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Orlando insiste sulla Tari nella bolletta della luce: "Serve un intervento legislativo"

Il sindaco lo ha ribadito nel corso di una videoconferenza con il viceministro del Mef Laura Castelli, che ha manifestato "l'esigenza di un approfondimento". Sos al governo: "Dobbiamo accantonare somme accertate nella lotta all'evasione ma non riscosse dall'ente preposto"

Il sindaco Leoluca Orlando torna a insistere "sulla riscossione della Tari nella bolletta dell'energia elettrica, così come avviene per il canone Rai". La proposta, condivisa anche dall'Anci, non è nuova. Stavolta il primo cittadino l'ha tirata fuori nel corso di un incontro in videoconferenza con il viceministro per l'Economia e le Finanze, Laura Castelli (M5S), che ha manifestato "l'esigenza di un approfondimento".

Le difficoltà ad incassare la tassa sui rifiuti (la più odiata dai palermitani a causa della carenza del servizio) hanno un impatto negativo sui conti del Comune, al pari di altre criticità che mettono a rischio la tenuta finanziaria degli enti locali. Temi oggetto di una lettera inviata nei giorni scorsi da Orlando al governo nazionale, nella quale vengono chiesti "interventi legislativi ad hoc", oggi ribaditi al viceministro Castelli.     

"In apertura del mio intervento - ha detto il sindaco Leoluca Orlando - ho fatto presente che il Comune di Palermo non ha una particolare condizione di indebitamento e riesce a rispettare, nei termini previsti, le proprie obbligazioni. Vive però tutte le criticità legate ad una condizione di sovraccredimento e, come molti Comuni siciliani, la sofferenza della disastrosa condizione dell'agenzia di riscossione regionale. Deve subire, paradossalmente, accantonamenti per somme accertate nel proprio impegno di lotta all'evasione ma non riscosse dall'ente preposto alla riscossione".

I nuovi tributi non introitati hanno comportato una correzione di circa 52 milioni di euro nel Fondo crediti di dubbia esigibilità (Fcde). In sostanza, i soldi che il Comune non incassa dalla Tari e da altri tributi vanno obbligatoriamente accantonati per poter così "tappare" eventuali buchi. Così dice la legge, che nei fatti sta "risucchiando" le poche risorse a disposizione del Comune.

"Ho ribadito - ha sottolineato il sindaco - la richiesta di un allentamento di questi vincoli derivanti dal Patto di Stabilità europeo che l'Unione europea ha sospeso per il 2020-21 ma che sono ancora vigenti in Italia a carico dei bilanci dei Comuni. Questa normativa rende praticamente impossibile approvare bilanci e garantire i livelli essenziali delle prestazioni ai cittadini. Il Comune di Palermo, come altre centinaia nel resto d'Italia, ha l'obbligo di accantonamento di ingenti risorse - noi siamo a circa 200 milioni di euro - che potrebbero essere utilizzate per esercitare la propria funzione al servizio dei cittadini".

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