suoi figli. Per farlo bisogna uscire da una questa logica di competizione interna con Orlando. Orlando fa storia a sé. Alle prossime elezioni io penso che ci siano tutte le condizioni affinché si possa puntare su una donna. Che non sono io! Però se iniziamo a parlare di nomi siamo già perdenti: il 'chi' deve venire fuori da un percorso partecipativo basato sui programmi".

Intanto bisogna concludere la consiliatura. E i numeri risicati in Aula non vi aiutano a completare il programma presentato agli elettori nel 2017...  
"Ormai il Consiglio comunale si è trasformato in un'arena. Su alcuni atti si troveranno delle convergenze; mentre ritengo difficile che, in assenza di maggioranza, si possano approvare quelle delibere in cui c'è di fatto una differenza di visione".

Di chi sono le responsabilità politiche di questa situazione che si è venuta a determinare?
"La responsabilità sta a monte, ovvero nella proposta politica che ci ha fatto vincere le elezioni. Il civismo ha mostrato sin da subito la sua debolezza. Pronti via, Uniti per Palermo ha subito costituito il gruppo Sicilia Futura, ora confluito in Italia Viva. Per non parlare dei tanti cambi di casacca e dei consiglieri persi strada facendo dalla maggioranza uscita dalle urne. Non si può invocare il civismo dimenticando che dietro ogni consigliere ci sono sensibilità politiche diverse, che creano elementi di scontro. Il civismo non può essere neutro. La maggioranza si è sfaldata sulle scelte più radicali, quelle necessarie al cambiamento. Palermo è una città che non può aspettare i tempi lunghi del cambiamento culturale ma lo deve sollecitare a 'strappi', come abbiamo fatto noi con la Ztl, il tram e le pedonalizzazioni".

Nelle sue parole c'è più di una critica nei confronti di Orlando e del suo progetto politico. E dell'Orlando amministratore qual è il suo giudizio?
"Orlando è un ottimo politico, non si discute. Era avanti negli anni '80, negli anni '90 e lo è anche ora. Come amministratore ha una grande visione, che non sempre però è stata supportata dalla macchina amministrativa. E' troppo avanti, anche nel 2021...". 

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