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Caso Tutino, il legale di Crocetta: "Chiederemo 10 milioni di danni all'Espresso"

L'avvocato Vincenzo Lo Re annuncia: "Avvieremo un'azione civile risarcitoria, che è molto più veloce di quella penale. Se qualcuno ha quell'intercettazione, la tiri fuori. Intanto il Procuratore è stato costretto a dichiarare che non esiste"

"Se qualcuno ritiene d'avere l'intercettazione la tiri fuori, anche anonimamente, e la faccia ascoltare non solo a giornalisti amici ma a tutti. Così capiamo se si tratta di una polpetta avvelenata o se esiste realmente". L'avvocato Vincenzo Lo Re, legale del presidente della Regione Rosario Crocetta, stamattina ha incontrato la stampa, all'Hotel delle Palme, per fare il punto sulle azioni giudiziarie che il governatore dell'Isola intende adottare a seguito della diffusione della presunta intercettazione di Matteo Tutino, in cui il suo medico personale avrebbe detto che Lucia Borsellino "va fatta fuori come il padre".

"Il procuratore di Palermo - afferma Lo Re - è stato costretto a dichiarare che non esiste l'intercettazione né in questo procedimento, né in altri procedimenti, né segretata né non segretata. Non possiamo che prendere atto di questa cosa. Tra l'altro L'Espresso non ha ventilato l'ipotesi che potesse essere un'intercettazione nelle mani di altre Procure per altre indagini. Avvieremo - annuncia Lo Re - un'azione civile risarcitoria, che è molto più veloce di quella penale, chiedendo all'Espresso la somma di 10 milioni di danni, non solo al settimanale ma anche ai due giornalisti dell'articolo e al direttore Vicinanza, non solo per omesso controllo, ma anche per avere più volte confermato l'esistenza della intercettazione. Non vogliamo credere alla malafade dei giornalisti, ma crediamo all'ipotesi di un errore professionale, a un difetto di controllo".

"Da una settimana Crocetta viene descritto, contrabbandato - continua Lo re - come un silenzioso concorrente morale nel tentativo di rimuovere la scomoda presenza di Lucia Borsellino dall'assessorato alla Salute con metodi stragisti. Da una settimana a questa parte siamo passati poi dall'ipotesi di concorrente morale all'ipotesi del gossip sul totonomine di direttori generali e sanitari". Il legale ha parlato di "giornalismo a orologeria", perchè i giornalisti autori dell'articolo, che hanno sostenuto di essere in possesso dell'intercettazione da tempo, l'hanno "tirata fuori" a ridosso della commemorazione di via D'Amelio che, invece, avrebbe dovuto essere un momento di silenzio e riflessione.

Ma la maxicausa di Crocetta si estende verso nuovi bersagli, cercando i responsabili della vicenda che avrebbero utilizzato, spiega il legale, "metodi stragisti". “Faremo un’altra azione risarcitoria civile da un milione di euro anche nei confronti del giornalista Pietrangelo Buttafuoco per l'articolo pubblicato nei giorni scorsi su Il Fatto Quotidiano. Il giornalista aveva raccontato un retroscena dopo l’elezione del Governatore, quando il mecenate Antonio Presti lo avrebbe chiamato “bottana”. Sarà seguita una linea diversa, invece, nei confronti del senatore Maurizio Gasparri, “colpevole” di avere scritto un comunicato nel quale definiva Crocetta "capace e indegno". Per lui il legale ha dichiarato di volersi “rimettere al giudizio penale per una valutazione”.

Poi spazio anche a qualche valutazione politica sulle sorti della Sicilia. "Non escludo che adesso il partito nazionale chieda comunque la sfiducia o le dimissioni del mio assistito - spiega Lo Re - per ragioni che prescindono l'intercettazione. Perché probabilmente si ritiene che sia più opportuno andare al voto anche a costo di consegnare la Sicilia a Grillo, piuttosto che mantenere Crocetta che con questo massacro mediatico non viene più ritenuto da qualcuno adatto a ricoprire il ruolo di governatore della Sicilia". Rinviato a giovedì invece il tanto atteso intervento di Crocetta all'Ars, previsto inizialmente per oggi.

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