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Tram, ultimatum di Orlando: "Se non parte sono pronto alle dimissioni"

L'amministrazione vuole affidare il servizio all'Amat e fare cassa con le zone a traffico limitato. Decisione che non piace alle opposizioni e in Consiglio non si trova l'intesa. Intanto i ritardi mettono a rischio il finanziamento dell'Ue

Doveva essere uno dei fiori all'occhiello dell'amministrazione Orlando e invece rischia di trasformarsi in un pericoloso boomerang. E' il tram, oggetto del desiderio del primo cittadino che inneggia a un nuovo "concetto di mobilità" ma anche emblema di una contesa senza esclusione di colpi. Ieri sera è iniziata la discussione a Sala delle Lapide. Dove Orlando ha tuonato: "Se non parte sono pronto alle dimissioni".

Di fatto i binari e vagoni - dopo otto anni di lavori - ci sono e funzionano. O meglio, potrebbero funzionare. Ciò che manca, infatti, è la parte "burocratica". Chi deve gestire il servizio? Con quali fondi? Secondo le stime, il servizio costerà 22 milioni di euro all'anno. Dieci milioni destinati alla manutenzione dei treni; 4,3 milioni per l'energia elettrica; 6 milioni per il personale e 260 mila per la pulizia. L'Amministrazione vuole affidare il tram all'Amat e fare cassa con le zone a traffico limitato. Decisione che non piace alle opposizioni, ma neppure a Confindustria che punta invece sull'ingresso di privati.

Così da mesi partiti, associazioni, cittadini, discutono più o meno animatamente senza però arrivare a una decisione concreta. L'ultimo atto è andato in scena ieri sera a Palazzo delle Aquile nel corso della discussione sul contratto di servizio dell’Amat. “Se non faremo partire il tram - ha detto Orlando -. dovremo restituire tutti i soldi all’Unione europea. Il rischio è talmente grande che, se fossi una persona prudente, sarei venuto qui con le mie dimissioni. Non voglio essere responsabile della restituzione delle somme. Sono pronto a presentare le mie dimissioni - ha ribadito il sindaco - e lancio questo allarme forte perché si eviti di far perdere un servizio straordinario alla città e di far andare in dissesto il comune. Se scade il termine, scatteranno sanzioni terribili”.

LE REAZIONI
IDV - “Il tram di Palermo deve partire, su questo non ci sono dubbi - dice Paolo Caracausi dell'Idv - ma è necessario anche rivedere i costi della Ztl, diminuire il numero delle strisce blu e riorganizzare seriamente l’Amat tutelando i lavoratori. Solo così renderemo un servizio alla città”. “Nel corso del mio intervento - aggiunge Caracausi - ho ribadito che il tram deve vedere la luce e deve essere affidato all’Amat, questa è una certezza. Serve però un intervento complessivo che riguardi anche altri aspetti del contratto: bisogna introdurre delle agevolazioni per la Ztl, rivedendo al ribasso le tariffe, e tagliare numero e costo degli stalli della sosta a pagamento, ossia le strisce blu, così come da impegno preso in campagna elettorale. In aula difenderò gli interessi dei cittadini ma anche dei dipendenti dell’Amat e delle loro famiglie, che prendono lo stipendio sempre in ritardo e a cui, come nel caso degli autisti, hanno anche aumento il numero delle ore giornaliere. Riorganizzare l’azienda deve essere una priorità per questa amministrazione. Noi siamo pronti a lavorare per la città, non ci tireremo indietro”.

PD - Netta la posizione del nuovo esecutivo provinciale e del gruppo consiliare del Partito Democratico: "No Ztl a pagamento". "Una posizione  - spiegano - figlia di un'attenta analisi del contratto di servizio Amat, all'esito della quale il Pd palermitano ha riconosciuto che le Ztl che il sindaco Orlando e l'sssessore Catania vorrebbero rendere operative sono semplicemente scriteriate".  Secono i democratici: "Quelle che l'amministrazione Orlando sta tentando di approvare sono Ztl irricevibili. Non si possono accettare Ztl che costano a tutti i cittadini in maniera uguale, senza alcuna distinzione tariffaria tra una macchina elettrica e un Suv di grossa cilindrata. Non si possono accettare Ztl che, una volta pagato l'obolo, consentono ai cittadini di continuare ad usare liberamente le proprie auto come fatto fino a oggi. Non si può immaginare di chiedere alle famiglie in difficoltà di pagare 120 euro per auto senza avere dato vita preventivamente ad una riorganizzazione, rimodulazione e moltiplicazione dei parcheggi liberi nelle zone di interscambio e all'armonizzazione di tutti i servizi di trasporto pubblico e ad un biglietto integrato del trasporto pubblico".

"Non si può immaginare di potere continuare a mettere le mani in tasca ai cittadini e, in cambio, di tagliare più di 30 linee del bus. Insomma, diciamocelo con serenità: le attuali Ztl di Leoluca Orlando sono semplicemente un'operazione finalizzzate a rimpinguare le casse di una società che oggi è gestita peggio che ai tempi di Cammarata". "Orlando - sottolineano - non provi a dire che essere contro le Ztl-bancomat significa essere contro il tram. Quel tram noi saremmo stati in grado di farlo partire mesi fa e senza tartassare i cittadini a prescindere dalle loro reali disponibilità. Orlando continua a forzare la mano perché sostiene di volere regalare il tram ai palermitani. Ma la realtà è un'altra: l'unico regalo che il professore sta tentando di farci è l'ennesima tassa per coprire i buchi neri delle inefficenze amminitrative e gestionali sue e dei suoi accoliti. E noi del Pd questo non consentiremo". "Vorrei - aggiunge Salvo Alotta, consigliere Pd - due regali di Natale per i palermitani: le dimissioni del sindaco e la partenza del tram".

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