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Palermo ci riprova e si candida a "Capitale italiana della cultura 2018"

In programma una serie di eventi che collegano il capoluogo a Cefalù, Monreale, Bagheria e Castelbuono. Una giuria sceglierà fra 10 città finaliste entro il 31 gennaio del prossimo anno

Dopo la bocciatura ricevuta come capitale europea della cultura, Palermo ci riprova  - anche se in "piccolo" - e si candida a essere "Capitale italiana della Cultura" 2018. Il titolo, nato nel 2014, quest'anno èstato assegnato a Mantova e nel 2017 a Pistoia. Per il titolo 2018 sarà decretato da una giuria che sceglierà fra 10 finalisti entro il 31 gennaio del prossimo anno.

"L'anno è lo stesso in cui la nostra città ospiterà 'Manifesta12' ponendosi - dice l'assessore Andrea Cusumano - di fatto come Capitale dell’Arte Contemporanea, in un clima e una prospettiva che ha già suscitato grande interesse a livello internazionale. L'amministrazione - spiega ancora Cusumano - ha dunque deciso di presentare per lo stesso anno la candidatura a Capitale della Cultura italiana ritenendo che la visibilità data da 'Manifesta12' potrà favorire l’immagine del paese, rispondendo in modo incisivo alla volontà del Governo di diffondere il valore della cultura come volano per la coesione sociale, l’integrazione e lo sviluppo".

Il sindaco Leoluca Orlando sottolinea che "l'eventuale nomina a Capitale Italiana della cultura potrà rafforzare le iniziative comunque già programmate e finanziate con interventi quali il Patto per Palermo e il Pon Metro, oltre alla sempre più efficace sinergia con le principali istituzioni culturali della città, e potrà servire da corollario a una programmazione culturale che presti attenzione alle realtà locali e ai giovani, ampliando gli orizzonti partecipativi".

La candidatura offre la possibilità di sperimentare un nuovo modello di collaborazione tra la città di Palermo e la città d’area vasta, articolato attraverso la condivisione degli spazi, governance e risorse. Il programma prevede infatti un perimetro metropolitano che ospiterà eventi e manifestazioni non solo a Palermo, ma anche a Cefalù, Monreale, Bagheria e Castelbuono.

"Si tratta - conclude Orlando - di una scelta strategica che serve a rafforzare un programma già definito e di grande spessore per dare un impulso allo sviluppo attraverso il vettore culturale e turistico, veri tesori del nostro territorio".
 

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