"Falsi nei bilanci", le opposizioni vogliono le dimissioni di Orlando: riprende quota la mozione di sfiducia
L'atto dovrebbe essere votato entro dicembre, poi per legge non sarà più possibile. Forello (Oso): "Non si perda tempo". Ferrandelli (+Europa) chiede la convocazione di un Consiglio urgente: "Al Comune serve un commissario". L'inchiesta giudiziaria scuote Palazzo delle Aquile già in pre-dissesto: cosa succederà adesso?
L'accusa di "falso materiale in atto pubblico" contestata dalla Procura al sindaco Leoluca Orlando e a 23 fra ex assessori, dirigenti e capi area del Comune, che avrebbero redatto i bilanci con dati falsi ed entrate sovrastimate, provoca un vero e proprio terremoto politico a Palazzo delle Aquile.
Le opposizioni chiedono le immediate dimissioni del sindaco e in alternativa riprende quota la mozione di sfiducia. Mai come adesso la posizione di Orlando è in bilico: da un lato l'inchiesta penale in corso, che naturalmente seguirà il suo iter giudiziario; dall'altro l'assalto del Consiglio, dove potrebbe essere discussa la seconda mozione di sfiducia di questa sindacatura. Stavolta però, rispetto a quella respinta nel settembre 2020, in un mutato quadro politico-amministrativo: il Comune infatti è in piena procedura di pre-dissesto e fra circa sette mesi si terranno le elezioni. L'esperienza di Orlando alla guida di Palazzo delle Aquile, al secondo mandato (quindi non più ricandidabile), sta volgendo al termine tra mille difficoltà e l'inchiesta in corso sui bilanci dal 2016 al 2019 (che secondo l'accusa si baserebbero su entrare e uscite non veritiere) senza dubbio rende più complicato il percorso del sindaco e della sua Giunta.
In tanti si domandano cosa succederà adesso, con il sindaco nel mirino della Procura e il Comune nel pieno di una crisi economica senza precedenti che ha finora impedito l'approvazione del bilancio di previsione 2021. All'appello mancano 80 milioni di euro (salvo che il buco non sia più grande) e senza un intervento del governo nazionale l'amministrazione non è nelle condizioni di chiudere i conti.
Conti che negli scorsi anni - dal 2016 al 2019 - Palazzo delle Aquile, secondo la Procura, avrebbe chiuso falsificando i numeri delle entrate e delle uscite. Un'accusa pensantissima che, se dovesse essere confermata, potrebbe costituire un vulnus avendo il Consiglio approvato degli atti "viziati" da presunte irregolarità e inoltre ribalterebbe lo storytelling portato avanti dal sindaco in questi suoi due ultimi mandati: quello cioè di un Comune preso sull'orlo del dissesto dopo l'esperienza di Diego Cammarata e messo in sicurezza. "Niente di tutto ciò" dice il consigliere comunale Ugo Forello, che assieme alla collega del gruppo Oso Giulia Argiroffi, carte alla mano, ha evidenziato "irregolarità nella formazione del bilancio e dei rendiconti, affermando che per anni il Comune avesse mantenuto un tenore di vita superiore alle sue possibilità. E' un terremoto politico e giudiziario senza precedenti".
"Non è il momento di esprimere giudizi sull'indagine penale in corso; esprimiamo fiducia nella magistratura e ci ispiriamo al principio della presunzione di innocenza" prosegue Forello, spostando l'attenzione su un tema politico: "Il diffuso sistema di irregolarità con cui il sindaco ha gestito gli aspetti economici-finanziari della città ha minato in radice la fiducia che il Consiglio e i cittadini riponevano sull'amministrazione attiva. A maggior ragione in un momento in cui il Comune attraversa una gravissima crisi economica e dovrà a breve decidere se adottare un piano di riequilibrio o dichiarare il dissesto".
