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Dossier Mef, Orlando attacca gli ispettori: "Clima terroristico contro il Comune"

Il sindaco in Consiglio sui rilievi mossi dalla Ragioneria dello Stato, parla di una relazione "inadeguata e incompleta": "Dal ministero sentenza che disconosce le leggi". La difesa di precari ed edili del Coime: "I loro sono diritti acquisiti legittimi". Le reazioni di Sala delle Lapidi

Attacca a testa bassa gli ispettori del Mef, autori di una relazione “inadeguata e incompleta”. Parla di “clima terroristico” nei confronti dell’amministrazione comunale. Difende a spada tratta i dipendenti precari del Comune e quelli del Coime, perché “i loro sono diritti acquisiti, legittimi e intoccabili”. Il sindaco Leoluca Orlando interviene in Consiglio comunale sui rilievi mossi dalla Ragioneria dello Stato e lo fa a modo suo: senza risparmiare stoccate, a volte però in modo un po’ troppo scomposto per un politico navigato come lui. Nel mirino i tecnici che hanno condotto la verifica amministrativo-contabile: “Hanno fatto un’ispezione ma non conoscono le leggi dello Stato, della Regione e nemmeno cosa fa il loro vicino d’ufficio”.

Per Orlando quella del ministero dell’Economia e delle Finanze è una “sentenza che disconosce le leggi. Si rivolgeranno alla Corte dei conti? Ebbene, gli atti li ho mandati prima io alla magistratura contabile. Dovranno rispondere del loro comportamento in tutte le sedi giudiziarie competenti”.

Il sindaco passa in rassegna tutte le presunte irregolarità riscontrate dal Mef in una Sala delle Lapidi gremita di gente: lavoratori e sindacalisti del Comune. Fuori da Palazzo delle Aquile il sit in di chi non è riuscito a trovare posto nell’Aula consiliare, è andato avanti fino a sera inoltrata. Sarcastico e pungente, Orlando entra nel dettaglio di ogni rilievo: dalla pianta organica al personale del Coime dichiarato “in eccedenza”, passando per la stabilizzazione degli Lsu, gli incarichi affidati ai dirigenti, le indennità dei videoterminalisti.

Proprio per i videoterminalisti il ministero e la Corte dei conti hanno chiesto la restituzione delle indennità erogate. Se non lo faranno i dipendenti, toccherà alla Giunta. Il sindaco però ha annunciato che l’amministrazione sta studiando un sistema per prelevare i soldi direttamente dal fondo servizi, anziché chiederli ai dipendenti. Esaminando gli altri punti del dossier Mef, il sindaco respinge ogni tentativo di intrusione nella gestione della Gesap, accusando gli ispettori di “essere ‘fiancheggiatori’ di Helg”. E aggiunge: “Se c’è qualcuno che pensa che l’ispezione del Mef possa essere il cavallo di Troia per una privatizzazione, sappia che io sono contrario e mi metterò di traverso”.

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orlando consiglio mef-3-2Per ognuno dei rilievi, l’amministrazione comunale ha redatto una relazione scritta. “Prima della prossima ispezione – afferma il primo cittadino – consiglio ai tecnici del Mef di fare una telefonata al presidente dell’Ars per farsi dire se ci sono delle leggi regionali diverse da quelle dello Stato. Norme che si trovano pure su Google, ma non sono conosciute dagli ispettori”.

La relazione del sindaco “scivola” via in una mezzora scarsa, dando il là agli interventi dei consiglieri comunali. Il primo a prendere parola è Fabrizio Ferrandelli (+Europa), che si rivolge così al sindaco: “Avrei fatto a meno della sua relazione. Ho ascoltato un intervento politico, nel quale lei si è fatto sberleffo degli ispettori del Mef, e non un intervento da amministratore. Solo colpi di teatro, nessuna chiarezza: ha solo adombrato sospetti per un’ispezione che lei dice essere stata ordita da un ‘governo venezuelano’ e che invece era guidato dal suo partito: il Pd. Lei Orlando, il sindaco non lo sa fare”.  

