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In Consiglio comunale manca il numero legale e il Piano delle opere pubbliche salta ancora

La seduta si è conclusa con l'ennesimo nulla di fatto. Gli esponenti di Avanti Insieme, Movimento 5 stelle, Partito Democratico e Sinistra Comune parlano senza mezzi termini di "boicottaggio, pagato dalla città". Rifondazione comunista annuncia un esposto alla Corte dei conti e alla Procura

Manca il numero legale in Consiglio e salta ancora una volta l'approvazione del Piano opere pubbliche del Comune. I componenti dei gruppi Avanti Insieme, Movimento 5 stelle, Partito Democratico e Sinistra Comune parlano senza mezzi termini di "boicottaggio, pagato dalla città".

"Oggi - si legge in una nota congiunta  - ancora una volta la maggioranza dei componenti del Consiglio comunale ha trovato l'ennesimo espediente per non affrontare il Piano triennale delle opere pubbliche disertando l'Aula, Il Piano è un atto necessario a sbloccare opere importanti per la nostra città e per non perdere finanziamenti per infrastrutture fondamentali come l'illuminazione pubblica, la manutenzione di edifici scolastici e il tram. Questo boicottaggio lo sta già pagando la città, e nessun altra considerazione politica può nascondere l'evidenza che la maggioranza dei componenti dell'attuale Consiglio trova accordi solo sul 'non fare' e sul posticipare le vicende più delicate e urgenti". 

Secondo i gruppi a sostegno dell'Amministrazione "è evidente che approvare il Piano con ulteriore ritardo pregiudicherebbe la possibilità di effettuare le gare e gli atti conseguenti e, quindi, renderebbe inefficace l'approvazione del Piano stesso determinando la perdita di milioni di euro già stanziati per la nostra città. Per questo - conclude la nota - chiederemo alla conferenza dei capigruppo di impegnarsi a votare l'atto entro e non oltre il termine della prossima settimana. Chi ha deciso di bocciare il Piano triennale e oggi non consente di tornare a discuterlo dovrà assumersi le proprie responsabilità di fronte al consiglio comunale ma, soprattutto, di fronte alla città". 

Sulla vicenda interviene anche Rifondazione comunista con il suo segretario provinciale Vincenzo Fumetta che preannuncia strascichi giudiziari: "La scelta dei consiglieri comunali della nuova maggioranza consiliare di boicottare la discussione sul Piano triennale delle opere pubbliche è un atto immorale - sostiene -. Le continue diserzioni in Aula rappresentano un gravissimo danno agli investimenti della città. Centinaia di milioni rischiano di andare persi con danni enormi. Ho dato mandato ai legali del partito di predisporre un esposto alla Corte dei conti e alla Procura della Repubblica per denunciare tale comportamento che giudico irresponsabile e gravemente lesivo dell'interesse collettivo".

Arriva anche il commento del deputato del Pd, Carmelo Miceli: "I consiglieri comunali di opposizione, che pare abbiamo la maggioranza a Sala delle Lapidi, stanno impedendo al consiglio comunale di trattare un punto strategico per la rinascita di Palermo come il Piano triennale delle opere pubbliche. Se è così è gravissimo e devono dimettersi invece di tenere in ostaggio una città bloccando qualunque provvedimento".

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