Da qui la richiesta di "immediate dimissioni del sindaco affinché si possa aprire un periodo di commissariamento della città e intraprendere un percorso fondato sulla trasparenza e legalità". Se Orlando non dovesse fare passi indietro - a Palazzo delle Aquile c'è chi giura che il sindaco non si dimetterà - secondo Forello "dovrà essere il Consiglio comunale a votare la sfiducia già la prossima settimana, senza nessun tentennamento e senza perdere ulteriore tempo".
Preme sulla mozione di sfiducia anche la Lega, con i consiglieri Igor Gelarda e Marianna Caronia: "Quella sfiducia che abbiamo promosso da mesi e che finora ha raccolto una decina di firme è la cartina al tornasole di come qualcuno a Palermo abbia fatto opposizione solo a parole. Oggi più di prima, e in maniera definitva, non ci possono più essere mezze misure. O si è con Palermo o si è con Orlando. O si firma e si vota la sfiducia o si è contro la città". Il leader della Lega Matteo Salvini, domani a Palermo per incontrare cittadini e dirigenti, su Twitter aggiunge: "Prima del voto va a manifestare con la Cgil, appena dopo il voto viene indagato. Che stranezze a sinistra… Orlando? A casa".
Alessandro Anello, segretario della Lega nella città metropolitana, sottolinea che "la storia del sindaco Orlando è finita" e lo invita a "liberare Palermo dalla sua zavorra e da una gestione amministrativa fallimentare sulla quale è caduta una tegola pesantissima sul piano politico visto che sotto il profilo penale saranno i giudici a stabilire le eventuali responsabilità. Ho sempre difeso il consiglio comunale dagli attacchi di un primo cittadino che varie volte, soprattutto negli ultimi tempi, ha lanciato accuse più o meno velate di volergli mettere i bastoni fra le ruote, peraltro votando personalmente sempre contro i bilanci di quegli anni. Non a caso i magistrati scrivono nel provvedimento: 'i pubblici ufficiali sottoscrivevano e inviavano all’ufficio ragioneria generale delle schede di previsione di entrate sovrastimate inducendo in errore il consiglio comunale di Palermo sulla verità dell'atto, determinandolo ad adottare la deliberazione con la quale veniva approvato il bilancio di previsione'. Sono parole inequivocabili che non soltanto non gettano ombre sul massimo organo di rappresentanza dei cittadini ma addirittura, di fatto, tracciano una netta linea di demarcazione fra chi ha svolto le proprie funzioni con coscienza e chi invece, sempre secondo la ricostruzione dei giudici, non lo avrebbe fatto tradendo la fiducia dei palermitani".
“Questa vicenda sul falso in bilancio - scrive in una nota Andrea Mineo, coordinatore cittadino di Forza Italia - è molto preoccupante, perché riguarda la già precaria tenuta finanziaria del Comune. Per questo motivo, pur rimanendo garantisti e rispettosi del delicato lavoro della magistratura, il nostro capogruppo Giulio Tantillo stamane ha formalizzato al presidente del Consiglio comunale, Totò Orlando, una richiesta di dibattito urgente in Aula. Torniamo a ribadire, infine, la linea più volte sostenuta: il sindaco si deve dimettere. Dai rifiuti alla gestione del cimitero, passando per il trasporto urbano: la sua narrazione della città è crollata di fronte ai fatti, ne prenda atto e si dimetta, non c’è più tempo da perdere”.
Sulla stessa scia Fabrizio Ferrandelli (+Europa), che spinge per la convocazione di un Consiglio comunale urgente: "Nel solco del garantismo, in attesa che il sindaco chiarisca nelle opportune sedi, ritengo tuttavia necessarie le sue dimissioni per consentire al Consiglio comunale e a un commissario di poter agire senza il rischio di possibili condizionamenti svolgendo tutte le attività necessarie a un Comune che già vive una fase delicata di riequilibrio di bilancio. La vicenda diventa ancora più urgente, rafforzando i dubbi da me espressi in più sedi anche istituzionali in questi cinque anni, in vista dell'approvazione del Piano triennale delle opere pubbliche, che potrebbe rivelarsi insostenibile".
