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Ars, cellulari dei deputati dati gratis a parenti e amanti: aperta inchiesta

La Procura indaga su 700 schede attive dal 2001 al 2008. Il presidente dell'Assemblea Francesco Cascio, insospettito dalla richiesta della Tim di avere 300 mila euro, bloccò tutto

Per un'intera legislatura, dal 2001 al 2006, ben 700 persone avrebbero usufruito delle schede telefoniche pagate dall'Assemblea regionale siciliana, date ai deputati dell'Ars, che a loro volta le hanno girate ad amici, parenti e persino a qualche amante. La truffa, su cui indaga La Procura di Palermo, sarebbe durata anche per un periodo successivo al 2008, anno in cui il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, insospettito dalla richiesta della Tim di avere 300 mila euro, bloccò tutto.

Secondo quanto si legge nell’edizione odierna di Repubblica, circa settecento persone avrebbero trovato il sistema per approfittare di una convenzione tra l’Ars e la Tim. La compagnia telefonica forniva gratuitamente ai deputati i cellulari e le schede, che poi venivano girate a collaboratori dei politici e ad altre persone. Tutto pagato dall’assemblea della Regione.

Lo “scandalo” sarebbe stato scoperto quasi per caso dalla magistratura durante un’inchiesta, condotta dai carabinieri di Monrelae, che riguardava alcuni contatti telefonici di Massimo Ciancimino. Sulla vicenda indagano il sostituto procuratore Gaetano Paci e l’aggiunto Leonardo Agueci. Pare che tre anni fa la Tim inviò all’Ars la richiesta di un pagamento di 300 mila euro per le telefonate fatte da quei telefonini.

Il giocattolo si è rotto nel 2008 per merito di un dirigente arrivato al settore Informatica. E’ bastato un controllo incrociato per scoprire che molti deputati eletti nel 2001 si erano accaparrati sette o dieci schede e dopo la scadenza del mandato nessuno le aveva restituite. Dopo una trattativa con la società telefonica la vertenza si è chiusa senza l’esborso di denaro pubblico. Ma fino al 2006 l’Ars ha pagato per i 700 “portoghesi” del telefonino.
 

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