Per il capogruppo di Mov139, Sandro Terrani, “certamente alcuni rilievi sono assolutamente pretestuosi perché, malgrado l'amministrazione comunale abbia fornito le dovute giustificazioni, il Mef rimanda le questioni alla Corte dei conti”. Poi aggiunge: “Sono estremamente fiducioso che l'amministrazione capitanata dal sindaco Orlando troverà la giusta interlocuzione sia con il Mef sia con il governo nazionale”.

Difficile però, secondo Ugo Forello (M5S), trovare un'intesa con Roma perché “l’approccio del sindaco non aiuta Palermo ad uscire da uno stato di crisi. Il suo intervento – dice il pentastellato separato in casa dopo gli scontri interni al gruppo – ci ha spiazzato, soprattutto per i modi e i termini ingiuriosi usati nei confronti degli ispettori. Anche se non condivido certi passaggi della relazione del Mef, ritengo inaccettabili questi attacchi”. Tutt'altro che "sorpresa" Sabrina Figuccia (Udc), che ricorda la precedente audizione di Orlando in Aula sul dossier del Mef: "E' arrivato persino a parlare di demoni e di ispettori diabolici. Se vogliamo proprio parlare di una matrice politica, lei ha qualche problema in casa, visto che l'ispezione è iniziata con il governo Pd. La verità è che le responsabilità di queste presunte iregolarità sono solo sue, che era sindaco nel 1986 quando il governo Craxi ha deliberato i fondi per il Coime e c'era il Caf, che non era un centro di assistenza fiscale ma l'alleanza tra Craxi, Andreotti e Forlani. Ebbene lei è ancora oggi sindaco e si deve assumare le sue responsabilità: non c'è nessun complotto né cavalli di Troia. Gli ispettori hanno più a cuore di lei le sorti del Comune".

Più morbido l'intervento di Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia. Il vicepresidente del Consiglio si schiera al fianco dell'amministrazione sulle questioni relative al personale: "Dovevamo licenziare i dipendenti? Non si può fare, è evidente, quale amministrazione lo farebbe?". Successivamente critica la gestione della macchina comunale: "Molti di questi rilievi non ci sarebbero stati se ci fosse stato un direttore generale. Il Comune deve tornare a funzionare, mettendo le persone al posto giusto. Così non va, ognuno sembra procedere per conto proprio".

"E' incredibile - afferma Igor Gelarda, capogruppo della Lega - come il sindaco Orlando sia in grado di scagliarsi contro l'autorità dello Stato quando dice cose che non gli convengono o sono contrarie alla sua ideologia vetero radical chic. Si è scagliato in maniera inaccettabile nei confronti degli ispettori del Mef, servitori dello Stato che gli hanno mosso questi rilievi, dimostrando ancora una volta di non rispettare le istituzioni. Così come non rispetta il nostro minstro dell'Interno e il popolo italiano, dando prova di infrangere la legge apponendo le firme sulle residenze di quegli stranieri che non ne avevano alcun diritto".

"La verifica amministrativa contabile del Mef - sostiene Giusto Catania, capogruppo di Sinisra Comune - è figlia di un impianto ideologico che tende a svuotare l’autonomia dei Comuni attraverso continui tagli di trasferimenti, vincoli arbitrari imposti dal Patto di stabilità, appesantimenti normativi privi di ratio. Solo così si spiega la smania degli ispettori del MEF di liquidare, con un tratto di penna, lavoratori importanti per la città come quelli del Coime e gli ex LSU. È evidente che siamo davanti a un disegno perverso, di natura politica, che intende privatizzare i servizi pubblici locali. Avevamo ragione, qualche mese fa, quando abbiamo definito la prima mastodontica relazione del Mef una grande bolla di sapone. Tuttavia quando le bolle si dissolvono rendono scivoloso il terreno e per questa ragione bisogna essere cauti nel rispondere a questi nuovi rilievi. Bisogna evitare di consegnare i quesiti nella mani della burocrazia comunale: serve, invece, uno scatto di fantasia per forzare i vincoli ideologici attraverso una nuova politica economica espansiva. È necessario investire su nuove assunzioni negli asili nidi e nel sociale e migliorare i servizi a partire dal trasporto e dall’illuminazione pubblica. Solo in questo modo potremo contrastare il disegno di chi, anche attraverso questa relazione, ha l’obiettivo di uccidere la politica, attraverso la tecnica ragionieristica, e l’autonomia degli enti locali".

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