In attesa di avere un quadro completo sull'orientamento dei gruppi consiliari, fuori dal Palazzo c'è chi spara ad alzo zero. Si tratta di Stefano Santoro (Fratelli d'Italia), che si rivolge "a quei consiglieri comunali che hanno sostenuto fino ad oggi Orlando: abbiate un sussulto di dignità e amore per la città, sottoscrivendo la mozione di sfiducia. Orlando va sfiduciato entro dicembre, poi non sarà più possibile perché la legge esclude la sfiducia negli ultimi sei mesi prima delle elezioni comunali. Così i cittadini potrebbero votare ad aprile 2022, cancellando il ricordo di Orlando e dell’orlandismo. Oltre all'incapacità amministrativa del sindaco e alla spregiudicatezza politica con cui egli ha operato, il processo penale che sta per essere incardinato disvela scenari ancor più drammatici: tutti gli atti amministrativi e gli impegni di spesa assunti sui bilanci falsificati potrebbero essere nulli e meriterebbero di essere revocati in autotutela dal Consiglio".
Barbara Evola, capogruppo di Sinistra Comune e presidente commissione Bilancio, è il primo esponente dell'ormai ex maggioranza orlandiana a intervenire sull'indagine della Procura: "Il coinvolgimento ampio di figure politiche e dirigenziali e persino di organismi di controllo, che si sono avvicendati in un arco temporale lungo impongono cautela e chiarezza. In questi anni i bilanci del nostro Comune sono passati al pettine stretto della Corte dei conti che non ha contestato falsi di bilancio, ma ha rilevato sempre enormi criticità soprattutto nella riscossione. Riteniamo fondamentale che possano essere chiariti nel più breve tempo possibile tutti i contorni di questa vicenda".
"Sulla vicenda dell’indagine sui conti del Comune è assolutamente urgente e necessario che il sindaco, acquisite tutte le informazioni che il diritto alla difesa garantisce, riferisca in Consiglio comunale sulla situazione - affermano i coordinatori cittadini di Italia Viva Palermo, Toni Costumati e Giulia Noera -. Le richieste di dimissioni del Sindaco, che anche Italia Viva ha più volte avanzato, restano a prescindere da questi fatti che, per il gran numero di persone coinvolte, in ragione del loro ruolo politico o burocratico, peraltro per i diversi periodi coinvolti, ragionevolmente fanno pensare ad un susseguirsi e reiterarsi di artifizi tecnico/contabili dei quali, ci si augura, gli interessati potranno dare le giuste ed opportune spiegazioni".
"Altre ombre si aggiungono alla gestione della cosa pubblica da parte di un'amministrazione comunale che già da anni si dimostra pessima. Siamo fiduciosi nel lavoro dei magistrati ed aspettiamo l'esito delle indagini prima di trarre ulteriori conclusioni. Da parte nostra, ci sarà sempre l'impegno da gruppo di opposizione responsabile quale siamo, pronto ad offrire contributi per migliorare le condizioni di degrado cui la Giunta di Orlando ci ha tristemente abituato", afferma Viviana Lo Monaco (M5S). Il suo collega di gruppo Antonino Randazzo si spinge oltre: "Riteniamo non ci siano più le condizioni per proseguire da parte di tutti gli organi di governo della città. Occorre avviare un percorso di commissariamento - ci faremo parte attiva per proporre un confronto utile per trovare soluzioni che vadano in questa direzione: dimissioni di massa o mozione - per dare la tranquillità necessaria agli uffici tecnici e la macchina amministrativa di affrontare atti di programmazione fondamentali per il bene della nostra città quali il piano triennale delle opere pubbliche, il piano di requilibrio, il bilancio previsionale".